Curiosità & Chincaglierie

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Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 19:59
Le piccole perle di erudizione,informazioni su eventi, notizie di Cultura generale,notizie sui passatempi e tutta quella gamma di notizie tanto inutili quanto indimenticabili!!![SM=g27811]
Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 20:29
Spettacolo nei cieli, il 3 ottobre eclissi anulare di sole
Il disco della Luna coprirà esattamente, ma non completamente, il Sole lasciandone intravedere un 'anello' luminoso



Occhi puntati verso il cielo lunedì prossimo. E' prevista infatti per il 3 ottobre un'affascinante eclissi anulare di Sole. Il fenomeno sarà perfettamente osservabile dall'Europa meridionale, tra cui Italia e Spagna, poi dall'Africa, dalla penisola arabica e da alcune aree dell'India. Lo spettacolo inizierà alle 9.35 a est delle Azzorre, quando la penombra della Luna che si trova davanti al Sole inizierà ad essere proiettata sulla Terra. L'eclissi anulare si sposterà quindi dal Portogallo, alla Spagna, all'Africa del nord e fino all'Oceano Pacifico.

Riguardo all'Italia, la Luna comincerà ad intaccare la sagoma solare alle 9,44 del mattino, ma il fenomeno sarà massimamente visibile alle ore 11,09 per poi concludersi alle 12,34.

Eclissi anulare significa che il disco della Luna copre esattamente, ma non completamente, il Sole, ovvero ne lascia intravedere un 'anello' luminoso.

In Europa il fenomeno potrà essere osservato in modo ottimale da Madrid alle 10.58, mentre il prossimo appuntamento con una nuova eclissi di Sole è fissato per il 29 marzo 2006.

Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 22:18
Asta: cimeli di Kennedy in vendita
A partire dal mese di dicembre avrà inizio la vendita


La saga dei Kennedy continua, all'asta di dicembre sara' la volta della collezione di un commesso viaggiatore di detersivi, Robert White. White e' morto nel 2003 e in vita aveva ammassato oltre 350 mila oggetti legati al mito dei Kennedy. I pezzi hanno il sapore della 'garage sale', ad esempio c'e' una tazza da caffe' di carta con la scritta ''caffe' con Kennedy'' che reca ancora le tracce della bevanda consumata dal presidente.
Ratzigirl
00mercoledì 28 settembre 2005 12:58
Scoperto un calamaro gigante...il mitico Octopuss??!!!


Con una particolare macchina fotografica sottomarina guidata a distanza da un telecomando, gli scienziati giapponesi sono riusciti per la prima volta a catturare immagini di una delle più misteriose creature marine, il calamaro gigante.


Sinora le uniche informazioni sulla colossale creatura, che misura sino a 18 metri, erano basate sui resti giunti a riva o finiti nelle reti dei pescatori.


Ma Tsunemi Kubodera, del Museo Nazionale delle Scienze e Kyoichi Mori dell'associazione Osservatorio Balene Ogasawara, entrambi di Tokyo, sono riusciti a cogliere le prime immagini dell'animale, l'Architeuthis, che attacca un'esca a 900 metri di profondità nelle scure acque del Pacifico settentrionale.


"Mostriamo le prime immagini del calamaro gigante nel suo ambiente naturale", hanno detto nel loro rapporto oggi nella rivista Proceedings B della Royal Society.


Della creatura si sa poco, per la difficoltà a localizzarla e studiarla dal vivo, visto che per studiare gli abissi occorrono grandi navi ed attrezzature particolari e costose.


Gli scienziati sono riusciti ad individuare il calamaro gigante seguendo i capodogli, i più attivi cacciatori di calamari giganti, che si riuniscono tra settembre e dicembre nelle profonde acque al largo delle isole Ogasawara nel Pacifico settentrionale.

....e nel 2002....




Sulla spiaggia della Tasmania in Australia, (luglio 2002), Guinness da primati .
Il calamaro nella foto, ritrovato morto su una spiaggia in Australia, aveva un peso di circa pesa 250 Kg., e tentacoli di quasi 18 metri di lunghezza. Si tratta del terzo avvistamento in poco meno di 16, uno avuto nel 1986 e l'altro nel 1991, sempre e comunque di animali morti.
In realtà lunghezza e peso non rispecchiano proporzioni riscontrate su altri avvistamenti o recuperi di navi oceanografiche, dove con lunghezze inferiori (8 metri) si avevano pesi di circa una tonnellata. Che il peso non sia elevato rispetto alla lunghezza dei tentacoli, può essere dovuto al fatto che vi sia stata una perdita causa la lunga permanenza in mare.
Il curatore di zoologia del museo, David Pemberton di Hobart, per caratteristiche mai riscontrate prima (lunghi muscoli attaccati a ciascun tentacolo) dichiara:
"Fa sicuramente parte del gruppo dei calamari giganti - ha detto David Pemberton - ma alcune delle sue caratteristiche ci hanno messo il dubbio che si possa trattare di una nuova specie perciò abbiamo chiesto aiuto ad alcuni specialisti che svolgeranno uno studio per stabilirlo".
I ritrovamenti di carcasse di questi abitanti degli abissi marini non sembrano più eventi straordinari che ci riportano alla memoria i racconti di Giulio Verne in "Ventimila leghe sotto i mari" dove però trattasi di polpi visti con grosse lenti d'ingrandimento. L'episodio a cui si ispirò nel racconto, era realmente accaduto ma non era appunto una piovra bensì un calamaro gigante (Architenthis Rex) anch'esso morto e maleodorante, che un mercantile francese si è trovato sulla propria rotta. Era lungo una ventina di metri.
Vivi, ma chissà se sono della stessa specie, e di dimensioni più modeste ma comunque di svariate decine di chili qualcuno l'estate scorsa (2002) ha avuto modo di incontrarli di notte nel Mar Ligure occidentale, durante il recupero delle proprie lenze, ma che solo in porto ha avuto la conferma data da i resti d'inchiostro sulla prua della barca, molto abbondanti. Per non dire poi di quando recuperando i pesci, all'ennesimo strattonato e mozzato si è visto a pochi metri e in superficie, illuminato dal faretto della barca, una grosso calamaro lungo alcuni metri che non curante della barca, si aggirava con movimenti e scatti non consoni alla sua mole. Di questi mostri marini, si sa ben poco e quel poco deriva dagli studi sull'anatomia del corpo (carcasse) o dei resti di cibo trovati all'interno degli stomaci dei capodogli che di essi si cibano e che dai balenieri a loro volta sono stati uccisi in tutti gli oceani del mondo.
Poco o pochissimo si sa sul comportamento e la vita di questi esseri, così c'è chi asserisce che vivono a grandi profondità, qualche migliaio di metri, non sopportano le acque calde e la luce del sole che filtra dalla superficie, così quando giungono in superficie, sono praticamente morti. Per fortuna!! Per l'alto contenuto nel sangue di emocianina che esige temperature fredde tipiche dei fondali degli abissi marini, si suppone che l'essere viva esclusivamente a quelle profondità.

I ritrovamenti delle carcasse hanno potuto constatare che il suo sangue è azzurro per l'altra concentrazione di ioni ammoniacali, ha due cuori che si contraggono contemporaneamente, e che i due tentacoli in più rispetto ai polpi, di oltre dieci metri, possiedono delle punte a forma di dardo con quattro file di ventose di 15-25 cm e dai bordi seghettati.




Ratzigirl
00venerdì 30 settembre 2005 12:13
50 ANNI FA MORIVA JAMES DEAN IN UN FRONTALE CON LA SUA PORSCHE
QUEL GIORNO,30 SETTEMBRE 1955 E' NATO IL SUO MITO.




ROMA - Una Porsche 550 Rs spyder metallizzata, solo 1500 di cilindrata, ma tanti cavalli per dare 15 minuti di distacco a una Maserati 3000 alla targa Florio del 1956 e la morte a una star nascente come James Byron Dean. Fu proprio su questa auto bella come un giocattolo, che cinquanta anni fa, il 30 settembre del 1955 alle 18, l'attore, con soli tre film all'attivo, sulla statale 466 direzione Salinas (California), si va a schiantare a soli 24 anni contro un'innocente berlina di uno studente di San Luis Obispo che gli taglia la strada.

Insieme a lui, il meccanico Rolf Wütherich che volo' fuori dall'auto cavandosela con numerose fratture; per Dean invece, che era alla guida, lesioni interne che lo fecero morire dopo pochi minuti. Nato l'8 febbraio del 1931 in una fattoria della sua famiglia a Marion, Indiana, non si puo' dire che il provinciale James Dean abbia avuto molto tempo per fare carriera, ma sicuramente per consumare una leggenda postuma. Qualche breve apparizione televisiva, poi a Broadway a recitare ne 'L'immoralista' di Andre' Gide e,infine, a Hollywood in piccole parti ne 'I figli della gloria' e 'Attente ai marinai' e 'Il capitalista'.

E ancora all'Actor Studio di Santa Monica, dove incontra quello che diventera' il suo idolo: Marlon Brando. Un amore pero' sembra non troppo corrisposto dall'attore di 'Fronte del porto' che trovava Dean detestabile per il suo carattere scontroso. Il successo pero' arriva lo stesso, immediato e breve. Elia Kazan gli affida nel 1955 il ruolo di Cal Trask ne 'La valle dell'Eden' tratto dall'omonimo romanzo di John Steinbeck. Non e' ancora uscito dal personaggio di Cal, adolescente ribelle di Salinas Valley che si contende le attenzioni del padre (Raymond Massey) con il fratello (Richard Davalos), che arriva il suo primo film da protagonista. Si tratta di 'Gioventu' bruciata' di Nicholas Ray dove James Dean, diventato gia' nel frattempo idolo di una generazione ribelle che usciva dal secondo dopoguerra, interpreta, manco a dirlo, un ragazzo appena inurbato in lotta contro tutto, e soprattutto contro se stesso.

'Il gigante' e' il suo ultimo atto. A firma di George Stevens, nel film tutti ricordano l'ambizioso James Dean misurare a passi il suo piccolo podere, dal quale trarra' il petrolio che lo rendera' ricco. Non ha ancora terminato 'Il gigante', che l'attore, da molti considerato rozzo e discontinuo nella recitazione, si schianta appunto con la sua Porsche sulla strada di Salinas, in Texas.

