ANCHE LUI?

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INES TABUSSO
00lunedì 9 gennaio 2006 22:59
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INTERVISTATO DA GIULIANO FERRARA, CORRIERE DELLA SERA, 9 gennaio 2006:

«Io sono l'esempio della separazione tra politica e affari».
Il Parlamento ha legiferato spesso in materia, favorendolo nei suoi molti interessi?
«Se un Parlamento decide di intervenire su un certo settore decide di intervenire liberamente - ribatte il premier - ma sono davvero molte le situazioni che mi hanno penalizzato». Segue un lungo elenco di rinunce: dai giornali alle tv, fino alla Standa. Insomma «se c'è qualcuno penalizzato dalla politica nel fare impresa: io non ho mai fatto finanza - sono io... Nel '93 - osserva Berlusconi - ho dato le dimissioni... a volte ho persino paura a fare una telefonata per le televisioni».***



LA REPUBBLICA
9 gennaio 2006
Il presidente del Consiglio ha utilizzato la norma varata nel 2002
E' quanto emerge dalle indagini sulle irregolarità di Mediaset
Berlusconi, grazie al condono fiscale
paga 1800 euro per sanare milioni

ROMA - Grazie alla norma sul condono fiscale varata dalla maggioranza nel 2002, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe sanato la sua posizione fiscale da decine di milioni di euro versando 1.800 euro in due tranche: una da 1.500 euro e la seconda da 300 euro. Il dato è emerso dal procedimento, in corso a Milano e ancora in fase di udienza preliminare, sulle presunte irregolarità compiute da Mediaset nell'ambito della compravendita dei diritti televisivi.
Il 15 dicembre scorso, infatti, l'agenzia delle entrate aveva chiesto copia di alcune carte processuali per compiere accertamenti fiscali proprio a carico del premier in relazione al periodo 1996/2002, ma la richiesta è stata ritirata dopo pochi giorni proprio perché Berlusconi, utilizzando la norma sul condono fiscale n. 289, varata dalla maggioranza di governo nel 2002, avrebbe regolarizzato così la sua posizione nei confronti del fisco.
Non si sono fatte attendere le reazioni. "Se è così dobbiamo riconoscere che almeno in questo caso Berlusconi ha mantenuto una promessa fatta agli italiani: per sé stesso è riuscito a ridursi le tasse", afferma Vannino Chiti, coordinatore per le relazioni politiche e istituzionali dei Ds. "In secondo luogo, appare confermato che il presidente del Consiglio non ha mai guadagnato dal suo ruolo in politica. E che l'on. Tremonti è più bravo a fare il commercialista di Berlusconi che il ministro dell'economia", ha concluso Chiti.






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CORRIERE DELLA SERA
9 gennaio 2006
Berlusconi all'attacco dell'Unione e delle coop
«Politica divisa dagli affari, io l'esempio»
«Su Unipol sinistra scandalosa. Contattato sull'Opa sono rimasto neutrale, altri no». E poi va da Biscardi a parlare di Vieri

ROMA - Esordio di Ferrara: «Abbiamo il piacere, il privilegio di avere il presidente del Consiglio...». Risposta di Berlusconi: «Il piacere e il privilegio è tutto mio». Inizia così l'attesa puntata di «Otto e Mezzo» su La7, la prima uscita televisiva del premier di una lunga serie. «Sono tornato in tv per spiegare la realtà agli italiani», sintetizza Berlusconi, che poi già che c'è - una volta finito con Ferrara - si accomoda nel salotto del Processo. Stessa rete, temi sportivi. «Biscardi per convincermi a essere qui mi ha detto: venga presidente a parlare finalmente di cose serie...», scherza rilassato e a suo agio il Cavaliere discettando dell'addio di Vieri, della «Juve dei miracoli» e di Galliani che, per via del conflitto d'interessi, «non può mai protestare con gli arbitri anche quando dovrebbe».
AFFARI E POLITICA - Da Ferrara appare più teso, con il conduttore che lo incalza subito sul tema più caldo, l'intreccio tra politica e affari. Berlusconi ribadisce: «Io sono l'esempio della separazione tra politica e affari». Il Parlamento ha legiferato spesso in materia, favorendolo nei suoi molti interessi? «Se un Parlamento decide di intervenire su un certo settore decide di intervenire liberamente - ribatte il premier - ma sono davvero molte le situazioni che mi hanno penalizzato». Segue un lungo elenco di rinunce: dai giornali alle tv, fino alla Standa. Insomma «se c'è qualcuno penalizzato dalla politica nel fare impresa: io non ho mai fatto finanza - sono io... Nel '93 - osserva Berlusconi - ho dato le dimissioni... a volte ho persino paura a fare una telefonata per le televisioni».

