Cinque Poesie per il gioco del calcio

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misterc22
00sabato 19 marzo 2011 13:16
Umberto Saba
Goal





Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La folla - unita ebbrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete inviolata il portiere
- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch'io son parte.
misterc22
00sabato 19 marzo 2011 13:16
Squadra paesana





Anch'io tra i molti vi saluto, rosso

alabardati,

sputati

dalla terra natia, da tutto un popolo

amati.



Trepido seguo il vostro gioco.

Ignari

esprimete con quello antiche cose

meravigliose

sopra il verde tappeto, all'aria, ai chiari

soli d'inverno.



Le angosce

che imbiancano i capelli all'improvviso,

sono da voi così si lontane! La gloria

vi dà un sorriso

fugace: il meglio onde disponga. Abbracci

corrono tra di voi, gesti giulivi.



Giovani siete, per la madre vivi;

vi porta il vento a sua difesa. V'ama

anche per questo il poeta, dagli altri

diversamente - ugualmente commosso.
misterc22
00sabato 19 marzo 2011 13:17
Tre momenti


Di corsa usciti a mezzo il campo, date
prima il saluto alle tribune. Poi,
quello che nasce poi,
che all'altra parte rivolgete, a quella
che più nera si accalca, non è cosa
da dirsi, non è cosa ch'abbia un nome.

Il portiere su e giù cammina come
sentinella. Il pericolo
lontano è ancora.
Ma se in un nembo s'avvicina, oh allora
una giovane fiera si accovaccia
e all'erta spia.

Festa è nell'aria, festa in ogni via.
Se per poco, che importa?
Nessun'offesa varcava la porta,
s'incrociavano grida ch'eran razzi.
La vostra gloria, undici ragazzi,
come un fiume d'amore orna Trieste.
misterc22
00sabato 19 marzo 2011 13:18
Fanciulli allo stadio


Galletto
è alla voce il fanciullo; estrosi amori
con quella, e crucci, acutamente incide.


Ai confini del campo una bandiera
sventola solitaria su un muretto.
Su quello alzati, nei riposi, a gara
cari nomi lanciavano i fanciulli,
ad uno ad uno, come frecce. Vive
in me l'immagine lieta; a un ricordo
si sposa - a sera - dei miei giorni imberbi.


Odiosi di tanto eran superbi
passavano là sotto i calciatori.
Tutto vedevano, e non quegli acerbi.

misterc22
00sabato 19 marzo 2011 13:20
TREDICESIMA PARTITA



Sui gradini un manipolo sparuto

si riscaldava di se stesso.

E quando

smisurata raggiera il sole spense

dietro una casa il suo barbaglio, il campo

schiarì il presentimento della notte.

Correvano sue e giù le maglie rosse,

le maglie bianche, in una luce d’una

strana iridata trasparenza. Il vento

deviava il pallone, la Fortuna

si rimetteva agli occhi la benda.

Piaceva

essere così pochi intirizziti

uniti,

come ultimi uomini su un monte,

a guardare di là l’ultima gara.
4x4lucy
00sabato 19 marzo 2011 20:36
Certo sono belle poesie! mi piacerebbe vedere però la faccia di Umberto Saba seduto sugli spalti a vedere ed ascoltare ciò che dicono e fanno i fanciulli d'oggi!!!!
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