Un finale il suo che e' anche l'inizio di una leggenda mai davvero terminata. Per Dean che aveva iniziato la sua carriera con uno spot sulla Coca Cola e unico attore ad aver ricevuto due candidature all'Oscar postume (per 'La valle dell'Eden' e 'Il gigante') e' ancora leggenda. Una curiosita'. A cinquanta anni di distanza c'e' chi ancora cerca la sua Porsche 550 spyder. Il museo dell'Illinois, ricordando il 50/mo anniversario della sua morte con una mostra in cui sono esposti alcuni cimeli dell'incidente automobilistico, ha infatti promesso un milione di dollari di ricompensa a chi portera' al museo dell'auto di Volo quello che resta della sua vettura.
Ratzigirl
00domenica 2 ottobre 2005 11:44
Clooney afflitto da rara malattia
Clooney: "Io, malato di amnesie"


Uno degli attori più amati dal pubblico, il fascinoso, bello e talentuoso (dopo "Good night, and good luck" ha dimostrato di saperci fare anche come regista) George Clooney condannato a terribili emicranie e a una pena che, per un attore, sa di contrappasso: la perdita della memoria. La star lo ha dichiarato nel corso di un'intervista andata in onda sulla rete americana Abc e ripresa dal "Corriere della sera".



Lo scorso anno i fan di Clooney erano rimasti con il fiato sospeso nell'apprendere che la star sarebbe stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla colonna vertebrale; uno dei sex symbol più bramati di Hollywood avrebbe rischiato l'infermità o addirittura la vita: per fortuna quell'operazione ebbe buon esito e l'attore potè riprendere la sua attività di protagonista dello showbiz e del gossip.

Ma purtroppo per George i guai non sono finiti. Da oltre un anno, l'attore soffre di quella che i medici definiscono "torn dura mater", la rottura di una membrana che riveste il midollo spinale. "Penso di essere invecchiato dieci anni in 12 mesi", ha affermato il divo alla trasmissione "Primetime" sottolineando come sia costretto ad appiccicare promemoria ovunque per non dimenticare le cose da dire o da fare. Oltre ai quotidiani mal di testa - per fortuna sempre più lievi - e al senso di generale intontimento, Clooney sente di avere un "cervello contuso".

Ma nonostante questo brutto problema, il bel George non sembra aver perso l'ottimismo e la voglia di fare. ""Sono convinto che alla fine uscirò dal tunnel", ha dichiarato la star reduce dal trionfo al recente festival di Venezia. Il suo "Good night, and good luck", dedicato ad a un anchorman che negli anni '50 si batté contro il senatore McCarthy, è infatti stato il vincitore morale della kermesse. Con il suo film (che ha regalato la coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile all'attore David Strathairn) e l'inarrivabile gentilezza e charme, Clooney ha infatti conquistato tutti.

[Modificato da Ratzigirl 03/10/2005 18.32]

RATZGIRL
00lunedì 3 ottobre 2005 00:10
Re: Clooney afflitto da rara malattia

Scritto da: Ratzigirl 02/10/2005 11.44
Clooney: "Io, malato di amnesie"


Uno degli attori più amati dal pubblico, il fascinoso, bello e talentuoso (dopo "Good night, and good luck" ha dimostrato di saperci fare anche come regista) George Clooney condannato a terribili emicranie e a una pena che, per un attore, sa di contrappasso: la perdita della memoria. La star lo ha dichiarato nel corso di un'intervista andata in onda sulla rete americana Abc e ripresa dal "Corriere della sera".



Lo scorso anno i fan di Clooney erano rimasti con il fiato sospeso nell'apprendere che la star sarebbe stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla colonna vertebrale; uno dei sex symbol più bramati di Hollywood avrebbe rischiato l'infermità o addirittura la vita: per fortuna quell'operazione ebbe buon esito e l'attore potè riprendere la sua attività di protagonista dello showbiz e del gossip.

Ma purtroppo per George i guai non sono finiti. Da oltre un anno, l'attore soffre di quella che i medici definiscono "torn dura mater", la rottura di una membrana che riveste il midollo spinale. "Penso di essere invecchiato dieci anni in 12 mesi", ha affermato il divo alla trasmissione "Primetime" sottolineando come sia costretto ad appiccicare promemoria ovunque per non dimenticare le cose da dire o da fare. Oltre ai quotidiani mal di testa - per fortuna sempre più lievi - e al senso di generale intontimento, Clooney sente di avere un "cervello contuso".

Ma nonostante questo brutto problema, il bel George non sembra aver perso l'ottimismo e la voglia di fare. ""Sono convinto che alla fine uscirò dal tunnel", ha dichiarato la star reduce dal trionfo al recente festival di Venezia. Il suo "Good night, and good luck", dedicato ad a un anchorman che negli anni '50 si batté contro il senatore McCarthy, è infatti stato il vincitore morale della kermesse. Con il suo film (che ha regalato la coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile all'attore David Strathairn) e l'inarrivabile gentilezza e charme, Clooney ha infatti conquistato tutti.




Povero George...non lo sapevo,mi dispiace molto![SM=g27813] [SM=g27813] [SM=g27813]

[Modificato da Ratzigirl 03/10/2005 18.33]

Ratzigirl
00martedì 4 ottobre 2005 13:58
Notizia inquietante!!!
Infibulazione per 130 milioni di bambine nel mondo




Secondo stime attendibili (Oms, Onu, Unicef) l’infibulazione (pratica che comporta l’asportazione parziale o totale degli organi genitali esterni delle donne) interessa almeno 120-130 milioni di bambine nel mondo. Lo rivela un dossier curato dall’Agenzia vaticana Fides della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Secondo l’Unicef, inoltre, entro il 2010, altre 16 milioni di ragazze saranno costrette con la forza a subire questo tipo di violenza. Ogni anno, in media, continuano a subirla 2-3 milioni di adolescenti (qualcosa come una bambina ogni quattro minuti). L’Africa sub-sahariana è la parte del pianeta dove tale pratica è maggiormente diffusa, ma anche diversi paesi arabi come l’Egitto e lo Yemen sono interessati da tale fenomeno. La Somalia ha il triste primato della “infibulazione faraonica” (la più devastante perché prevede, oltre all’asportazione dei genitali, anche la sutura dell’orificio su cui si lascia soltanto un piccolo passaggio nell’estremità inferiore per l’emissione dell’urina e del flusso mestruale). Si calcola che il 98% delle donne somale abbia subito questo tipo di infibulazione. Ma l’infibulazione, magari in forme più lievi rispetto a quella somala, viene praticata anche dalle popolazioni musulmane dell’Indonesia, India, Malesia, in alcune zone del Pakistan, nonché in Oman e negli Emirati Arabi. La pratica è stata riscontrata sporadicamente anche tra le tribù aborigene dell’Australia come pure tra quelle del Pakistan, Sri Lanka, Perù, Brasile, Messico dell’est e in Russia. Gli immigrati africani hanno portato queste usanze negli Stati Uniti e in Europa, in particolare in Gran Bretagna e in Francia.
Cifre alla mano, il continente africano resta quello maggiormente interessato dal fenomeno dell’infibulazione. Una pratica che si inserisce in una cultura, quella africana, dove spesso nascere donna rappresenta un brutto scherzo del destino. Le possibili spiegazioni del fenomeno possono essere comprese facendo riferimento principalmente ai seguenti due argomenti: il rapporto con la religione e le credenze culturali. È innegabile, infatti, che soprattutto per una certa tradizione islamica, l’infibulazione sia una pratica ritenuta importante. La donna con il suo corpo e la sua sessualità occupa, nella tradizione islamica, una posizione ambivalente: se, da un lato, è matrice della vita e perciò santuario vivente, dall’altro esprime una potenza negativa che va controllata, circoscritta, incanalata, “protetta” e mai esibita o lasciata libera di espandersi. È perciò comprensibile perché l’istituzionalizzazione di spazi separati per le donne - nella casa, nella vita pubblica (tradizionalmente gestita dal potere maschile) e nella pratica religiosa - abbia potuto radicarsi così in profondità. Alla donna viene riconosciuta una forza speciale. Ma proprio per questo la sua forza va disciplinata e controllata. Il maschio, non potendogliela sottrarre, le riconosce il diritto di esprimerla in spazi separati. E l’imposizione di pratiche escissorie diventa un mezzo per dominare la donna in una società patriarcale dove l’uomo può avere più di una moglie. Per quanto riguarda le credenze culturali, infine, la pratica delle mutilazioni genitali femminili sembra aver avuto origine nell’antico Egitto per poi diffondersi soprattutto in Africa e tra alcuni popoli del Medio Oriente. Nei paesi occidentali le mutilazioni genitali femminili avvengono soprattutto presso le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove si praticano. In una società dove è diffusa la poligamia e la donna deve fare di tutto per apparire affascinante agli occhi dell’uomo, sottomettendosi ad esso con il timore di essere preferita rispetto ad un’altra donna, l’infibulazione appare come una tra le tante armi di conquista. In queste culture la pratica delle mutilazioni genitali femminili viene sostenuta dalle stesse madri che sono convinte in questo modo di assicurare alle loro figlie un futuro più certo in quanto una donna infibulata verrà presa in matrimonio molto più facilmente di una donna non infibulata.
Ratzigirl
00giovedì 6 ottobre 2005 00:13
Il "decimo" pianeta ha una luna. E un soprannome.


Xena e Gabrielle (la sua luna)


Ai primi di agosto ne avevamo annunciato la scoperta. Si tratta di un oggetto più grande di Plutone che orbita alla periferia del sistema solare, nella cosiddetta fascia di Kuiper, e che potrebbe essere il decimo pianeta.
Da allora sono state fatte ulteriori scoperte che aiuteranno gli astronomi a capire se 2003 UB313 (questo è il nome in codice) ha le carte per essere considerato un vero pianeta.
Innanzitutto è stata misurata meglio la sua massa, che ora risulta essere del 20% più grande di Plutone. Anche la sua orbita è stata studiata meglio: si trova a circa 97 unità astronomiche (UA) dal Sole e questo rende 2003 UB313 il più lontano oggetto del sistema solare finora osservato.
Teledipendente. Gli è stato infine dato un nome in codice, in attesa che l'Unione Astronomica Internazionale gli dia un nome ufficiale: si tratta di Xena, principessa-guerriera di una serie Tv molto in voga negli USA.
E recentemente si è scoperto che possiede anche una luna e questa sarebbe una prova in più a favore della tesi che considera Xena un pianeta a tutti gli effetti. Certo, non basta la presenza di un satellite per catalogarlo tra i pianeti: Mercurio e Venere, per esempio, non ne hanno. Ma la presenza del satellite ha anche aspetti positivi in generale: aiuterà a calcolare con precisione massa e velocità di entrambi.
Amiche per la pelle. La scoperta è stata fatta dal team di Mike Brown, lo stesso astronomo che ha scovato Xena. La luna - per il momento battezzata “Gabrielle”, come la co-protagonista della fiction televisiva (nella foto, le due combattive figliole. Xena è quella a destra) - ha un diametro pari a un decimo di quello del pianeta.
I ricercatori hanno scoperto Gabrielle grazie al telescopio hawaiiano W.M. Keck utilizzando un sistema di controllo delle lenti adattive all'avanguardia chiamato "a stella guida laser".
Immagini come su Hubble. Le ottiche adattive sono una tecnica che rimuove gli effetti della turbolenza atmosferica, creando immagini nitide come potrebbero essere quelle riprese al di fuori dell'atmosfera da telescopi spaziali. Normalmente si usano stelle reali, sufficientemente luminose, vicino all'oggetto come punto di riferimento per le correzioni delle ottiche adattive . Ma nei dintorni "apparenti" di Xena non si trova nessuna stella luminosa e l'osservazione ad alta risoluzione sarebbe risultata impossibile senza la nuova tecnica. Il sistema con stella guida laser consente infatti agli astronomi di creare una stella artificiale facendo rimbalzare un fascio laser su uno strato atmosferico a circa 120 km di altezza, creando così un sistema di riferimento artificiale.