CASO UNIPOL - Ma è sul caso Unipol che Berlusconi lancia gli affondi più pesanti. «Sono stato contattato da un importante possessore di azioni della Bnl: la risposta che io ho dato è stata "fate ciò che ritenete più opportuno per voi". Altri non hanno fatto così: anzi, sono andati da quel protagonista a dire vendete le vostre azioni a Unipol». È un comportamento «scandaloso» quello della sinistra che viene bollata anche come «anti-democratica».

LA TELEFONATA CON GNUTTI - «Non mi sono sperticato in alcun complimento. Al momento della telefonata con Gnutti ero con 150 imprenditori e quando lui mi ha detto che Bankitalia aveva dato il via libera all’Opa ho semplicemente detto molto bene molta fortuna, così come avrei fatto con chiunque altro» spiega Berlusconi chiarendo così il suo coinvolgimento nella pubblicazione delle intercettazioni in merito alle scalate bancarie.

NESSUN ATTACCO AI DS - «Da parte mia e del mio partito non c'è stato alcun attacco personale a nessuno - osserva Berlusconi - né a D'Alema, né a Fassino. Ma la vicenda Unipol ha fatto emergere un sistema di collateralismo tra giunte rosse e movimenti cooperativi». Da qui l'altro affondo sulle coop, un sistema «che non è più tollerabile in un sistema democratico e di libero mercato».

BERTINOTTI IL PIU' TOSTO - Poi volgendo lo sguardo alle politiche dice che «gli italiani non saranno così malaccorti da dare il governo in mano a questa sinistra, che è ancora antidemocratica». Tra gli avversari quello che teme di più è il segretario del Prc Bertinotti, «il più tosto» secondo la definizione berlusconiana «e sarà lui ad imporre i suoi diktat a tutta la maggioranza».

IN LEGGERO SVANTAGGIO - Citando i sondaggi, Berlusconi ammette che attualmente la Cdl è «in un leggero svantaggio» rispetto all'Unione. Ma conferma la sua convinzione che la Cdl vincerà le elezioni.

SANTORO E LA RAI - Quindi torna sulla vicenda dei cosiddetti epurati Rai, Biagi e Santoro tanto per capirci. «Non dipende da me il loro ritorno in video», taglia corto il Cavaliere, ricordando l'editto di Sofia sull'uso criminoso e aggiungendo: «Santoro C.? Non sono stato io a penalizzare questi signori, ma l'autorità preposta alla verifica della par condicio. Certo - poi ammette - non ho certo spinto affinché tornassero. Ma questo sarebbe stato chiedermi troppo». L'opinione sulla categoria non è dei più teneri: «Gran parte dei giornalisti italiani sono di sinistra perché in passato non era possibile farsi assumere se non si era di sinistra».

LA TAV SI FARA' - Quanto alle grandi opere, Berlusconi si dice convinto della necessità del «corridoio 5» e assicura che il progetto Tav si farà: «non ci sarà un giorno di ritardo. Non abbiamo voluto dare risposte violente eccessive alla protesta dei manifestanti, ma tra due mesi, quando arriveranno i macchinari necessari, tutto partirà».

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