Esperimenti sull'Aldilà

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amisis
00venerdì 12 marzo 2004 00:39
So' che forse non e' un mistero in senso stretto (se non vi sembra inerente lo potete anche buttare o spostare), ma qui vorrei parlare di anima e post mortem, ovvero le relazioni con il "dopo".
L'idea mi e' venuta dopo aver letto il libro con lo stesso titolo di questo 3ad, autore Gary e. schwartz,
edito dalla mondolibri...
Bene, questo signore ha avuto il coraggio di sottoporre al vaglio scientifico in modo rigorosissimo la capacita' di alcuni medium americani ed ha trovato dati sufficenti a comprovare una probabile persistenza dell'anima dopo la morte (a parere dell'autore la soluzione piu' probabile al mistero.)
Se lo avete letto e avete commenti o volete maggiori precisazioni, sono qui.

Bye Bye
Raiden
00venerdì 12 marzo 2004 09:55
Racconta, che aspetti? :rolleyes:
Gornova
00venerdì 12 marzo 2004 11:24
sono curioso pure io...
cmq, sempre in questo campo, ho sentito del fatto che si poteva vedere una sorta di luminosità attorno al corpo dopo morti.. l'anima? e che ci voleva un pò di tempo prima che se ne andasse...
Raiden
00venerdì 12 marzo 2004 12:05
Lasciando tra l'altro il corpo più leggero di 21 grammi...
Vykos
00venerdì 12 marzo 2004 14:01
a quanto ne so la luminosità è dovuta al fosforo dei cadaveri, che dà una luminescenza azzurra.
questa caratteristica è anche la causa delle leggende sui fuochi fatui sopra le tombe.



Arjuna
00venerdì 12 marzo 2004 14:10
La luminosità, secondo la spiegazione scientifica deriverebbe dai processi chimici di decomposizione del corpo, gli stessi processi che causerebbero gas infiammabili e la conseguente creazione dei famosi fuochi fatui nei cimiteri.

Parlando di "dopo" una mai curiosità, le persone che sono state dichiarate clinicamente morte e poi sono ritornate parlano di una luce in fondo ad un tunnel buio, ed in questa luce i cristiani vedono il paradiso, i musulmani il giardino fiorito con le urì, insomma pare che ognuna veda il paradiso che si aspetta, ma nessuno ha mai visto l'inferno? Erano tutte delle così brave persone?

Vykos
00venerdì 12 marzo 2004 14:36
bella osservazione.
a quanto ho sentito dire questa cosa avrebbe a che fare con la luce che passa dalla pupilla quasi chiusa.
l'effetto sarebbe il buio interno con la "luce" che passa per un foro così stretto da sembrare lontano, e quindi l'uscita del "tunnel".
le storie sul paradiso come vedi sono discordi, quindi potrebbero tranquillamente esserselo inventato (o magari sognato, chissà).



amisis
00venerdì 12 marzo 2004 16:23
in effetti anch'io avevo sentito l'interpretazione della disfunzione retinale, anche se in effetti ci sarebbero tante spiegazioni anche volendo andare sull'esoterico...
1)un religioso orientale potrebbe dire che vedono il nirvana, che si adatta a ciascuno di loro, mentre attendono la reincarnazione (perche ogni vita e' solo l'evoluzione verso la perfezione.)

2)ciascuno di loro ne loro intimo era convinta di essere una bravissima persona, e quindi si sono trovati tutti in un personale paradiso

su questo punto non mi sbilancio, anche se sono piu' propendente verso l'ipotesi del nirvana, ma e' una cosa personale...

Per quel che rigurada il libro una troupe di psicologi ha preso un gruppo di 5 medium di spicco e una casalinga che aveva scoperto da poco la sua possibilita' di canalizzare e li ha fatti incontrare a turno con vari soggetti.Per la precisione erano nella stessa stanza ma non li potevano vedere perche' dietro un telo e con uno sperimentatore che faceva da tramite per le risposte (esclusivamente si/no) dei partecipanti.
Per i primi dieci minuti il medium poteva fare affermazioni ma non domande, poi potevano porre varie domande.
Queste domande venivano valutate insieme alla persona che faceva da partecipante e si sono valutate come positive le affermazioni assulutamente esatte.
Beh, un medium ha fatto solo 5 domande (sempr solo si/no) e ha fatto circa 150 affermazioni (compresi i dieci minuti in cui non poteva porre domande in cui ha fatto circa un terzo delle domande) con dei risultati di risposte assolutamente valide al livello dell'80%... e gli altri erano su quella falsariga...
Fabiuzzz
00lunedì 15 marzo 2004 08:36
dicono che esperienze simili (luce e tunnel, intendo) si possano provare in caso di infarto.... forse dipende molto anche dal cervello e da come è stimolato.


