Vigilia della 12^ di Campionato 2009/10.

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!maro!
00sabato 28 novembre 2009 13:01




La SAM Massagno di Massimo Aiolfi ha ritrovato il sorriso in settimana.
AGOSTA TI-PRESS/D.




Una SAM rinfrancata a Friborgo.




I massagnesi ospiti del capolista Olympic. Turno agevole sulla carta per Vacallo e Lugano.

In campo femminile il Riva, le cui quotazioni sono in crescita, gioca in casa del lanciatissimo Nyon.





di Dario Bernasconi


Siamo alla prima di ritorno con un sabato completamente libero dalla serie A in Ticino, dato che il Vacallo ha spostato a domani, domenica, la sua gara interna contro il Losanna per l’occupazione del Palapenz: di domenica anche il Lugano che va a Ginevra e il Riva che gioca a Nyon. La sola squadra che si esibisce oggi è la SAM, ospite del capolista Olympic in quel di Friborgo.

Andando per ordine, cominciamo dai biancoblù, ai quali è tornato il sorriso dopo la vittoria interna contro Geneva Devils. Una vittoria importante ai fini della classifica, ovviamente, ma anche per il morale e per avere qualche convinzione in più sulle proprie scelte. Sentiamo Massimo Aiolfi, il coach dei massagnesi: «La vittoria contro i ginevrini è stata una bella iniezione di fiducia. Ci ha permesso di vedere una squadra un po’ più amalgamata, anche se dobbiamo trovare maggiore intensità e continuità».

L’inserimento di Gray sta funzionando. «Kameron è un giocatore che conosce il nostro campionato e l’ambiente: questi fatti lo hanno aiutato a inserirsi in squadra molto in fretta ed è l’uomo d’ordine che ci mancava. È intelligente e lo vedremo crescere ancora».

E l’Olympic? «Ha giocatori con caratteristiche simili alle nostre, ma è prima in classifica e lì sta la differenza. Ha un grande gioco di squadra, gente capace a cavarsela in ogni momento, esperienza e altro ancora. Noi non abbiamo nulla da perdere e andiamo a giocarcela sino alla fine».

In trasferta anche il Lugano, a Ginevra dove il viaggio ha sempre il suo peso e l’idea di affrontare una delle ultime della classe può essere un fastidioso tarlo a livello mentale. Viste le forze espresse dalle due compagini sinora, il Lugano deve vincere, indipendentemente dal viaggio, dal traffico e dal rientro di Lee, una pedina importante per i romandi. Carettoni ha tutta la squadra al completo, fatta eccezione per un lieve infortunio alla caviglia occorso ad Efevberha: ma dovrebbe esserci in ogni caso. Contro queste squadre non si possono sprecare punti se si vuole arrivare in alto e quindi la vittoria va messa come un fatto acquisito.

Stesso discorso per il Vacallo che oltretutto gioca in casa. Il Losanna visto una settimana fa ci è sembrata un’armata Brancaleone, senza capo né coda e con un’approssimazione di gioco che fa fin dubitare che si allenino. A parte un qualche sprazzo di Thomas e di Grimes (percentuali da urlo), la compagine vodese è veramente da poco. Chiaramente non va sottovalutato nulla, perché le sorprese ci possono sempre scappare. In questo senso andrà il discorso di Pastore (che oggi non scomodiamo) con i suoi ragazzi: massima concentrazione e costruire il più possibile, magari facendo in modo che, anche chi sta solitamente in panchina, trovi spazio e il modo di mettersi in evidenza, mettendo a frutto quanto fatto in settimana. Avere il maggior numero di pedine da schierare è poi l’obiettivo di tutte le società, ma non è così facile da raggiungere.

Il Riva va a Nyon in casa di una delle favorite per la conquista del titolo. I 32 punti della Skouby della scorsa settimana sono stati un richiamo non indifferente alle valutazioni globali della squadra. Se l’americana saprà ripetersi anche contro avversarie come quelle di domani, significa che il lavoro di Manfré sta andando nella giusta direzione. Immaginiamoci le tre americane attorno ai 20 punti ciascuna, la Pini sopra i 10 e con lei la Mazzocchi e la Jakab, più i rimbalzi della Broggini e qualche tripla delle play, ed ecco una compagine da titolo.