Ratzigirl
00venerdì 7 ottobre 2005 15:54
Un film "candido come la neve, e furioso come la tigre".
Uscirà il 14 ottobre con 800 copie il nuovo lavoro di Roberto Benigni, "La tigre e la neve", ma già fa discutere
Stamattina, al termine della prima proiezione riservata alla stampa, è stato accolto da un tiepido applauso.

[IMG]http://Un film "candido come la neve, e furioso come la tigre". Uscirà il 14 ottobre con 800 copie il nuovo lavoro di Roberto Benigni, "La tigre e la neve", ma già fa discutere[/IMG]

Benigni: "Né buonista né ideologico"
"Né buonista né ideologico. Ma arriva al cuore". Roberto Benigni ha difeso così dalle critiche il suo ottavo film da regista. "Mi rendo conto - spiega Benigni - che ci sono opere moderne documentaristiche che vanno alla testa. Il mio film va al cuore e spacca il cuore, entra nella coscienza e nell'anima contro la guerra. E' un film anche feroce perché c'è la morte violenta. Non pretendo di essere Esopo, intendo far distrarre e commuovere, perché i film ci consolano. Vedere una bella storia d'amore non è buonismo, è potenza senza ideologia. E non è neppure una storia dolciastra".

La trama della pellicola
Al centro del film, dedicato ai genitori di Benigni Luigi e Isolina (scomparsi recentemente) c'è un poeta, Attilio De Giovanni, innamorato perdutamente di Vittoria (Nicoletta Braschi). Come quasi sempre gli capita negli ultimi film, Benigni si cimenta con un personaggio che non fa altro che pensare e sognare la sua amata: un sogno rappresentato da un matrimonio accompagnato da Tom Waits che canta e suona "You can never hold".

Il poeta ha due figlie adolescenti con cui si confronta: le porta al circo, insegna loro i segreti della poesia. Il film, ambientato pochi giorni prima dell'inizio della guerra in Iraq, è una lunga storia d'amore tra Attilio e Vittoria: il poeta raggiunge la sua amata rimasta in coma a Baghdad, fa di tutto per trovare le medicine necessarie a salvarla. Benigni riprova a fare quello che gli riuscì ai tempi della "Vita è bella": portare lo sguardo innocente in un inferno, cercare di essere ottimisti anche nelle condizioni peggiori.

Un poeta protagonista del film
"La guerra - spiega Benigni - è vista in modo narrativo, è sullo sfondo. E' una delle poche volte che si vede un poeta protagonista di un film. Spesso i poeti si uccidono durante le guerre, è sempre accaduto, non ce la fanno a sopportare la volgarità della guerra. Il poeta - spiega ancora il regista - è solo un ometto che si ritrova seduto su una poltrona da barbiere ad assistere la sua amata in coma e in mano ha solo un cacciamosche mentre fuori, a Baghdad, infuria l'inferno. La guerra personale di quell'ometto per salvare la sua donna è molto più forte del resto. E' un film sulla forza del sentimento".

Nessuna presa di posizione sul conflitto iracheno
Ma il film colpisce anche perché, seppure ambientato durante la guerra, non prende posizione sul conflitto iracheno e sulla presenza americana: i soldati americani sembrano cattivi ma in realtà riconoscono l'importanza del poeta e lo aiutano a un posto di blocco persino a spingere una motocicletta rimasta senza benzina. "Ne 'La Vita è bella' gli americani sono i liberatori, qui il poeta li vede come una presenza e non li giudica. Sono rappresentati con la pietas - prosegue Benigni - poiché sono persone che si trovano là perché spesso hanno bisogno di lavorare, sono senza soldi. La scena del posto di blocco è stata pensata e girata prima dell'uccisione di Nicola Calipari".

Un "Padre nostro" rivolto ad Allah
C'è anche spazio per la religione ne "La tigre e la neve", quando il poeta iracheno interpretato da Jean Reno si reca in moschea e si rivolge ad Allah recitando il "Padre nostro": "Non c'è un discorso religioso - spiega il regista - sono cattolico, cresciuto sotto il suono delle campane. Là c'è Allah ma è lo stesso nostro Dio e mi sembrava giusto dire il Padre Nostro usando le parole di Cristo".

Ancora una volta protagonista la Braschi
Quali i punti di contatto tra Benigni e il poeta del film? "Con me il poeta ha in comune una voglia disperata di vivere, una voglia che fa paura: anzi, morire non mi piace per niente, è l'ultima cosa che farò". Al suo fianco, come sempre, Benigni ha voluto la compagna Nicoletta Braschi, anche coproduttrice della pellicola. "Ogni volta scelgo Nicoletta - spiega Benigni - volevo una protagonista elegante, severa e dolcissima".
Ratzigirl
00sabato 8 ottobre 2005 13:02
Arriva il reality della Paura
Su Sky show più 'schifoso' della tv Usa
Se pensate che le prove della Talpa siano particolarmente impressionanti, aspettate di vedere ciò che i concorrenti dovranno affrontare in Fear Factor, in italiano fattore paura, nuovo reality show in onda da giovedì 6 ottobre su Sky Vivo. I protagonisti dovranno mangiare topi, insetti vivi, sdraiarsi su letti di serpenti e immergersi in una piscina piena di calamari putrefatti. Insomma il trionfo del masochismo versione reality show.





Il format arriva dagli Stati Uniti, dove ormai è diventato un culto. La famiglia media americana, di qualsiasi età, urla istericamente davanti alla televisione osservando ciò che i poveri concorrenti dovranno subire. Trasmesso dalla Nbc, Fear Factor, è arrivato alla quinta stagione (la sesta è prevista in primavera), ed è diventato un caso.
In ciascun episodio dello show sei concorrenti, tre uomini e tre donne, si sfidano in prove difficili sia dal punto di vista mentale sia da quello fisico e in palio ci sono 50mila dollari. Se un concorrente non accetta o non supera la prova, perde. Nella prima puntata, in onda in Italia, i partecipanti dovranno uscire dall'abitacolo di un elicottero in volo e raccogliere le bandierine attaccate ai pattini d’atterraggio. Nella seconda prova, dovranno trasferire, con la bocca, zoccoli di mucca da una vasca piena di olio di fegato di merluzzo a una piena di larve.
Alla vigilia della messa in onda il Codacons chiede che non vengano messa in onda sulle reti televisive italiane "dei reality show che per immagini e situazioni estreme possono rappresentare un pericolo per i bambini". Secondo l'associazione è "diseducativo e pericoloso mostrare in tv immagini assurde di gente che mangia insetti e animali vivi o è sottoposta a prove estreme e rischiose, che possono avere effetti negativi sui telespettatori".


[Meno schifezze in tv e più Papa!!!![SM=g27812] [SM=g27812] ]

[Modificato da Ratzigirl 08/10/2005 13.02]

-Kaname-chan
00sabato 8 ottobre 2005 16:05
Premio IgNobel

Dal "Sole 24Ore" di oggi

L'inventore dei testicoli artificiali per cani ma anche quello della svrglia che scappa: nella settimana dei "veri" premi Nobel, l'università di Harvard ha celebrato nella notte di ieri i vincitori degli IgNobel, i premi giunti alla loro 15esima edizione e assegnati, da un gruppo di serissimi studiosi, alle ricerche più assurde. Così, l'IgNobel per l'economia è stato assegnato a Gauri Nanda, del MIT di Boston, che ha inventato una sveglia che suona e scappa via costringendo le persone ad alzarsi davvero dal letto. Il premio per la medicina è andato invece all'ideatore dei Neuticles, i testicoli artificiali per cani. E se il premio per i Fluidi dinamici è stato assegnato agli "studiosi" che hanno valutato l'impatto delle secrezioni gassose dei pinguini, quello per la fisica è andato a due studiosi della University of Queensland, in Australia, per un esperimento iniziato nel lontano 1927 (e ancora in corso) su un blocco di catrame congelato da cui, ogni nove anni circa, si stacca una goccia

Sayonara
Ratzigirl
00domenica 9 ottobre 2005 02:11
Il nostro sangue è inquinato da 73 sostanze
Coinvolte tre generazioni da 12 a 92 anni: nelle «nonne» si trovano ancora tracce di Ddt, quella di mezzo la meno contaminata

Nel nostro sangue c'è un po' di tutto, soprattutto ciò che non ci dovrebbe essere. In particolare 73 sostanze chimiche artificiali (cioè prodotte dall'industria) che sono state riscontrate dall'indagine «Detox-Svelènati» promossa dal Wwf su tredici famiglie appartenenti a dodici nazioni europee. Le persone analizzate avevano età comprese tra dodici e 92 anni, di tre generazioni diverse: nonne, mamme e figli. Il risultato conferma quello di precedenti indagini compiute su europarlamentari, deputati e senatori italiani e personaggi della Rai

Rossella Garofalo, sua figlia Eleonora Bruno e la nonna Maria Teresa Marini: la famiglia italiana di Bari che ha preso parte all'indagine del Wwf
Ciascun componente familiare è risultato contaminato da un insieme di almeno 18 sostanze, molte delle quali presenti negli oggetti impiegati ogni giorno. In modo particolare la più «inquinata» è risultata la generazione più anziana, quella delle nonne. Nel loro sangue sono state trovate ancora tracce di Ddt e Pcb, sostanze messe al bando da decenni proprio a causa della loro pericolosità. Quella messa meglio è la generazione di mezzo, quella delle mamme, mentre la generazione più giovane (i figli) si trova nel sangue una quantità di composti chimici più numerosa rispetto a quella dei genitori. Si tratta di sostanze di più recente utilizzo, come i ritardanti di fiamma polibromurati (come il Tbbp-A e il Pbde), i perfluoroctani (Pfc) e i muschi artificiali contenuti tra gli altri in computer, cosmetici e tessuti.

«Questi risultati dimostrano che siamo tutti vittime di un esperimento senza controllo», ha commentato Stefano Leoni, vice presidente del Wwf Italia. «È preoccupante sapere come le sostanze contenute negli oggetti comuni stiano contaminando anche i nostri figli». Infatti questi componenti sono persistenti e si accumulano nei corpi e nell'ambiente.