maeg-ras
00giovedì 29 aprile 2004 23:17
voi credete che esista davvero l'inferno?
amisis
00venerdì 30 aprile 2004 17:13
personalmente io non ci credo, anche perche' non credo nella dottrina cristiana, sono un sostenitore della reincarnazione sino al nirvana...
Vykos
00venerdì 30 aprile 2004 17:54
io per ora vivo e basta, non so bene in cosa credere.
la mia famiglia è cattolica, ma ho cominciato ad avere dubbi prima sulla Chiesa e poi sulla religione, perchè certe cose davvero non tornano.
a prescindere dal fatto che possano esistere davvero dei o demoni, sinceramente ora ho nella testa solo "postumi" del cattolicesimo.
la cosa positiva è che così posso vivere secondo quello che credo sia giusto, senza avere rimpianti, però continuo a pormi il problema di quale possa essere la cosa giusta in cui credere, e questo credo sia naturale.
trovo che la reincarnazione sia possibile quanto le altre dottrine, senza offesa per amisis...
se e quando cambierò punto di vista vi farò sapere.;)
amisis
00sabato 1 maggio 2004 15:21
figurati se mi offendo...io sono un fervente sostenitore del relativismo: nessuna fede e' giusta o sbagliata, puo' solo essere piu' o meno adatta ad una persona...
L'unico problema di solito e' trovare la propria e soprattutto avere il coraggio di cercarla.
Per molti il non credo e' solo un difesa di svogliatezza...
maeg-ras
00sabato 1 maggio 2004 23:49
non è per fare l'ateo o peggio l'eretico... ma io credo che alla fine credere a qualcosa risieda nella stessa natura dell'uomo...
tutti quanti abbiamo bisogno di un punto di riferimento, di un qualcosa di più grande di noi, a cui ci possiamo appoggiare o rivolgere nei momenti di difficoltà a quando ci sembra che tutto il mondo ci cada addosso...
io non sono un credente, anche se la mia famiglia è cristiana...
secondo me Dio (inteso in senso generico... non strettamente cristiano) è solo un bisogno dell'uomo, una cosa che si è messo in testa, e ragionando sotto questo punto di vista il diavolo non è altro che quacosa o qualcuno a cui "dare la colpa"...
una posizione un po' estremista la mia....

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Now You all know The bards and their songs When hours have gone by I'll close my eyes In a world far away We may meet again But now hear my song About the dawn of the night Let's sing the bards' song

[Modificato da maeg-ras 01/05/2004 23.50]

amisis
00domenica 2 maggio 2004 03:52
sul diavolo sono d'accordo con te, quello su dio e' un discorso difficile perche' ognuno ha un diverso concetto di dio, si va' da quello umanizzato dei graci a quello onnipotente dei monoteisti a chi pensa che in realta' dio sia l'ideale dell'amore, se non cose piu' astruse.
In realta' nessuno sa' cosa intende per dio, al massimo sa' quello che questo dio farebbe in certe situazioni.
Io non credo in un dio in senso cristiano del termine, il fatto della reincarnazione puo' essere assolutamente ateo...basta postulare l'esistenza di una materia sottile che e' l'anima, concetto non necessariamete religioso.
Poi come studioso di fisica sono portato a chiedermi perche' le cose siano cosi' come sono e come siano iniziate, e soprattutto perche', ma il farsi le domande non significa trovare una risposta, che infatti non ho ancora trovato.
Gabryk
00domenica 2 maggio 2004 18:24
Il discorso di maeg-ras lo condivido appieno, nel senso: la religione è puramente umana, creata dall'uomo, perchè noi abbiamo bisogno in qualcosa in cui credere e a cui dare le colpe di ciò che di brutto esiste (in ques'epoca certamente meno rispetto agli uomini medioevali o precedenti).