Stiamo vagheggiando? Non tanto, dato che in differenti partite la squadra momo ha messo in evidenza proprio queste caratteristiche individuali, pur nell’ambito di un gioco di squadra in crescendo. Dovesse accadere che tutte le coordinate si sommino in qualche gara decisiva ecco che i sogni diventerebbero realtà.

Lasciamoci sorprendere perché siamo convinti che il Canti avrà modo di dire ancora la sua.



by LaRegione Ticino




!maro!
00sabato 28 novembre 2009 13:01




L’UOMO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO.
Dacevic sfugge ad un avversario.
(foto Maffi)




Alla corte dello «zar» Nikola Dacevic.




L’ala gialloverde: «Il mio motto è gioca meglio di ieri ma peggio di domani»

Il talento serbo scoperto da Ivanovic ai tempi del Limoges spiega perché la sua squadra è ancora in vetta al campionato, seguendo quel pensiero tanto caro al suo allenatore.
«Migliorare sempre è la via per il successo»




di Mattia Meier


Nikola Dacevic, detto lo «zar». Perchè spesso basta un soprannome per dare l’idea di che giocatore sia colui di cui stai parlando. E Dacevic rientra nella categoria di quelli definiti «un signor giocatore». Difficile fare graduatorie, ma è difficile non ammettere che il buon Nikola attualmente sia tra i migliori giocatori del nostro campionato. Non a caso la sua squadra è in vetta alla graduatoria, ovvero proprio dove la SAV pensava di essere: «Essendo in cima alla classifica non posso che confermare che siamo dove volevamo essere. La ricetta è che non dobbiamo essere soddisfatti di come giochiamo. Il che non vuol dire che giochiamo male. Mi spiego meglio: il nostro obbiettivo è vincere a maggio, quando conta, per cui dobbiamo ragionare in quest’ottica. Non ci serve a niente giocare al meglio delle nostre possibilità ora, quando la posta in palio è minima, piuttosto che durante i playoff, dove se giochi male rischi tanto. Per questo il mio motto è: gioca meglio di ieri ma peggio di domani».


Venir considerati la miglior squadra in Svizzera è un onore, ma anche un onere.


«Ci stiamo rendendo conto di cosa significhi essere i campioni in carica. Qualsiasi avversario ti troverai di fronte, stai pur certo che scenderà in campo senza nulla da perdere e pronto a dare il 200% per poter dire di aver battuto i campioni. Sono sicuro che Losanna ad esempio non giocherà contro di noi con la stessa voglia e intensità con cui è arrivato a Lugano una settimana fa. Questo implica da parte nostra un grande rispetto per la contendente, sempre. Non ci è permesso di sottovalutare nessuno».



Il livello del campionato è salito, eppure voi sembrate sempre un gradino sopra le altre. Quale pensi sia la squadra che vi può mettere maggiormente in difficoltà?


«Al momento credo sia Friburgo. Non tanto per la sconfitta patita in terra burgunda, quanto per il loro modo di giocare, simile al nostro. Come noi prepara bene la partita e può contare su un bel gruppo, affiatato. Nyon e i Tigers invece sono forse le squadre con più talento ma non hanno ancora trovato la chimica giusta. Dovessero trovarla, diventerebbero due formazioni ancora più temibili. Ma ora come ora reputo l’Olympic più forte».


Molti addetti ai lavori ti considerano il perno di Vacallo:


«Sento tanta gente dire che io sono il leader, il giocatore essenziale. Quello che il sottoscritto cerca di portare in campo è quanto serve alla squadra nei determinati momenti della partita: se devo difendere difendo, se devo segnare segno, e così via. Ma tra di noi c’è tanto rispetto, siamo un gruppo vero, unito, dove tutti sono uguali e remano nella stessa direzione. Non esiste un vero e proprio leader che sta sopra gli altri».



Ormai 30.enne, sogni ancora i cosiddetti grandi palcoscenici?