I partecipanti alla ricerca del WWf il prossimo 11 ottobre incontreranno gli europarlamentari ai quali chiederanno di votare a novembre il regolamentazione europea delle sostanze chimiche «Reach». Inoltre dal 20 al 27 ottobre si svolgerà la Settimana contro la chimica nociva, una campagna di informazione promossa dal Wwf e dal Segretariato sociale Rai.
Ratzigirl
00lunedì 10 ottobre 2005 12:59
Una buona notizia...New Orleans,vittima dell'uragano vince quasi 2 milioni alle slot
Una delle vittime dell'uragano Katrina a New Orleans ha giocato 4,25 dollari in centesimi ed ha vinto 1,6 milioni di dollari in un casino della Louisiana dove si era fermata a giocare alle slot machine, mentre stava andando a fare la spesa ad un grande magazzino Wal-Mart.

"Sono una fanatica del casino, mi rilassa i nervi", ha detto Jacquelyn Sherman, 57enne bibliotecaria in pensione la cui vita è cambiata. "Mi piace vincere, ma non mi aspettavo una vittoria del genere".

Sherman dorme sul pavimento della sorella a Opelousas, in Louisiana, da quando l'uragano ha distrutto la sua casa e ucciso centinaia di persone a New Orleans alla fine di agosto.

Ora ha detto di essere determinata a trovare una abitazione nuova e confortevole nella Big Easy.

Ratzigirl
00mercoledì 12 ottobre 2005 02:24
Mike, il gallo che visse 18 mesi senza testa


Si chiamava Mike il gallo passato alla storia per esser sopravvissuto 18 mesi senza testa. Decapitato il 10 settembre del 1945 da Lloyd Olsen, il povero animale continuò a razzolare inspiegabilmente nel cortile sbigottendo lo stesso boia. Il giorno successivo il padrone del pennuto decise di fare un esperimento: nutrire il gallo con grano macinato e acqua iniettando il pappone con un contagocce direttamente nell'esofago.
Alcuni dissero si trattava di un miracolo ma tutto ciò fu possibile per un bizzarro errore di macellazione. Sia la giugulare che il bulbo cerebrale, quello che controlla i riflessi, non furono lesi. Risultato? Mike divenne rapidamente un'attrazione da circo e rese ricco il suo carnefice! Il gallo, a seguito di una crisi respiratoria, morì, stavolta in maniera definitiva, in una stanza d'albergo nel marzo del 1947.
Ratzigirl
00giovedì 13 ottobre 2005 13:42
Un film consigliato da Padre Malone
“L’Esorcismo di Emily Rose”, un film che “vale la pena di vedere”

Secondo padre Peter Malone MSC, di SIGNIS Mondiale



NEW YORK, giovedì, 13 ottobre 2005

In un’epoca che assiste ad un crescente interesse per i temi cristiani e soprattutto cattolici, così come al sorgere continuo di ipotesi ed invenzioni di ogni tipo, molte delle quali accettate “come ‘vangelo’ da un pubblico in genere scettico”, c’è un film che “vale la pena di vedere”, ha affermato padre Peter Malone, MSC.

Si tratta de “L’Esorcismo di Emily Rose”, sostiene il Presidente di SIGNIS Mondiale, una ONG che conta membri in 140 Paesi del mondo e che come “associazione cattolica mondiale per la comunicazione” riunisce i professionisti di radio, televisione, cinema, video, educazione ai media, Internet e nuove tecnologie.

Considerato un film che avrebbe avuto scarso successo, ha sorpreso l’industria incassando 30,000,000 di dollari nel weekend in cui è uscito negli Stati Uniti.

“Il soggetto non interesserà tutti – ha osservato padre Malone –. La possessione demoniaca è un argomento terrificante. E’ sconcertante. Perché i demoni si impossesserebbero di un essere umano, e cosa significa? Cosa può fare l’uomo? Qual è la risposta della Chiesa? Chi sono gli esorcisti e quale autorità hanno? Quali sono i rituali, e funzionano? Quale impatto hanno la possessione e l’esorcismo sui non credenti e su un mondo scettico?”.

Il film, ha aggiunto, sebbene non costituisca “un documento teologico, sociologico o medico” in materia, è in grado di portare il pubblico “nella realtà della possessione, lo tocca a livello emotivo, ma lo sfida anche a pensare alla questione”.

“Paragonato a ‘L’Esorcista’, ‘L’Esorcismo di Emily Rose’ è un esempio di come fare di più con meno”, ha spiegato padre Malone, sottolineando che “non dovrebbe essere considerato un film dell’orrore”, ma piuttosto “un dramma psicologico e religioso che possiede alcuni elementi tradizionali dell’horror”, o, come ha scritto “The Hollywood Reporter”, un “thriller soprannaturale”.

“Nelle scene della possessione non ci sono bestemmie, né bile, né vomito, né teste che ruotano come nel 1973 [anno de “L’Esorcista”]”,” , ma “voci e frasi strane (come viene riportato anche nelle storie del Vangelo sulla possessione demoniaca), episodi catatonici e contorsioni degli arti”, e “la stranezza è percepita attraverso le grida forti e perforanti e i suoni atmosferici e ingegneristici”.

Quanto agli aspetti che rendono il film interessante per il pubblico cattolico, il sacerdote ha sottolineato in primo luogo il fatto che sia “fondamentalmente rispettoso della Chiesa”. La pellicola mostra infatti “un sacerdote sincero, anche se molti possono non essere d’accordo con gli atteggiamenti che assume nei confronti della ragazza posseduta, della cura consigliata dai medici e dei farmaci che le sono stati prescritti”.

Per come viene descritto nel film, “padre Richard Moore è un uomo onesto e spirituale che si trova invischiato in qualcosa che va oltre la sua esperienza e che cerca di fare del suo meglio per la famiglia della sua parrocchia, convincendo le autorità della diocesi a procedere con un esorcismo”.

La sceneggiatura “mostra il ruolo importante del sacerdote di parrocchia come confidente del quale si può avere fiducia e la natura della confidenza”, e la pellicola suggerisce “il rispetto per la fede semplice, quella fede fiduciosa e non sofisticata della gente normale che i critici giudicano superstiziosa o semplicistica”, sottolineando anche “la realtà del male nel nostro mondo, il potere del male così come quello del bene”.

Nell’opera cinematografica ci sono poi richiami ai secoli precedenti, soprattutto a quelle donne che sono state destinatarie di apparizioni, come la Anna Katharina Emmerick, Bernadette o i pastorelli di Fatima. “Emily Rose è presentata come una di loro. Vede Maria e riceve un messaggio”, ha spiegato padre Malone.

Il sacerdote ha paragonato a questo proposito “L’Esorcismo di Emily Rose” a “La Passione di Cristo” di Mel Gibson: “Nel 2004 – ha spiegato –, alcuni cattolici hanno trovato la spiritualità” del film di Gibson “troppo centrata sulle sofferenze di Gesù” e “non abbastanza sulla speranza della resurrezione. Una critica simile potrebbe essere rivolta anche in questo caso”.

“Ad Emily Rose – ha continuato – viene data la possibilità di scegliere tra essere liberata dalla possessione con l’esorcismo o continuare ad essere posseduta fino alla morte per testimoniare al mondo che c’è un mondo soprannaturale, che il male esiste ed invade il mondo, ma che la presenza di Dio è più forte”.

Il fulcro del film, per padre Malone, è “il tribunale in cui padre Moore viene giudicato per omicidio colposo”, di cui è accusato per aver concordato con Emily la sospensione delle cure medicinali in favore del solo rituale religioso.

L’accusa – il cui rappresentante è un fedele metodista – afferma che Emily è schizofrenica e si sofferma sugli aspetti scientifici e medici della questione, mentre la difesa – rappresentata da una donna dichiaratamente agnostica – sostiene l’idea che l’esorcismo sia la risposta giusta al problema di Emily.

“‘L’Esorcismo di Emily Rose’ mostra che i fatti devono essere presentati ma sono aperti a varie possibilità di interpretazione”, ha sottolineato il Presidente di SIGNIS.

Anche se il film non è certo “un capolavoro”, per il sacerdote è “una pellicola ben scritta e ben realizzata che affronta le questioni religiose e relative alla Chiesa in un mondo secolare”.

Se da un lato solleva la questione della possessione dell’esorcismo, dall’altro “pone al pubblico domande sulla presenza del bene e del male nel mondo”.

Ricordando un film satirico di una cinquantina di anni fa che diede poi il via ad una serie di film in cui la questione è affrontata più seriamente, il prototipo dei quali è senz’altro “L’Esorcista”, padre Malone ha affermato che “siamo lontani dalla semplice frase ‘sconfiggi il diavolo’”.

“Trent’anni di film sull’esorcismo, però, ci hanno convinti del fatto che è proprio ciò che vogliamo che accada”, ha concluso.

[Modificato da Ratzigirl 13/10/2005 13.43]

Ratzigirl
00venerdì 14 ottobre 2005 02:10
Nobel
Stoccolma, 13 ottobre 2005




Assegnato il premio al drammaturgo britannico Harold Pinter, autore di numerose opere fra cui "Il Calapranzi" e "Tradimenti".
Nella motivazione, l'accademia svedese afferma che Pinter "nelle sue opere scopre il baratro sotto il chiacchiericcio quotidiano e obbliga all'ingresso nelle stanze chiuse dell'oppressione". Pinter - che ha compiuto 75 anni il 10 ottobre - ha brevemente parlato ai cronisti: "Mi sento assolutamente sopraffatto. Non me l'aspettavo affatto. Sono rimasto senza parole".

Nato ad Hackney, un sobborgo di Londra, nel 1930, Pinter ha iniziato la sua carriera teatrale come attore, prima studiando presso prestigiose scuole di recitazione, poi girando l'Irlanda con una compagnia shakespeariana e lavorando in piccoli teatri di provincia sotto lo pseudonimo di David Barron.
È nel 1957 che inizia la sua carriera di drammaturgo:un atto unico intitolato "La stanza", in cui già compaiono molti elementi che caratterizzeranno i lavori successivi: primo fra tutti, una situazione comune gradualmente investita da un senso di minaccia e mistero attraverso la deliberata omissione di spiegazioni o motivazioni di ciò che accade sulla scena. Seguono "Il calapranzi", scritto nel 1957 ma rappresentato nel 1960, che ha per protagonisti due sicari assoldati da una misteriosa organizzazione per assassinare una vittima sconosciuta, che per nascondere la loro crescente inquietudine si perdono in chiacchiere irresistibilmente comiche nella loro assurdità; e "Festa di compleanno", in cui due ignoti visitatori piombano a casa di un giovane misantropo che vive isolato dal mondo e, senza che si chiarisca il motivo del loro arrivo [sono killer? infermieri di un manicomio?], organizzano una festa di compleanno per il protagonista terrorizzato, il quale non fa che insistere che non è il suo compleanno.