Credo che le varie religioni vedano Dio in modo diverso solamente perchè esse sono state influenzate dalle tradizioni e dalle culture dei popoli. Il cristianesimo è molto diverso dal Buddismo ad esempio, come la nostra cultura è diversa da quella cinese. Ma questa è la mia opinione.

Manco io so bene in cosa credere ancora, ma forse non lo saprò mai, farsi delle domande serve solo ad aggiungerne altre alla lista, perchè su questo tema dubito che si possa arrivare a delle risposte (per lo meno soddisfacenti).
Non so nemmeno se credere alla storia di Gesù, dalla sua venuta alla sua ressurrezione dopo 3 giorni e via dicendo... oppure se si tratta di una leggenda simbolica, d'insegnamento. :rolleyes:
Vykos
00domenica 2 maggio 2004 18:59
Re:

Scritto da: maeg-ras 01/05/2004 23.49
io credo che alla fine credere a qualcosa risieda nella stessa natura dell'uomo...
tutti quanti abbiamo bisogno di un punto di riferimento, di un qualcosa di più grande di noi, a cui ci possiamo appoggiare o rivolgere nei momenti di difficoltà a quando ci sembra che tutto il mondo ci cada addosso...

una posizione un po' estremista la mia....



no, no, anch'io la condivido, altro che "estremista" o "eretico".
cioè, la domanda che mi dovrei porre non è in quale religione credere, ma semplicemente se ci sia o meno un "dio", "diavolo" o cose simili, qualcosa di superiore, insomma, qualunque cosa sia.
come ha detto Gabryk non è possibile trovare una risposta soddisfacente a questa domanda, e come se non bastasse la società moderna fa tutt'altro che aiutare a capire o a convincersi...


Rincewind
00mercoledì 12 maggio 2004 15:57
A dire il vero la società moderna ha eliminato i riferimenti all'aldilà, alla vita ultraterrena, eccetera. Questo è dovuto al fatto che prima di tutto sono stati cancellati i riferimenti alla morte. L'aldilà prende significato solo se si pensa alla morte, ma oggi (per dirla con le parole di Vittorino Andreoli) ci si comporta come se si dovesse vivere per sempre.
La riflessione su temi come la morte, l'aldilà, il destino finale delle cose è stata per molti versi abbandonata, portando, secondo me, ad un impoverimento anche delle riflessioni sulla vita. L'argomento è molto lungo (e qui si dovrebbe parlare di misteri e non di ontologia) per cui mi fermo qui.
Gabryk
00mercoledì 12 maggio 2004 17:25
Aspè, se si parla di "riferimenti" in senso stretto, non mi sembra che non ce ne siano più, anzi. A dire il vero, secondo me, la società si muove in senso opposto, verso una idealizzazione della morte. Credo che tutto quello a cui siamo sottoposti dalla società (dai film alla musica, etc.) ci guidi verso un'insensibilizzazione alla sofferenza e alla morte. Ma questa potrebbe essere solo una mia impressione...

Non capisco Rince in quella parte che dice che ci comportiamo come se dovessimo vivere per sempre, cioè? Nel senso che non sappiamo gustarci ogni attimo?
Se è così, a dire il vero, non credo che l'uomo sia mai stato capace di gustare ciò che ha (vita compresa), chi lo sa fare credo sia un'eccezione.
Scusate per la ventata di negatività che vi porterò, ma non ho fiducia nell'uomo, mi spiace. Posso aver fiducia nel prossimo, in chi mi sta accanto, questo si, ma non nella razza umana, non nella moltitudine di cui faccio parte. Il progresso smodato e smisurato, benchè positivo, ha il suo prezzo da pagare... credo che ci porterà allo sfacelo, soprattutto perchè non siamo capaci di gestire le cose con buon senso. Guardate il clima di quest' anno, secondo me è già sintomo che qualcosa è cambiato, e la colpa è nostra e del nostro inquinamento. Continuando di questo passo ci auto-distruggeremo fra un po' di tempo...

A questo proposito, ho letto una teoria interessante circa il Diluvio Universale, se c'è una discussione aperta ne parlo lì, altrimenti la apro. Mi ricollegherò a quanto detto qui.
(scusate se l'ultima parte dell'intervento è poco legata col tema della discussione, ma volevo parlarne da qualche parte...)
Vykos
00mercoledì 12 maggio 2004 17:51
quoto Gabryk in tutto e per tutto.



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