AI CONFINI DELLA REALTA'

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INES TABUSSO
00giovedì 25 agosto 2005 08:05

Corriere della Sera
24 agosto 2005

Forza Italia: «Ora nuovo incarico per Vigna»
Magistrati, ricambia l?età della pensione
Fermato Caselli, Bobbio (An) annuncia: «Il limite può risalire a 72 anni».
Protesta l'Anm: «Metodo pessimo»


ROMA - Fatta la legge, trovato il rimedio. La norma varata per impedire a
Gian Carlo Caselli di candidarsi alla guida della Superprocura antimafia
non riguarda solo il magistrato torinese. Ha «colpito» ad esempio Piero Luigi
Vigna, che è andato in pensione con tre anni d?anticipo sul previsto. E incide
- secondo calcoli del Consiglio superiore della magistratura - sul futuro
di almeno altre 600 «toghe» che avendo compiuto 66 anni d?età si ritrovano
nell?impossibilità di guidare qualunque ufficio giudiziario.

Con la conseguenza che potrebbero anch?essi abbandonare il lavoro anzitempo.
Ma governo e maggioranza che appena un mese fa hanno votato la riforma, hanno
già pensato a come correre ai ripari: alzare l'età pensionabile dei giudici
a 72 anni, e togliere la possibilità di restare in servizio fino a 75. «C?è
un disegno di legge di cui io sono relatore - annuncia il senatore di Alleanza
nazionale Luigi Bobbio, considerato il "padre" della norma anti-Caselli -
secondo il quale tutti i magistrati potranno andare in pensione a 72 anni
anziché a 70, e cancella la possibilità di rimanere al lavoro fino a 75.
In questo modo, fermo restando il principio di svecchiamento negli uffici
direttivi, il limite per ricoprire quegli incarichi sale da 66 a 68 anni».

Questo perché la legge che ha escluso Caselli dalla Superprocura pone la
condizione che il candidato abbia davanti a sé almeno quattro anni prima
dell?età pensionabile ordinaria, che oggi è fissata appunto a 70 anni; era
necessario scriverla così, sebbene lui avesse già dato la propria disponibilità
a restare in servizio oltre quel limite, poiché l?ex procuratore di Palermo
ha compiuto 66 anni giusto a maggio. Raggiunto l?obiettivo (salvo eventuali
ricorsi di Caselli) si può alzare il tetto di due anni se serve a tamponare
gli effetti collaterali negativi. «Credo che potremo approvare la riforma
entro la fine della legislatura», assicura Bobbio. Ma c?è un particolare:
ad alzare l?età pensionabile dei magistrati fino a 75 anni sono stati, nel
2002, il governo Berlusconi e la sua maggioranza. Gli stessi che oggi vogliono
riabbassare quel tetto. Tre anni fa la riforma fu inserita nella legge finanziaria,
col parere contrario di Csm e Associazione magistrati. Non c?erano motivi
apparenti, se non uno mai ufficialmente dichiarato ma candidamente ammesso
da parlamentari e avvocati del centro-destra: ingraziarsi qualche anziano
giudice della Corte di Cassazione che lì a poco avrebbe dovuto decidere se
spostare o meno da Milano i processi contro Previti e Berlusconi, per un
presunto «legittimo sospetto» appena ridisegnato da un?altra apposita legge.
Manovra inutile, perché la Cassazione lasciò i processi dove stavano. «Quello
fu un pessimo calcolo - racconta ancora il senatore Bobbio -, tanto che io
sconsigliai una simile concessione».

Ma la norma ormai era in vigore, e oggi chi l?approvò la vuole cancellare.
Come si può giustificare tanta schizofrenia sulla pensione delle toghe? Bobbio
sorride, e un po? d?imbarazzo traspare: «Ripensando meglio a ciò che si è
fatto ci si rende conto che certe regole non erano coerenti col sistema nel
suo complesso... Comunque il lavoro del magistrato è particolare, richiede
professionalità e motivazioni che possono richiedere correzioni». Resta però
il forte sospetto che quelle correzioni vengano decise a seconda delle singole
«esigenze» del momento: una volta spostare i processi, un?altra impedire
che un magistrato assuma un determinato incarico. «Ma la cosiddetta norma
anti-Caselli darà spazio a una fascia di magistrati tra i 50 e i 65 anni
che altrimenti rimarrebbero tagliati fuori dagli incarichi direttivi - insiste
Bobbio, che prima di diventare senatore di An faceva il pubblico ministero
-. Che poi sia servita a impedire che alla Superprocura andasse un magistrato
a mio giudizio altamente politicizzato mi va benissimo».

Non va bene, invece, al presidente dell?Associazione magistrati Ciro Riviezzo:
«Continuare a fare e disfare leggi ad personam o contra personam è un pessimo
metodo, perché provoca scompensi enormi nel funzionamento della giustizia.
Valuteremo gli effetti di una nuova riforma dell?età pensionabile, ma giocare
con la carriera e il futuro professionale dei giudici è inammissibile».
Giovanni Bianconi
24 agosto 2005


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