Altri capolavori riconosciuti del teatro di Pinter, fortemente influenzato da Kafka, da Beckett e dal teatro dell'assurdo, e tutto costruito intorno alla nevrosi, all'ambiguità, allo straniamento, con un uso magistrale delle sospensioni e dei silenzi, sono "Il guardiano" [1960], "Il ritorno a casa" [1965], "Tradimenti" [1978], "Ceneri alle ceneri" [1996]. Pinter è anche autore di pièce radiofoniche, volumi di poesia e sceneggiature per il cinema.

Pinter ha collaborato con Joseph Losey scrivendo la sceneggiatura di alcuni importanti film: Il servo (The servant, 1962), L'incidente (Accident, 1967), Messaggero d'Amore (The go between, 1970). Ma anche per The Pumpkin Eater regia di Jack Clayton (1964), Diario della tartaruga (Turtle Diary) regia di John Irvin (1985), "La donna del tenente francese" (The French Lieutenant's Woman, 1981) regia di Karel Reitz, "Gli ultimi fuochi" regia di Elia Kazan, "Tradimenti" (1983) di David Jones portato sul grande schermo da Jeremy Irons e Ben Kingsley.

Costante è il suo impegno sociale, con Amnesty International e con altre associazioni umanitarie, a fianco della seconda moglie, lady Antonia Fraser (scrittrice di biografie di successo); la prima moglie era un'attrice, Vivien Merchant. Pinter aveva annunciato alcuni anni fa di soffrire di un tumore e di voler smettere di scrivere, anche per la crescente disaffezione verso la realtà politica del mondo moderno.
RATZGIRL
00venerdì 14 ottobre 2005 10:39
Re: Mike, il gallo che visse 18 mesi senza testa

Scritto da: Ratzigirl 12/10/2005 2.24


Si chiamava Mike il gallo passato alla storia per esser sopravvissuto 18 mesi senza testa. Decapitato il 10 settembre del 1945 da Lloyd Olsen, il povero animale continuò a razzolare inspiegabilmente nel cortile sbigottendo lo stesso boia. Il giorno successivo il padrone del pennuto decise di fare un esperimento: nutrire il gallo con grano macinato e acqua iniettando il pappone con un contagocce direttamente nell'esofago.
Alcuni dissero si trattava di un miracolo ma tutto ciò fu possibile per un bizzarro errore di macellazione. Sia la giugulare che il bulbo cerebrale, quello che controlla i riflessi, non furono lesi. Risultato? Mike divenne rapidamente un'attrazione da circo e rese ricco il suo carnefice! Il gallo, a seguito di una crisi respiratoria, morì, stavolta in maniera definitiva, in una stanza d'albergo nel marzo del 1947.



L'avevo letto giorni fa nelle "notizie curiose",mi fa un'impressione tremenda...brrrrrr![SM=g27825] [SM=g27825]
Ratzigirl
00domenica 13 novembre 2005 02:18
ANNIVERSARIO ....DEL CUPOLONE!!!

Fra pochi mesi la Basilica di San Pietro compie 500 anni: era il 1506 quando Giulio II diede il via alla costruzione

5 secoli di Cupolone

L’edificio preesistente era gravemente danneggiato. Alla nuova opera collaborarono i più grandi artisti dell’epoca:
da Bramante a Raffaello, da Michelangelo a Maderno e Bernini




Mancano ormai poco più di sei mesi a quel fatidico 17 aprile, quando la Basilica di San Pietro in Vaticano compirà esattamente cinquecento anni. Fu in quel giorno del 1506, infatti, che papa Giulio II della Rovere scese nelle fondamenta della basilica costantiniana e, con uno stuolo di cardinali, si diresse alla base di quello che sarebbe divenuto l'attuale Pilastro della Veronica dove depositò la prima pietra. Con questo gesto il pontefice voleva rinnovare i fasti di Roma sotto la Croce di Cristo che, con quel pontificato, a buon bisogno, poteva diventare anche una spada. Il primo di tutti gli apostoli, quello sul quale Gesù aveva promesso di edificare la propria Chiesa, così, avrebbe avuto l'edificio più grande e maestoso del mondo cristiano, al centro del quale, nelle intenzioni del pontefice doveva esserci nientemeno che la propria tomba, da Papa della Rovere commissionata a Michelangelo. Insomma, quel che il pontefice aveva in mente era una sorta d'immenso mausoleo per San Pietro e per il suo più recente rappresentante. Intendiamoci bene, il San Pietro che aveva fatto costruire l'imperatore Costantino a cominciare dal 315 era un edificio altrettanto imponente. Si trattava, infatti, di un'immensa basilica a cinque navate, con un transetto a T, preceduta da un portico ugualmente grande, al centro del quale stava la celebre Pigna (quella stessa che oggi si trova nel cortile dei palazzi vaticani) dove i pellegrini posavano la mano al termine del loro viaggio. Un'idea di come fosse quel San Pietro possiamo farcela grazie a diverse testimonianze, a cominciare dai disegni di Giacomo Grimaldi (Biblioteca Apostolica vaticana, cod. Bar. 2733) che riprodusse l'edificio prima delle demolizioni volute da papa Giulio. Infatti, nonostante le cure costanti e le migliorie via via realizzate, come la loggia benedizionale voluta da Bonifacio VIII (1294-1303), la più importante chiesa della cristianità rischiava di rovinare al suolo. Fu Niccolò V (1447-1455) a decidere per il rif acimento che iniziò in maniera sistematica solo dal 1506. Lo schema seguito fu, in un primo tempo, quello della croce gammata di Gerusalemme progettato da Donato Bramante. L'idea, come è stato dimostrato, era quella di assimilare San Pietro alla Gerusalemme celeste sicché la pianta a croce greca aveva, negli spazi di risulta, quattro cappelle, più piccole, ma della stessa forma della prima che costituivano la traduzione muraria dell'emblema della città sacra per eccellenza. Dopo la scomparsa di Bramante nel 1514, si costituì una commissione d'architetti, diretti da Raffaello, e composta da lui stesso, da Giuliano da San Gallo e da Fra' Giocondo da Verona. Il nuovo progetto abbandonava la soluzione proposta da Bramante e abbracciava l'ipotesi di un pianta basilicale con pronao colonnato. A Raffaello, morto nel 1520, successero Antonio da San Gallo e Baldassarre Peruzzi che modificarono ulteriormente il progetto creando un edificio intermedio fra quelli proposti dagli altri due architetti. Si trattava, infatti, di una chiesa a croce greca che si allungava nel braccio occidentale grazie alla presenza di un'ulteriore cappella. Dell'opera è rimasto anche il suggestivo modello ligneo commissionato nel 1538 da Paolo III Farnese (1534-1549) e realizzato dal San Gallo che impiegò ben otto anni a fabbricarlo. Con la morte di San Gallo, Michelangelo è ufficialmente nominato architetto della Fabbrica di San Pietro. La nomina risale al 1° gennaio 1546 e la carica durerà fino alla scomparsa del grande artista. Con Michelangelo si arriva ad una soluzione, in parte, definitiva. Il grande toscano, infatti, riprende l'ipotesi bramantesca, ma semplificandola, le conferisce grande maestosità. La pianta è quella a croce greca, ma ora la cupola centrale acquista quel ruolo che ancor oggi tutti possiamo ammirare, nonostante le modifiche successive. Alla morte del Buonarroti si susseguirono Vignola, Ligorio, Giacomo della Porta e Domenico Fontana che eresse al centro di quella che sarebbe divenuta la piazza, l'obelisco. Fu Paolo V (1605-1621) ad obiettare che l'edificio, così com'era concepito, non sarebbe stata in grado di accogliere tutti i pellegrini che vi accorrevano. Il compito d'ampliarla fu dato a Carlo Maderno che aggiunse un innesto basilicale al corpo michelangiolesco. Il povero architetto ticinese subì per secoli le ingiurie di tutti per aver 'rovinato' il progetto del "divino", ma l'accusa è ingenerosa e l'opera di Maderno apre alla sensibilità barocca che poi Bernini trasfuse nella decorazione interna. Ultimo atto di questa lunghissima vicenda che intreccia fede e arte è il colonnato, voluto da Alessandro VII (1655-1667) per offrire temporaneo ricovero ai fedeli in attesa della benedizione. Bernini lo concepì - ricorda il fratello biografo - «come un abbraccio che doveva avere un triplice valore: per i cattolici per confermarli nella credenza; per gli eretici per riunirli nella Chiesa e per gli infedeli per illuminarli nella vera fede». È l'abbraccio di Pietro che porta verso il Cristo.


Ratzigirl
00sabato 19 novembre 2005 15:08
Cinema: esce oggi la poesia del pinguino imperatore



"La Marcia dei pinguini", poetico lavoro del biologo francese Luc Jacquet, è stato ammesso, insieme ad altre 14 pellicole, a competere per l'Oscar come miglior documentario. Un comitato dell' Academy ha scelto i 15 film partendo da una rosa iniziale di 82 opere. Il film di Jacquet, che ha già sbancato i botteghini americani arrivando a incassare quasi 80 milioni di dollari, sarà da oggi nelle sale italiane.

Il film racconta le abitudini riproduttive di una particolare razza di pinguini chiamati 'imperatori' e la loro annuale migrazione per centinaia di chilometri attraverso l'Antartide, verso il luogo dell'accoppiamento. Jacquet, giovane biologo di Lione, accompagnato da una troupe di quattro persone, ha trascorso quattordici mesi in Antartide seguendo i pinguini con la macchina da presa fino al loro accoppiamento. Ne è nata una vera e propria storia d'amore tra animali, resa avvincente dai temi narrati: la scelta del partner, l'accoppiamento, il viaggio rituale sempre verso la stessa meta, la lotta contro il più rigido dei climi, il concepimento.

Il premio Oscar, Morgan Freeman è la voce narrante nella versione americana, Fiorello in quella italiana. Nell’edizione francese le voci sono di Charles Berling, Romane Bohringer e Jules Sitruk, che si dividono i rispettivi ruoli di pinguini adulti - maschi e femmine – e nuovi nati.

Tra i quindici titoli che hanno superato la prima scrematura, cinque verranno scelti per la selezione finale. Il prossimo 31 gennaio sarà annunciata la cinquina dei candidati, mentre la consegna dei premi è prevista per il 6 marzo, nel corso di una cerimonia che si terrà presso il Kodak Theatre di Hollywood.

