"COMUNICAZIONE E DEMOCRAZIA": PARTECIPERA' IL MINISTRO PAOLO GENTILONI

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INES TABUSSO
00venerdì 22 settembre 2006 20:56

Festa Nazionale dell'Italia dei Valori - Vasto (CH)

Vasto (CH) - Palazzo d'Avalos.
Domenica 24 settembre
ore 10,30

"Comunicazione e democrazia".
confronto pubblico

Parteciperanno:
il Ministro Paolo Gentiloni,
l'On. Paolo Romani,
il Sen. Francesco Storace,
l'On. Egidio Pedrini
l'Ing. Luca Montrone - Presidente di Tele Norba.

Il Confronto sarà moderato da Marco Travaglio.



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"IL SILENZIO DELL'INNOCENTE"
IL MINISTRO GENTILONI SCRIVE, ROMINA M. COMMENTA

www.paologentiloni.it/
28 Luglio 2006
Pro e contro l'indulto
di Paolo Gentiloni

Volano parole grosse, anche nei commenti di questo blog, sul tema
dell'indulto. Tema delicato, naturalmente. Da anni il Parlamento viene
sollecitato a prendere provvedimenti che riducano il sovraffollamento delle
carceri. Per decidere in questo senso c'è un unico modo possibile: raggiungere
una maggioranza di due terzi per ridurre le pene detentive a migliaia di
detenuti.
Così è stato fatto, e certamente in un modo opinabile quanto ai confini -
inclusioni ed eccezioni- dei reati cui applicare lo sconto di pena.Confini
frutto di trattative parlamentari finalizzate al raggiungimento dei due terzi.
Ma per quante obiezioni si possano avanzare, io condivido quanto ha scritto
Adriano Sofri: la condizione delle carceri giustificava e giustifica un
intervento legislativo. Quindi secondo me l'Unione ha fatto bene a votare a
favore.
Così facendo ha messo sulla bilancia due diverse emergenze sociali. Da un lato
i possibili effetti dell ritorno anticipato in libertà di dieci-quindici mila
condannati; dall'altro le condizioni disumane che il sovraffollamento provoca
per i detenuti. Tra le due emergenze sociali, l'Unione ha scelto di intervenire
comunque per ridurre l'emergenza carceraria. Un impegno cui faceva riferimento
anche il nostro programma elettorale: "le condizioni delle carceri sono lontane
da ogni senso di umanità e di rispetto della dignità del detenuto: il degrado
dipende dal sovraffollamento delle carceri."
Chi oggi si indigna ritiene assai più grave lo sconto di pena per alcune
decine di condannati per corruzione del sovraffollamento delle carceri.
Opinione più che legittima, a patto che non porti a considerare corrotti e
farabutti tutti i sostenitori della tesi contraria. Magari in nome del Ministro
Di Pietro, che non considera affatto corrotti o farabutti coloro che hanno
votato per l'indulto, visto che stamani sedeva tranquillamente in Consiglio dei
Ministri accanto ai suoi 25 colleghi tutti favorevoli.






3 Agosto 2006
commento al post: Pro e contro l'indulto
Il silenzio dell'innocente (il Ministro)
di Romina M.

Il Ministro non può certo rispondere ai nostri post e per una serie di buoni
motivi. Schematicamente:
- la sua posizione istituzionale gli vieta tassativamente di intrattenere
qualsiasi rapporto con i normali cittadini, tranne che in campagna elettorale,
quando ha necessità di sorridere alla folla per acchiappare voti
- i nostri post non lo scalfiscono perché la sua carica di Ministro lo pone al
di sopra di qualsiasi rischio. Quand'anche cambiasse il governo, il Ministro
non si troverebbe a mendicare per le vie di Roma, ma godrebbe ugualmente di
un'ottima rendita di posizione, garantitagli dal suo schieramento e anche dallo
schieramento avversario (i politici non si tradiscono mai, si aiutano fra loro
perché costituiscono una casta a sé che fa quadrato attorno ai propri
privilegi)
- se il Ministro ha deciso di lasciare aperto il blog ai nostri commenti, non
l'ha certo fatto sperando di ottenere gentili e dolci incoraggiamenti, ma ben
sapendo ciò a cui sarebbe andato incontro. Del resto, sarebbe ridicolo pensare
a qualche sua virginea ingenuità in tal senso
- infine, il Ministro non potrebbe comunque replicare perché, dentro se
stesso, sa bene che i nostri commenti sono logici, razionali, argomentati, e
quindi sa bene che abbiamo ragione. Tuttavia, a causa della sua carriera
politica, non può certo permettersi il lusso di ammetterlo, e quindi, dovendo
obbedire ai Dieci Comandamenti del suo partito, si conforma e accetta
tranquillamente di affermare un cumulo di enormità.
Infatti un politico medio, dovendo genuflettersi ai dettami della sua
Religione partitica, è disposto ad affermare di tutto, come ben si è visto.
Questa particolare disposizione a genuflettersi per fare carriera si traduce in
un volontario oscuramento della propria capacità raziocinante, con risultati al
limite del paradossale.

Come si metterebbe un politico se in Italia esistessero giornalisti normali,
cioè dignitosi, e gli ponessero questa banalissima domanda da bambini delle
scuole medie: "Se Mario Alessi uccidesse Suo figlio, Lei, caro Ministro,
continuerebbe a dire che il carcere non funziona?".
Ma siccome il nostro è il Paese dei campanelli, e i giornalisti-servi fanno le
domande dettate dai padroni pur di rimediare un po' di becchime, un
interrogativo così banale non sarà mai posto da nessuno.

Lo chiedo ancora alle anime candide indottrinate dalla filosofia radical-chic
bertinottiana-dalemiana-rutelliana : se Ruggero Jucker facesse a pezzi vostra
figlia, sareste favorevoli ai vari sconti di pena, compresi i tre anni di
indulto?
Se Mario Alessi massacrasse a badilate il vostro bambino, enuncereste il primo
comandamento della vostra Fede, cioè che "il carcere non funziona"? Una villa
potrebbe forse funzionare meglio e consentire ad Alessi di reinserirsi?
Se uno scippatore violento e recidivo, dopo l'indulto, gettasse a terra la
vostra anziana madre e la lasciasse morta e spiaccicata sul marciapiede,
continuereste imperterriti ad esporre i vostri pittoreschi proclami?
Se una banda di slavi violenti entrasse nelle vostre ville e uccidesse qualche
membro della vostra preziosa famiglia, magari dopo questo indultino,
continuereste a dire che "il carcere non funziona", che non esiste una
distinzione fra bene e male, e che l'indulto è l'unica soluzione possibile al
sovraffollamento?


In onore e in ricordo di tutte le vittime della criminalità. Io difendo Abele,
visto che Caino ha già tanti patetici difensori ansiosi di fare carriera.



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