COMMISSIONE D'INDAGINE SULLA LEGGE 194 E VOLONTARI "MANDATI" NEI CONSULTORI (MALTESE, ZIZOLA, GOYA)

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INES TABUSSO
00giovedì 1 dicembre 2005 11:16
LA REPUBBLICA
1 dicembre 2005
LA POLEMICA
La caricatura di una legge
CURZIO MALTESE

Nello spumante calderone elettorale rischia di finire anche un tema serio e delicato come l´aborto. La commissione d´indagine sulla legge 194 approvata ieri dalla maggioranza ha l´aria di far parte di un giro delle sette chiese per raccattare voti utili alla destra in vista del 9 aprile, non importa se dalle parrocchie o dai seguaci di Previti. Non c´è bisogno di un´inchiesta parlamentare per sapere che la legge sull´aborto è stata una delle migliori e più efficaci varate dal Parlamento negli ultimi vent´anni.
Basta consultare sul sito della Sanità i dati più recenti, forse forniti all´insaputa del ministro Storace. Ebbene, dagli anni Ottanta a oggi, grazie all´applicazione della 194, gli aborti in Italia sono diminuiti da 240 mila (1982) a 130 mila (2004). Soltanto undici italiane su mille in Italia ricorrono all´interruzione di gravidanza, un indice fra i più bassi del mondo. In Francia, Svezia e Stati Uniti sono quasi il doppio, in Russia sei volte. Sono capaci i pasdaran della nuova destra d´indicare un´altra classifica mondiale dove l´Italia occupi una posizione tanto virtuosa?
Alla luce dei risultati concreti, bisogna concludere che i cosiddetti "abortisti" si sono rivelati i veri difensori della vita. Loro avevano ragione e gli avversari, sedicenti paladini del diritto alla vita, hanno avuto clamorosamente torto. Il diritto all´aborto come allegra pratica anti concezionale, l´esplosione del fenomeno fino alla distruzione della famiglia, erano e rimangono caricature propagandistiche. In una qualche misura lo ammette perfino la chiesa cattolica con la richiesta di entrare nei consultori che soltanto cinque anni fa papa Wojtyla, come ricorda altrove Giancarlo Zizola [1], considerava luoghi del demonio. Allora che senso ha mettere sotto osservazione e dunque sotto pressione la legge 194, una delle poche conquiste civili di un paese eternamente in ritardo?
La convenienza elettorale, certo. Mal consigliato dai teo con nostrani, Berlusconi s´è lanciato alla caccia del voto cattolico, nella speranza di rimontare il pronostico sfavorevole come è accaduto al suo modello americano. Allo scopo è comparsa all´improvviso sulla già pittoresca scena nazionale una strana figura, quella dell´ateo clericale. Il non credente ma osservante. Un tipo che ricorda il motto di Salvador Dalì: «Non credo in Dio ma vado a messa perché non si sa mai».
Il calcolo appare cinico e raffinato ma forse è imbecille. Nell´America di Bush l´economia alla fine ha contato sempre più della fede. Se è così anche da noi, Berlusconi non ha scampo.
Altri moventi possibili per la scelta della maggioranza sono l´abitudine a buttare soldi e tempo in commissioni d´inchiesta inutili e ideologiche (Mitrokhin, Telekom Serbia) e il gusto di demolire quel poco che ancora funziona. Dev´essere questa la ragione per cui la destra si accanisce in riforme della scuola che stravolgono medie ed elementari, che funzionano bene, mentre ignorano lo sfascio dell´università.
L´aspetto più triste dell´intera vicenda è il modo superficiale, furbastro di trattare il tema della famiglia. L´istituzione più esaltata a parole e peggio considerata nei fatti. Il diritto di famiglia è fermo da vent´anni, mentre nel resto d´Europa, dalla Spagna socialista di Zapatero alla Francia conservatrice di Chirac occupa il centro del dibattito. L´idea stessa di allungare alle famiglie l´elemosina una tantum di un bonus di mille euro, sorteggiato guardacaso per il solo anno di vigilia elettorale, è qualcosa di avvilente. La crisi della famiglia in Italia c´è ed è grave, come dicono i vescovi e certificano le statistiche sulla bassa natalità. Ma non è certo stata prodotta dalla legalizzazione dell´aborto. Piuttosto da una struttura sociale che lascia sole e senza protezione le giovani donne. Nel welfare all´italiana non esiste condizione peggiore. Le italiane fra i venti e i quarant´anni sono le peggio pagate d´Europa, le meno sostenute nella ricerca del lavoro e della casa, durante la maternità, nella scelta della scuola per i bambini, in definitiva in tutti i passaggi cruciali della vita. C´è da stupirsi se fanno pochi figli? Ogni giorno qualche brava persona prova a segnalare la nostra vergognosa arretratezza. Ieri Rosi Bindi, insieme a un gruppo di parlamentari dell´Unione, ha proposto in alternativa ai bonus un sostegno strutturale alle giovani famiglia e l´estensione dei diritti di maternità alle lavoratrici autonome o precarie e alle casalinghe, come avviene in Francia e Germania. Nelle stesse ore il ginecologo di Torino, Silvio Viale, ha deciso di distribuire ricette per la pillola del giorno dopo. Quella che in tutta Europa le ragazze possono acquistare al supermercato, senza bisogno di ricetta medica.
Sulla famiglia c´è tanto lavoro da fare, La chiesa cattolica, se è davvero interessata a difendere la vita, potrebbe mandare i suoi volontari nelle periferie, dove italiane e immigrate abortiscono per solitudine, povertà, disperazione. Oppure può rinunciare agli sconti sull´Ici e a una parte della montagna di soldi garantiti dall´8 per mille per favorire finalmente una politica della casa a favore delle giovani coppie. Sono proposte troppo estremiste, provocatorie, alla Zapatero? Sarà ma accade ovunque, dall´Olanda alla placida Svizzera. Nelle periferie la Chiesa collabora con gli stati laici, senza metterne in dubbio i valori. Soltanto noi italiani abbiamo il privilegio di un Ruini che compare ogni sera al telegiornale per fare l´elenco delle leggi buone e cattive.

[1]
LA REPUBBLICA
1 dicembre 2005
E WOJTYLA DISSE: VIA DAI CONSULTORI
GIANCARLO ZIZOLA - a pag.53

newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArtic...


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CONTRIBUTO INVOLONTARIO DI FRANCISCO GOYA PER IL KIT DEL VOLONTARIO ANTI-194:
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