CONFLITTO D'INTERESSI/VIOLANTE: "INTEGRAZIONE E PERFEZIONAMENTO DELLA LEGGE ESISTENTE", LA FRATTINI

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INES TABUSSO
00giovedì 14 settembre 2006 19:12


CORRIERE DELA SERA
14 settembre 2006
Conflitto d'interessi
Violante: «Niente vendite forzose»
Livia Michilli

ROMA — La commissione Affari costituzionali della Camera inizia a esaminare la proposta di legge dell'Unione sul conflitto di interessi e il presidente ( e relatore) Luciano Violante mette subito le cose in chiaro: la nuova normativa « non può obbligare Berlusconi o altri a vendere » . Nel caso di grandi patrimoni, spiega l'esponente ds, « troveremo un metodo che soddisfi la trasparenza della conduzione e il non uso del potere pubblico a finalità private, ma che non penalizzi un asset fondamentale per il Paese». Il metodo proposto da Violante arriva dalla Sardegna: si chiama blind management agreement ed è contenuto in una proposta di legge, presentata nel 2005 dalla Giunta regionale, che si rifà all'esperienza canadese (ci lavorò su Guido Rossi per risolvere il conflitto di interessi del Governatore Soru). Questo modello prevede che « il proprietario di una società resta legalmente tale ma trasferisce tutti i diritti e i privilegi connessi alle azioni ad un terzo da lui scelto, ma soggetto al benestare di un'Autorità». Una soluzione dunque alternativa al blind trust e alla vendita forzosa, considerata una misura troppo radicale e perciò da valutare solo come « ultima ratio». Nella sua relazione introduttiva, Violante accoglie poi la proposta del governo di estendere la legge sul conflitto di interessi anche agli amministratori regionali e dei grandi enti locali.
L'ineleggibilità? Meglio « preferire la categoria dell'incompatibilità » , sottolinea il presidente della prima Commissione, proponendo di attribuire con legge costituzionale alla Consulta la competenza sulla materia. Ma da Violante arriva anche un'indicazione di metodo: invece di buttar via la legge Frattini ora in vigore, sarebbe più « proficuo » integrarla e perfezionarla. Proposta che però solleva qualche perplessità nel centrosinistra: per Riccardo Villari ( Margherita) è difficile modificare una norma « il cui impianto è del tutto inadeguato e difficilmente compatibile col nostro programma » . Il giudizio dell'Unione sulla relazione è comunque positivo, anche se Mastella continua a invocare prudenza mentre l'Italia dei Valori insiste nel chiedere un vertice di maggioranza. E nella Cdl si aprono le prime crepe. Perché se Forza Italia e An fanno muro, il centrista Michele Vietti apprezza il richiamo di Violante a non fare « tabula rasa » della Frattini. E Roberto Maroni avverte: « La Lega procederà autonomamente».




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IL GIORNALE
14 settembre 2006
Conflitto d’interessi: l’Unione tende la mano, il Polo non si fida
- di Redazione -
da Roma

Sceglie i toni bassi, la maggioranza, al via dell'iter per la nuova legge sul conflitto di interessi. Parla persino di dialogo, ma la Cdl resta sul piede di guerra sospettando «una valanga di ipocrisia» (Bertolini) e persino una manovra per eliminare l'avversario Berlusconi e andare a elezioni anticipate (La Loggia).
Luciano Violante, relatore del progetto di legge sottoscritto da tutti i capigruppo dell'Unione (per primo dall'ulivista Franceschini), spiega in commissione che la legge Frattini varata soltanto due anni or sono presenta molte lacune, ma può essere «aggiustata» da un nuovo intervento legislativo, che non vuole essere «contro qualcuno». «Lo spirito con il quale sarebbe proficuo affrontare il tema - spiega Violante - non è quello dell'intervento su una tabula rasa, ma dell'integrazione e perfezionamento della legge esistente». L'ex presidente della Camera tende la mano alla Cdl, affermando che si dovranno valutare assieme «caso per caso le soluzioni più opportune, congrue, eque e costituzionalmente corrette». Addirittura, aggiungerà davanti ai microfoni tv, la nuova legge «non può obbligare Berlusconi o altri a vendere: bisogna mettere da parte la prevenzione contro Tizio o Caio ed evitare misure esorbitanti rispetto allo scopo. Possiamo fare una legge seria che serva a tutti e confido che se faremo una cosa seria anche l'opposizione possa votarla. E se non sarà una cosa seria io non ci sarò». Violante dice di voler trovare un metodo, «nel caso dei grandi patrimoni, che soddisfi la trasparenza della conduzione, il non uso del potere pubblico a finalità private, ma che non penalizzi un asset fondamentale per il Paese».
Riguardo agli aspetti tecnici del provvedimento, il relatore è soddisfatto dell'intenzione del governo di limitarsi a porre alcuni emendamenti al testo di legge parlamentare e chiarisce che le «profonde correzioni alla legge Frattini riguardano l'estensione ai presidenti di Provincia, Regione e sindaci delle norme, l'istituzione di un'autorità sanzionatoria autonoma, la definizione più chiara del conflitto di interessi e dei principi di incompatibilità, riducendo quelli di ineleggibilità per cui l'eletto possa decidere se fare l'uomo di governo o di impresa, e tenendo presente che limitare il controllo unicamente ai concessionari radiotelevisivi potrebbe risultare insufficiente». Prevenire e non reprimere, la linea morbida predicata da Violante. Le norme sull'incompatibilità andranno demandate alla Corte costituzionale (come in Francia e Germania) con un pdl costituzionale ad hoc.
Precisazioni e rassicurazioni che non vengono ritenute però credibili da larga parte della Cdl. Malan e Santelli (Forza Italia), Bocchino e La Russa (An) ritengono la legge un espediente per «eliminare Berlusconi» o «costringerlo a vendere Mediaset». L'udc Vietti si soddisfa dei propositi di Violante mentre Maroni annuncia che la Lega procederà «autonomamente».






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