Tra gli altri cendidati anche "After Innocence", indagine shock di Jessica Sanders e Marc Simon sugli errori giudiziari nei casi di condanna a morte, "Enron: The Smartest Guys in the Room", l'inchiesta di Alex Gibney sul crollo della Enron e "Occupation Dreamland', diario dall'Iraq di un plotone americano, realizzato da Ian Olds e Garrett Scott. Tra i film scelti figurano anche "Mad Hot Ballroom" di Marilyn Agrelo,"Murderball", una pellicola che mostra le competizioni aggressive tra i disabili che si cimentano nel rugby, e un film dedicato a una particolare tendenza di ballo che si è sviluppata a Los Angeles, "Rize". Altri documentari selezionati: "On Native Soil", documentario di Linda Ellman sulla commissione di inchiesta sull'11 settembre, la testimonianza dalla Tanzania "Darwin's Nightmare" di Hubert Sauper e il reportage "The Boys of Baraka",sull'insolita esperienza di un gruppo di giovani americani in Kenya, firmato da Heidi Hewing.
Ratzigirl
00lunedì 21 novembre 2005 00:06
CONSIGLIO:
andate a vedere "la marcia dell'imperatore" andate è un consiglio che mi viene dal cuore: è la più bella storia d'amore che io abbia mai visto!!!! [SM=x40800] [SM=x40800]
Ratzigirl
00lunedì 28 novembre 2005 00:09
Ma voi lo sapevate????
Troppe fan e padre Ralph si dichiara omosessuale

Quante donne guardando il celebre sceneggiato televisivo "Uccelli di rovo" sono state catturate dal fascino del suo focoso protagonista, Padre Ralph, al secolo Richard Chamberlain? Bene, sembra proprio che le innumerevoli ammiratrici, anche se a distanza di anni, riceveranno una grande delusione. Secondo il tabloid britannico "Daily Mirror" il famoso attore statunitense, che oggi ha 67 anni, rivelerà in un'autobiografia di essere omosessuale. L'accattivante Richard in passato aveva sempre rifiutato di confessare le sue vere tendenze sessuali, bloccato dalla paura di offendere le numerosissime fans del "gentilsesso". Ora, con il passare degli anni, sembra aver deciso di "confessare". Nel suo libro di memorie, "Towards Love", descriverà "il doloroso, ma gratificante processo di riconciliazione del suo io più profondo con la persona pubblica". Chamberlain attualmente vive alle Hawaii con il suo compagno di vita, l'agente Martin Rabbet.








RATZGIRL
00martedì 29 novembre 2005 01:07
Re: Ma voi lo sapevate????

Scritto da: Ratzigirl 28/11/2005 0.09
Troppe fan e padre Ralph si dichiara omosessuale

Quante donne guardando il celebre sceneggiato televisivo "Uccelli di rovo" sono state catturate dal fascino del suo focoso protagonista, Padre Ralph, al secolo Richard Chamberlain? Bene, sembra proprio che le innumerevoli ammiratrici, anche se a distanza di anni, riceveranno una grande delusione. Secondo il tabloid britannico "Daily Mirror" il famoso attore statunitense, che oggi ha 67 anni, rivelerà in un'autobiografia di essere omosessuale. L'accattivante Richard in passato aveva sempre rifiutato di confessare le sue vere tendenze sessuali, bloccato dalla paura di offendere le numerosissime fans del "gentilsesso". Ora, con il passare degli anni, sembra aver deciso di "confessare". Nel suo libro di memorie, "Towards Love", descriverà "il doloroso, ma gratificante processo di riconciliazione del suo io più profondo con la persona pubblica". Chamberlain attualmente vive alle Hawaii con il suo compagno di vita, l'agente Martin Rabbet.











Chissà perché,ma l'avevo sempre sospettato... [SM=g27819] [SM=g27818]
Ratzigirl
00sabato 10 dicembre 2005 19:01
Una notizia in ritardo....
Un dente di Napoleone è finito all'asta
Vale 12mila euro un canino che gli fu estratto a Sant'Elena



Un dente che sarebbe stato strappato a Napoleone dal suo medico andrà all'asta il 10 novembre in Inghilterra a Swindom, nella contea del Wiltshire. Prezzo di partenza: 5mila sterline, circa 11.800 euro, secondo quanto ha reso noto la casa d'aste Dominic Winter, che curerà l'incanto. Si tratta del canino superiore destro del condottiero francese, e si ritiene gli sia stato estratto nel 1817, quattro anni prima della morte, quando Napoleone già si trovava in esilio sull'isola di Sant'Elena, in pieno Oceano Atlantico, dopo la rovinosa sconfitta subita a Waterloo nel '15.

«Storicamente, sappiamo che nel 1816 Napoleone fu colpito da odontalgia, in seguito imputata a un'infiammazione della bocca che fu diagnosticata come scorbuto», ha spiegato uno degli esperti della casa d'aste inglese, Chris Albury. «All'epoca della morte, nel 1821, dal punto di vista fisico era diventato un rottame. Le gengive gli sanguinavano facilmente, ed erano così molli che perdeva i denti». L'intervento sarebbe stato eseguito dal medico assegnato al Bonaparte, Barry O'Meara, che poi lo affidò al generale Francis Maceroni, attendente di campo del Re di Napoli. La famiglia Maceroni lo conservò fino al 1956 quando fu ceduto all'attuale proprietario.
Ratzigirl
00lunedì 12 dicembre 2005 18:22
La sottile magia di Narnia


Intervista a Michael Coren, autore di un libro su C.S. Lewis



Il film “Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio” può offrire agli adulti un’opportunità di parlare della fede, ma non bisogna aspettarsi che i bambini colgano i temi cristiani contenuti nella pellicola.

E’ ciò che afferma Michael Coren, autore, editorialista e giornalista televisivo, che recentemente ha scritto il libro “C.S. Lewis: The Man Who Created Narnia” (“C.S. Lewis: l’uomo che ha creato Narnia”), una biografia dell’autore dei libri da cui è tratto il film.

La pellicola, la cui uscita in Italia è prevista per il 21 dicembre prossimo, è stata prodotta dalla Walt Disney con un budget di 180 milioni di dollari.

La storia racconta le avventure di quattro fratelli – Lucy (Georgie Henley), Edmund (Skandar Keynes), Susan (Anna Popplewell) e Peter (William Moseley) – che durante la Seconda Guerra Mondiale scoprono il mondo di Narnia, al quale accedono attraverso un armadio magico mentre giocano a nascondino nella casa di campagna di un vecchio professore.

A Narnia scopriranno un mondo incredibile abitato da animali che parlano, folletti, fauni, centauri e giganti che la Strega Bianca – Jadis (Tilda Swinton) – ha condannato all’inverno eterno. Con l’aiuto del leone Aslan, il nobile sovrano, i bambini lotteranno in una spettacolare battaglia per vincere il potere che la Strega Bianca esercita su Narnia e per riuscire a liberarlo dalla maledizione del freddo.


In questa intervista Coren sostiene che la maggior parte degli adulti comprenderà la sottile allegoria cristiana di Lewis, che ha la virtù di instillare semi di fede nei bambini.


Clive Staples Lewis


Cosa devono sapere i cattolici su C.S. Lewis?

Michael Coren: Dovrebbero sapere che non era cattolico, ma questo non significa che non avrebbe potuto diventarlo. G.K. Chesterton è diventato cattolico nel 1922 ma lo era già vent’anni prima. Lewis nacque a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e crebbe quindi come anticattolico, come la maggior parte dei ragazzi protestanti del luogo. Aveva questo tipo di radici, ma il suo modo di vedere il mondo era molto cattolico: credeva nel Purgatorio, nei sacramenti, si confessava. È stato il miglior apologista cristiano della modernità ed era capace di comunicare il messaggio evangelico in modo accessibile.

Secondo lei, è sfacciato l’uso che C.S. Lewis fa di Aslan come figura di Cristo nella serie di Narnia?

Michael Coren: Lo è e non lo è. A differenza di molti scrittori cristiani moderni, Lewis era sottile e implicito. Quando ho letto il libro da piccolo sono rimasto colpito dalla sua grandezza, ma non mi sono reso conto del messaggio cristiano finché non sono diventato adulto. Diventa esplicito quando sei grande, ma non penso che si debba per forza spiegarlo ai bambini; dobbiamo lasciare che lo scoprano da sé. Non hanno bisogno di un commento in diretta. Lasciamoli leggere e immergersi nel testo anche se ancora non si rendono conto di ciò che stanno percependo.

Quali sono i parallelismi più notevoli tra Gesù e il leone Aslan in “Il leone, la strega e l’armadio”?

Michael Coren: Ci sono molti parallelismi in questo libro e negli altri sei della serie, ma i più ovvi sono questi: la rottura della lapide e la distruzione della legge antica; è inverno ma mai Natale e il Natale non arriva finché non arriva Aslan; Aslan muore per un peccatore, un bambino che rappresenta qualsiasi persona, e prende su di sé i suoi peccati; Aslan risorge e ricrea il mondo.
Nella scena precedente al sacrificio di Aslan per il bambino Edmund, la Strega Bianca dice: “Perché ha peccato, è mio” e intende uccidere Edmund. E Aslan dice: “Ma io mi posso offrire al suo posto”. La strega accetta e lo uccide, ma poi Aslan risorge.

Possiamo imparare da Lewis l’integrazione tra opere immaginarie popolari e valori cristiani? Pensa che gli scrittori moderni lo seguano?

Michael Coren: J.K. Rowling dice che Lewis ha avuto una grande influenza su di lei, ma molta gente mette in discussione Harry Potter. Ho sentito molti scrittori dire che sono stati influenzati da Lewis e che cercano di imitarlo. Tutti quei libri sono pallide imitazioni. Egli era frutto del suo tempo e ha scritto in un momento storico concreto. Alcuni dei suoi personaggi non possono essere trasportati alla nostra epoca. Se qualcuno scrivesse oggi un libro con quei personaggi, i bambini non potrebbero relazionarsi con loro. Parliamo di un uomo morto nel 1963.

Cosa significa l’uscita di un altro film cristiano prodotto a Hollywood dopo “La Passione” di Mel Gibson?

Michael Coren: Non credo che “Il leone, la strega e l’armadio” sia un film cristiano; dobbiamo usare molta cautela nel definirlo in questo modo. Non credo che “La Passione” abbia portato alla produzione di questo film. Penso che lo abbia fatto, invece, “Il Signore degli Anelli”. La cosa più significativa è il fatto che non ci siano stati altri film biblici dopo “La Passione”. Avrebbero potuto fare un brutto film e avrebbe funzionato finanziariamente perché c’è fame di film su temi cristiani, ma Hollywood farebbe qualsiasi altra cosa prima di un film cristiano. E’ sorprendente che non ci sia stato nulla dopo “La Passione”.

Quali sono le sue speranze e i suoi timori circa “Il leone”? Spera che porti frutti come testimonianza di Cristo e del messaggio evangelico?

