Re: chiese il bisbetico che subito dopo critica questi giovani senza la testa sulle spalle
mazza94, 04/02/2011 14.44:
Ora, questa questione è venuta fuori da un'altra discussione, ma, per non andare OT, ho pensato di aprirne una nuova.
Solo perchè non amo dimenarmi su una pista fino alle quattro del mattino sono una persona triste e senza una vita sociale?
Ve lo chiedo, perché la mia risposta forse non è oggettiva.
Penso solo che sia stupido giudicare chi tra i giovani ha altri interessi oltre ad andare in discoteca -cosa che tra l'altro non critico, solo, generalmente non fa per me- per poi passare con una velocità sorprendente a scuotere la testa davanti ai casi di cronaca della domenica mattina, quando si vedono ragazzi ubriachi che con la loro auto uccidono persone innocenti, magari dicendo "Questi giovanii!!!"
Non pensate che tante volte gli adulti generalizzino comunque?
Non vai in discoteca = allora hai dei problemi con la tua vita sociale
Vai in discoteca = sei proprio un giovane senza valori e senza responsabilità.
Voi cosa ne pensate?
Discorso più complesso di quanto non lo si venda. Anche se sono fondamentalmente d'accordo, vorrei snocciolarlo un po' meglio.
1) "gli adulti" – anche questo significa generalizzare, eh. Esiste una classe di 'idioti' – adulti o ragazzi che siano, sì, li considero sinceramente idioti – che trova che la vita si limiti a quello: cazzeggio, "divertimento" estremo, discoteca, eccessi, alcol, sesso... che per qualche oscuro motivo sono diventati 'normali'.
Fortuna mia volle che di soggetti del genere ne conosco ben pochi, sia fra le fila degli adulti che fra i coetanei: nel primo caso per culo, nel secondo per saggia cernita dei miei conoscenti.
2) il contrasto che presenti, sì, è asslutamente Eccellente: se ti diverti sei un cazzaro, se sei serio sei uno sfigato.
La realtà è che non andremo mai bene a tutti contemporaneamente, quindi, essendo sempre sicuri di sbagliare (perchè ci sarà sempre qualcuno pronto a dirci che siamo sbagliato), possimo concederci il lusso della scelta incondizionata, ovvero Fare quel Cavolo che ci pare.
Vorrei sottolineare che, in realtà, quello che facciamo non è necessariamente quello 'che vogliamo fare', anche senza rendercene conto.
Io, ad esempio, con l'alcol ho un rapporto strano, tendenzialmente guidato dalle persone che mi circondano: se sono con astemi non ho nessuna voglia di bere, se sono con gente che tende all'eccesso non ho nessuna voglia di bere (responsabilità? o più probabilmente paura di eccedere a mia volta), se sono con gente moderata o 'fidata', invece la voglia mi viene. E' una cosa stranissima e mi rendo conto perfettamente di essere influenzata.
Il problema, secondo me, fondamentale, è la mania che si ha di generalizzare e classificare.
Sistematicamente in libreria trovo tomi su tomi dedicati agli adolescenti - anzi, ai genitori degli adoescenti, manuali, saggi, analisi dei 'giovani d'oggi' – tendenzialmente fatte da 50enni che un giovane non l'hanno mai visto – capirei uno psicologo del consultorio, un insegnante, un professore, un maestro, un allenatore... ma no, è Sempre e Sistematicamente gente che con i 'cciovani' non ci ha avuto mai niente a che fare.
E, sistematicamente, in quei libri non mi riconosco MAI, MAI, MAI. Ogni tanto riconosco qualche mio amico, ma è una cosa rara.
Allora, cuor, mi chiedo: ma perchè scrivi?
e tu, siora ile, perchè leggi?
perchè non ne parli diretamente con tuo figlio? con i suoi amici? con il prof, con l'allenatore? con il fratello? troppo difficile?
.. bha!