«Al futuro ora non ci penso. A Vacallo sto benissimo, mi trattano bene e c’è rispetto reciproco, per cui non penso di andare via. Potrei «scappare« se ricevessi l’offerta della vita? Discorso complicato, anche perchè tale offerta per me è quella che mi ha fatto la SAV qualche anno fa...».





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Sfida al Losanna domani a Chiasso.



Partita domenicale al Palapenz (palla a due alle 16.00) per la SAV di Rodrigo Pastore, che dovrebbe aver recuperato tutti gli influenzati (Crnogorac, Raga, Garruti e Leuenberger). All’andata si imposero i ticinesi con il risultato di 79-68.

I vodesi (tutti a disposizione per coach Maissen) sono reduci dalla «scoppola» patita all’Elvetico. Difficilmente scenderanno in campo con la stessa attitudine.





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I Tigers a Ginevra contro i Devils.



Bianconeri alle prese con la trasferta più lunga della stagione che potrebbe lasciare qualche strascico nelle gambe di chi non vi è abituato. Renato Carettoni avrà tutti i giocatori a disposizione.

«Non dovremo sottovalutare i Devils – il commento del coach – Anche perchè recuperano Lee e difficilmente ripeteranno la stessa prestazione contro Massagno dell’ultimo fine settimana».






SAM a Friburgo in cerca di conferme.



«Non è stata una settimana facile – ci spiega l’allenatore dei ticinesi Aiolfi – Non abbiamo avuto Fässler (via per motivi di lavoro), mentre per Rey decideremo all’ultimo momento su un suo eventuale impiego. Scenderemo comunque in campo sereni, giocando a viso aperto e cercando di dare continuità ai nostri miglioramenti». I burgundi dovrebbero aver recuerato tutti i giocatori ammalati o infortunati.







Per il Canti Riva trasferta a Nyon.



Due assenze sicure in casa delle «fusette» che non potranno disporre di Annibale e Kuba, alle prese con problemi alle caviglie. Judit Jakab e Emma Pini invece non si sono allenate tutta la settimana a causa dell’influenza, ma dovrebbero essere della partita, così come Cameo Hicks.

«Siamo fiduciosi di poter fare bene – commenta Manfrè – Faremo la nostra partita sperando che loro risentano dell’impegno in Eurocup».




by Il Corriere del Ticino.





!maro!
00sabato 28 novembre 2009 13:02




UN PRESIDENTE FELICE.
Francesco Markesch ha pochi motivi per non essere contento della stagione del suo Canti Riva.
(foto Maffi)



Markesch è soddisfatto.




«Felice delle straniere, ancora meglio le giovani»

«Stiamo giocando bene, vivendo alla giornata e senza alcuna pressione»




di ma.me


Francesco Markesch è un presidente col sorriso sulle labbra. E ne ha ben donde, visto che il suo Canti Riva, allo stato attuale delle cose, è (a parimerito con Friburgo) la prima dei non «squadroni».


Merito di un gruppo che ben amalgama straniere e non.


«È così. Per quanto riguarda le americane si sa, non disponiamo di un budget illimitato, per cui se devo guardare il rapporto qualitàprezzo non posso che rallegrarmi delle scelte fatte. Ma anche le giovani si stanno dimostrando all‘altezza: Mazzocchi e Jakab, delle giovani ormai non più...giovani, sono delle certezze, poi ci sono Hatch, Annibale e l‘ultima debuttante, Bernaschina».



Come a dire che, per giocarsela, non ci vogliono per forza soldi e un‘armata di giocatrici d‘importazione:


«Sono dell‘idea che si potrebbe tranquillamente avere un campionato a 10-12 squadre, dove le prime 4 giocano per il titolo e le altre fanno crescere le giovani. Noi siamo un esempio: abbiamo 4 straniere e dietro solo ragazze indigene, eppure in classifica siamo lì, anzi abbiamo addirittura battuto Sierre. Significa che non devi per forza avere uno squadrone per stare in serie A. Ma dovrebbe essere la Federazione a intervenire...».



by Il Corriere del Ticino.





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