Michael Coren: Non ho potuto vedere scene tratte da “Il leone, la strega e l’armadio”. Qui in Canada il mondo cristiano non è organizzato come negli Stati Uniti. Quando uscirà, andrò con qualcuno alla proiezione di mezzanotte. Non ho timori circa il film. Ci saranno sempre dei cristiani che definiranno la loro fede in base a ciò che li offende e per i quali non ci sarà nessuno abbastanza puro. Ci sarà gente che dirà che questo o quello è sbagliato, e alcuni che penseranno che il film non avrebbe dovuto essere girato.
Penso che la pellicola sarà un valido aiuto per parlare del cristianesimo. La gente leggerà Lewis, parlerà della fede e del film, e di altri aspetti positivi per lo stile. Ho letto il libro quando avevo sei o sette anni. Non sono cresciuto in una famiglia cristiana e non ho avuto un ambiente cristiano. Vent’anni dopo sono arrivato alla fede e sono convinto del fatto che i semi siano stati gettati da quel libro. Credo che la mia fede sia iniziata allora. Non aspettiamoci, però, che qualcuno che vedrà il film abbia un’esperienza evangelica, che esca dal cinema in ginocchio e dica “Salvami!”.

Non dovremmo quindi pensare che cambierà qualcosa com’è avvenuto con “La Passione”?
Michael Coren: Sono soltanto film. Lo Spirito Santo può usare un film, ma non ne ha bisogno.





Ratzigirl
00venerdì 16 dicembre 2005 12:52
NUOVO VIRUS : Sober, la minaccia viaggia in rete
Milioni di email infette in queste ore viaggiano su internet. E' il ritorno - in una nuova versione - di Sober, uno dei virus più diffusi degli ultimi anni. Allerta ai massimi, coinvolto anche l'FBI. Occhio alle email: non cliccate su quell'allegato.




Il ritorno di Sober. Quasi un titolo cinematografico per rendere conto del nuovo straordinario attacco lanciato nei confronti degli utenti internet di tutto il mondo. Sober - chiamato W32.Sober.X@mm, Sober.X, Sober.AH e così via, a seconda dei produttori di software antivirus - è un worm mass-mailing che ricorre al proprio motore SMTP per autoinviarsi e diffondersi. In parole povere, da profani informatici, è un virus. Uno di quelli che sarebbe meglio evitare di prendersi, per la sicurezza propria e del proprio personal computer. Negli ultimi due giorni va che è un portento: una vera e propria ondata di email infette, milioni e milioni in tutto il mondo: così tante da consigliare i team delle più importanti società produttrici di software antivirus a lanciare l'allarme e a spostare il livello di pericolosità del virus sul massimo gradino. L'allerta riguarda tutti, e diventa quasi un obbligo morale, a questo punto, provvedere immediatamente all'aggiornamento del proprio antivirus. Non farlo equivarrebbe ad un atteggiamento suicida.

Nel dettaglio: Sober si presenta sottoforma di un innocuo allegato ad un messaggio di posta elettronica, inviato da un computer infetto. Non è certo la prima volta che si presenta - è conosciuto dal 2003 - ma questa variante è stata lanciata proprio due giorni fa: il suo creatore infatti ha fatto in modo che le vecchie varianti di Sober diffondessero in maniera simultanea la nuova variante alle ore 19.00 GMT di due giorni fa (nel codice 23 giorni dopo le ore 19.00 GMT del 29 ottobre 2005). Il risultato è stato immediato, e nelle sue diverse versioni Sober sta facendo danni.

La vera novità di questo worm è che per propagarsi utilizza tecniche di ingegneria sociale: fa leva cioè sull'ingenuità dell'utente internet per convincerlo a cliccare sull'allegato e così aprirlo. Ma l'esca questa volta non è solo la classica fotografia di una bella ragazza che si mostra come mamma l'ha fatta (in questo caso si tratta di Paris Hilton, come sempre provocante mentre lavora a fare... l'ereditiera, e di Nicole Richie), ma anche e soprattutto l'FBI. Si, proprio l'ente federale statunitense.

Il corpo del messaggio email, infatti, nelle sue versioni in inglese e tedesco, avverte l'utente (dunque, colui che riceve la email) che il suo indirizzo IP (la serie di numeri che lo individuano nella rete web) è oggetto di indagini da parte dell'FBI e che l'utilizzo di internet fatto dal navigatore è stato in precedenza monitorato, rilevando la consultazione di non meglio precisati "siti illegali". Dunque, si invita l'utente a prendere visione delle domande presenti nell'allegato e a rispondere prontamente. E' ovviamente un falso colossale: cliccando sull'allegato (55 Kb) infatti, non si fa altro che dare il benvenuto sul proprio PC a Sober. Il fenomeno è talmente diffuso che la stessa FBI è dovuta intervenire pubblicamente allertando gli utenti che si tratta di un falso e invitando ovviamente a non aprire alcun allegato. Ma il danno diventa ogni ora che passa più grave: troppo alta l'allerta terrorismo, troppo forte la paura di aver fatto qualcosa di illegale, per fermare il clic.

Se dunque il file viene eseguito, la sola conseguenza visibile è l'apparizione di una finestra con un falso messaggio di errore. Quando ciò accade, Sober ha infettato il PC e sta iniziando la sua procedura per auto-inviarsi automaticamente a tutti gli indirizzi di posta elettronica che si trovano nei file di sistema. Il worm crea infatti una sottocartella WinSecurity nella directory di Windows, dove copia i file services.exe, csrss.exe, smss.exe che contengono il codice maligno e poi inizia a lanciarsi nela rete, spedendo copie di se stesso agli indirizzi presenti nelle rubriche del PC.

Oltre a questo, il worm è capace di bloccare applicazioni del sistema in esecuzione, tra le quale alcune soluzioni di sicurezza. Quando un processo viene portato a termine, apparirà una finestra di dialogo che, per rassicurare ancora l'utente, afferma che nessun virus, Trojan o spyware è stato trovato. L’obiettivo ultimo di questo worm è in definitiva quello di lasciare i PC senza alcuna protezione contro futuri attacchi.

E' opportuno ricordare che, come tanti altri worm, i messaggi email contenenti Sober possono variare, così come il nome dell’oggetto e il messaggio di testo, che vengono scelti a caso da una lunga lista di opzioni. Diffidate anche dei messaggi che vi arrivano da mittenti conosciuti: verificate sempre, prima di aprire un allegato.

Dall'ottobre del 2003 Sober si è presentato in 25 diverse varianti, quasi sicuramente scritte dalla stessa persona, probabilmente residente in Germania. Le contromisure - parafrasiamo De André - non devono limitarsi all'invettiva. Anzitutto, aggiornate immediatamente il vostro antivirus e subito dopo lanciate la scansione del vostro PC, per assicurarvi che non siate già infetti. Non aggiornare l'antivirus equivale a non averlo: se ne avete uno con la licenza scaduta provvedete a rinnovarla, e se non volete spendere soldi disinstallatelo e installate un programma antivirus gratuito (Avast! e AVG reggono bene un utilizzo domestico). Quando scaricate la posta il vostro antivirus vi segnalerà i messaggi infetti: eliminateli. Non vale la pena tenerli in quarentena. Se non utilizzate programmi di posta (cioè se controllate la posta direttamente on line) o se qualche messaggio sospetto dovesse filtrare, fate attenzione: riconoscere messaggi in lingua inglese o tedesca, magari provenienti dall'FBI, è abbastanza semplice, come pure è semplice resistere alla tentazione di cliccare sull'allegato che promette ogni dettaglio sulle curve di Paris Hilton. Cancellate il messaggio e il rischio termina lì. Se poi avete letto il corpo del messaggio, non preoccupatevi: per lanciare Sober non basta aprire il messaggio, serve cliccare sull'allegato. Non fate nulla, cancellate il messaggio e basta.

E naturalmente, visto che ci siamo, aggiorniamo tutti i programmi più utilizzati e dotiamoci di buoni dispositivi di sicurezza, ad iniziare da un firewall per bloccare ingressi indesiderati. Anche con il pc, prevenire è meglio che curare.

Hip-hops
00venerdì 16 dicembre 2005 14:42
hahahahaha bellissima!!

PARODIA GTA
Ratzigirl
00venerdì 16 dicembre 2005 16:14
Muahahahahaha!!!!
Per chi non lo sapesse: GTA è un videogioco dove un tizio deve compiere le più nere malefatte per far carriera nella malavita....(che roba eh?) comunque, questo video è davvero divertente soprattutto perchè l'attore sembra davvero un omino del video gioco....!!!Che tipi!!! [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824]
Ratzigirl
00mercoledì 21 dicembre 2005 23:55
«Fotogrammi» del Vaticano II - MOSTRA A BOLOGNA


Un’ampia rassegna ripercorre gli anni del Concilio, mettendo in luce i grandi cambiamenti epocali in atto e le sfide raccolte dal cattolicesimo attraverso l’operato di quattro pontefici. Nel confronto aperto col mondo moderno




Si guarda come un film la mostra bolognese sul Concilio Vaticano II. Con la differenza che a scorrere sugli schermi non è una realtà romanzata ma vita vera. Quasi interamente in bianconero perché nel frattempo il racconto dei giorni si è trasformato in storia, patrimonio, eredità.
Curata dallo storico Alberto Melloni, la rassegna «Il Concilio in mostra» è allestita presso il Museo civico archeologico di Bologna, a due passi da San Petronio (fino al 25 gennaio 2006). Si fonda sul patrimonio di immagini messe a disposizione da Rai Teche e Rai Tre, con il contributo, tra gli altri, della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII, del Comune di Bologna e della Fondazione Corriere della Sera. L’itinerario proposto è cronologico, ma l’andamento semicircolare del percorso fa sì che la prima stanza possa essere considerata anche l’ultima. Particolare non da poco, visto che ospita i 4 Papi la cui esistenza si è intrecciata più direttamente con il Vaticano II. Al centro il bronzo di Lello Scorzelli che ritrae Giovanni XXIII in preghiera. Ai lati Paolo VI che concluse i lavori dell’assise, Giovanni Paolo I che vi partecipò dal 1962 al 65 e Giovanni Paolo II, il cui testamento richiama l’attualità e l’importanza del Concilio cui a sua volta prese parte.
Itinerario cronologico, dicevamo. Si parte dal viso ieratico ed austero di Pio XII, di cui la tv mostra i solenni funerali, mentre tutt’intorno si alzano, cupe e tragiche, le immagini della II Guerra mondiale. Una piccola sosta per ammirare il dolore autentico di Sophia Loren nel poster de «La ciociara» ed è subito Concilio, con lo schermo gigante che rimanda senza sosta le immagini di piazza San Pietro illuminata dalle fiaccole della gente. È la notte dell’11 ottobre 1962, quando Roncalli, pronunciò il famoso «discorso della luna» diventando per tutti il «Papa buono». I giornali celebrano l’evento mentre un’Audrey Hepburn maliziosamente ingenua, ricorda dal manifesto di «Colazione da Tiffany» che erano gli anni in cui iniziava l’emancipazione femminile.
Tra i meriti della mostra infatti, c’è il desiderio di non circoscrivere «l’evento Concilio» in un recinto esclusivamente ecclesiale, ma di calarlo nella realtà del mondo in cui si svolse. Di qui la scelta di accompagnare immagini e didascalie, mai accademiche peraltro, con il richiamo a film e musiche di allora. Del resto cosa sarebbe più adatto a raccontare quel periodo se non «The time they are a changin’» la canzone con cui ancora oggi Bob Dylan chiude i suoi concerti. Una continuità tra passato e presente che si ritrova nelle interviste rilanciate dagli speciali Rai dell’epoca. Vi si trovano il teologo emergente Hans Küng, ma anche monsignor Helder Camara e un frère Roger Schutz quasi irriconoscibile in giacca e cravatta. Padre Roberto Tucci viene intervistato con la basilica di San Pietro sullo sfondo, Yves Congar risponde alle domande con puntualità mentre nelle immagini si intravvede Joseph Ratzinger, il futuro Benedetto XVI.
Non mancano ovviamente, i riscontri giornalistici dei momenti più solenni. Come il titolo che apriva L’Avvenire d’Italia il 9 dicembre 1965: «Per la Chiesa nessuno è lontano» e l’immagine dello storico abbraccio tra Paolo VI e il patriarca Atenagora. O la ripresa televisiva di monsignor Johannes Willebrands che legge la levata delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli. Trovandosi a Bologna, ma non solo per quello vista la levatura del personaggio, la mostra dedica una sala al cardinale Giacomo Lercaro che fu tra i moderatori del Concilio. Di fronte al busto in bronzo che gli dedicò Giacomo Manzù, lo schermo diffonde un’intervista-riflessione dell’arcivescovo sull’attualità del richiamo evangelico alla povertà e l’importanza di diffondere la Scrittura tra i fedeli.
L’itinerario si conclude con la solenne chiusura del Concilio, l’8 dicembre 1965. Poco più in là le immagini del musical «Jesus Christ superstar» e i visi sconvolti delle persone in via Fani per il rapimento di Aldo Moro. A fianco alcuni momenti chiave della vita di Giovanni Paolo II. Storie, realtà, profeti con cui si interseca l’attualizzazione e la modernità del Concilio Vaticano II. Una storia che oggi viene scritta a colori.

[SE SIETE NEI PARAGGI NON LASCIATEVELA SFUGGIRE!!!] [SM=g27811]
@Nessuna@
00sabato 24 dicembre 2005 03:20
Da anni si dibatte sul fenomeno astronomico che avrebbe accompagnato la nascita di Gesù.
Fu vera cometa? La scienza ora dice sì Da anni si dibatte sul fenomeno astronomico che avrebbe accompagnato la nascita di Gesù. Il problema è la data. STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
Sospesa sul tetto della capanna della Natività o stampata sullo sfondo di un cielo di carta blu, la tradizionale stella cometa campeggia in ogni presepe del mondo. Ma fu veramente una cometa con chioma e coda quella che indicò ai Magi la strada per Betlemme? Oppure si trattò di un altro fenomeno astronomico? Con la ricorrenza del Natale si riapre puntualmente questo dibattito fra gli studiosi di storia dell' astronomia che la pensano in maniera diversa. Negli anni scorsi sembrava prevalere l'ipotesi di una congiunzione planetaria, cioè un incontro ravvicinato fra Giove, Saturno e Marte. Ma ora sembra tornare d'attualità la vecchia credenza della cometa, Vediamo perché.
LA TRADIZIONE EVANGELICA - ll primo, in ordine cronologico, a parlare di un fenomeno celeste associato alla nascita di Gesù è stato San Matteo (I secolo dopo Cristo), autore del primo Vangelo, il quale scrive che i Magi, giunti a Gerusalemme chiesero: «Dov'è il neonato re dei Giudei? Poiché vedemmo la sua stella nell'Oriente e siamo venuti per adorarlo». Dopo un incontro con il re Erode, il quale «si informò minutamente da loro circa il tempo dell'apparizione della stella», i Magi ripresero il cammino «…ed ecco la stella, che avevano vista in Oriente, andar loro innanzi finché, arrivati sopra il luogo dov'era il bambino, si fermò». Matteo, dunque, parla una stella («aster» nel testo pervenutoci in greco), che mostrava un moto diverso rispetto alle altre, e però non specifica di che natura fosse. Poiché il racconto di Matteo è abbastanza dettagliato, se il corpo celeste fosse stato accompagnato dalla chioma e dalla coda, probabilmente sarebbe stato identificato come cometa, piuttosto che come un generico aster. Quanto ai testi degli altri evangelisti (Marco, Luca e Giovanni), in essi non c'è nessun cenno a fenomeni astronomici contemporanei alla Natività.
DA STELLA A COMETA - Chi avanza, per primo, l'ipotesi della cometa, nel III secolo dopo Cristo, è Origine di Alessandria, uno dei maggiori apologeti del cristianesimo. Nel suo libro «Contro Celso», scagliandosi contro le superstizioni popolari che indicano le comete come astri portatori di sventura, Origine afferma che, al contrario, esse possono presagire buone novelle, come nel caso dell'apparizione della stella cometa che annunciò la nascita di Gesù. Qualche secolo più tardi, un altro padre della Chiesa, il bizantino Giovanni Damasceno (VII secolo dopo Cristo) scrive, nella «Esposizione della Fede», che la stella apparsa ai Magi, considerato il suo corso, non poteva che essere una cometa. Ma si tratta, ancora una volta, di un'ipotesi non suffragata da testimonianze. Fin qui il dibattito resta limitato a dotti uomini di fede. Sarà necessario l'intervento di un grande artista come Giotto di Bondone (1267-1337) per radicare nella tradizione popolare la leggenda della cometa di Natale. Infatti, nell'Adorazione dei Magi, uno degli stupendi affreschi realizzati da Giotto all'interno della Cappella degli Scrovegni di Padova, l'artista raffigura, per la prima volta, l'astro di cui parla il Vangelo di San Matteo come una luminosa cometa Da allora, sia nell'iconografia artistica, sia nelle rappresentazioni sacre o popolari del presepe, sarà quasi sempre presente una cometa con la coda. E' da notare che, prima di Giotto, altri artisti, ispirandosi al testo evangelico di Matteo, avevano raffigurato la Natività inserendo nel cielo di Betlemme una semplice stella. Per esempio, in un mosaico del VI secolo che si trova nella Basilica di S. Apollinare Nuovo a Ravenna, sulla capanna di Gesù Bambino campeggia una piccola stella gialla contornata da una sagoma otto punte. Secondo gli storici dell'astronomia, la scelta della cometa da parte di Giotto fu ispirata, più che dalla conoscenza delle ipotesi di Origene e Giovanni Damasceno, dal fatto che l'artista fu testimone oculare dello spettacolare passaggio della cometa di Halley nel 1301 e ne rimase talmente impressionato da prenderla a modello nell'affresco dell'Adorazione.
UN PROBLEMA DI DATA - Ma perché,secondo alcuni astronomi, la stella di Gesù non fu cometa? E, se si esclude questa ipotesi, quale altro rilevante evento astronomico bisogna prendere in considerazione? Per rispondere bisogna innanzitutto ricostruire la vera data della nascita di Gesù che, secondo quanto è stato accertato ormai da tempo, è sicuramente sbagliata. Ad assegnare alla Natività la data del 753 dopo la fondazione di Roma, che segna l'origine del nostro calendario, fu il monaco e astronomo Dionigi il Piccolo nel VI secolo. Ma già nel XVII secolo Giovanni Keplero, lo scopritore delle leggi sui moti dei pianeti, contestava questa scelta e suggeriva di anticipare la nascita di Gesù di qualche anno, in modo da farla coincidere con una congiunzione dei pianeti Giove, Saturno e Marte che, secondo lo scienziato, era il fenomeno celeste descritto da Matteo. Che Gesù sia nato qualche anno prima si ricava dal riferimento a un preciso e databile evento storico contenuto in un altro Vangelo, quello di San Luca. Scrive Luca: «In quel tempo fu emanato un editto da Cesare Augusto per il censimento di tutto l'Impero». Ebbene, un'antica iscrizione su una stele, rinvenuta di recente presso la città di Ankara, conferma che quel censimento impegnò i funzionari romani in Oriente dal 7 fino al 6 avanti Cristo. Quindi sarebbe proprio questo l'intervallo di tempo in cui bisogna collocare la nascita di Gesù.
SUPERNOVA O CONGIUNZIONE PLANETARIA? - A questo punto si può calcolare, a posteriori, quale fenomeno celeste rilevante si verificò tra il 7 e il 6 avanti Cristo. Poiché non risulta che in quel periodo vi furono passaggi di comete molto luminose, rimangono due possibili candidati.
1. Una «stella nuova» (o supernova) che, stando alle cronache di astronomi cinesi, sarebbe apparsa attorno al 5 avanti Cristo.
2. Una lunga congiunzione di pianeti, prima fra Giove e Saturno, poi anche con Marte, avvenuta tra l'8 e il 6 avanti Cristo. I primi due pianeti erano così stretti da sembrare un'unica stella.
Il primo candidato è il meno favorito perché, a parte la leggera sfasatura della data, la supernova è una stella priva di moto apparente rispetto alle altre stelle fisse: non si sposta da una parte all'altra del cielo. Il secondo candidato potrebbe essere quello giusto perché il moto apparente dei pianeti rispetto alle stelle fisse è compatibile con gli spostamenti dell'astro della Natività di cui parla Matteo. Dopo quasi cinque secoli, ritornerebbe, dunque, d'attualità la vecchia tesi di Keplero, confortata da nuove testimonianze storiche e dai più recenti calcoli astronomici. Ma non è finita qui. Di recente tutta la vicenda è stata studiata a fondo, sia sotto il profilo storico, sia sotto quello astronomico dal professor Giovanni Battista Baratta, dell'Osservatorio astronomico di Roma, con la pubblicazione di diversi articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Secondo Baratta la data di nascita di Gesù indicata a Dionigi il Piccolo e da Keplero sarebbe sicuramente sbagliata: quella vera si deve collocare adirittura il 12 avanti Cristo, anno in cui, in uno dei suoi ciclici passaggi, transitò nel cielo la splendente e bellissima cometa di Halley. Se così fosse, l'iconografia tradizionale rappresenterebbe anche la verità storica.
Franco Foresta Martin
23 dicembre 2005

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