INTERVISTA ALL'ON LUIGI VITALI (DELL'EX CIRIELLI DISSE: "E' MOLTO MENO PORCA DI QUEL CHE SI DICA")

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INES TABUSSO
00venerdì 11 novembre 2005 14:37
11/11/2005
LA STAMPA
IL SOTTOSEGRETARIO: TANTA FATICA PER NULLA ORA BISOGNA PUNTARE SULL'INCOSTITUZIONALITA'
RUOTOLO GUIDO intervista VITALI LUIGI
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/051111/91gkc.tif



L'INTERVISTA PRIMA DELLA NOMINA A SOTTOSEGRETARIO:

"la Repubblica"
29/11/2004
intervista di Antonello Caporali
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/041129/674m1.tif

stralcio:
Giornalista: ANCHE BERLUSCONI L'HA CHIAMATA
Vitali: "Si'. Si e' voluto informare sulla qualita' di questa legge [la Cirielli, ripudiata dal proponente, ndr]. "Molti giornali scrivono che e' una porcheria - mi ha detto - tu che ne dici?" Io gli ho risposto: "guarda presidente che e' molto meno porca di quel che si dica""
Giornalista: MENO PORCA
Vitali: "Si sono fatte cose molto meno sostenibili di questa"
Giornalista. AD ESEMPIO?
Vitali: "La Schifani"...



L'INTERVISTA DOPO LA NOMINA A SOTTOSEGRETARIO:

"la Repubblica"
30/12/2004
intervista di Antonello Caporali

Nominato l´uomo del salva-Previti. Vitali esulta: "Silvio me lo aveva promesso".
Il premier mi ha detto: "Se va tutto a buon fine..."

UN PREMIO anche a Luigi Vitali, relatore della legge "salva-Previti".
Ha visto? Berlusconi è uomo di parola.
«Mi aveva fatto capire che se tutto fosse andato a buon fine...».
Adesso è sottosegretario alla Giustizia, il suo sogno è realtà.
«Ho lanciato l´idea proprio in un´intervista a Repubblica».
Ricordiamo bene.
«L´intervista è stata letta, ed accolto con favore il mio proposito».
Lei non si è mosso. Ha atteso sulla riva del fiume.
«Ne ho parlato solo con Ghedini, e con Gargani».
E basta.
«Ho chiesto una mano al ministro Castelli».
E basta.
«Non posso escludere che anche l´amico Previti abbia sostenuto la mia legittima
aspirazione».
Chi lo può escludere?
«Diciamo che è molto molto probabile».
Non fosse altro che lei è avvocato, e gli avvocati di Forza Italia fanno
tutti carriera.
«E non ho condotto in porto soltanto la "salva - Previti". Ho lavorato al
falso in bilancio, a tanti altri provvedimenti».
Quando ha capito che poteva sfondare?
«Verso ottobre, quando l´Udc e An non volevano la legge. Mi son detto: se
ci riesco...».
Ci è riuscito!
«Poi ho colto al balzo l´occasione dell´intervista e mi sono proposto ufficialmente.
Devo ringraziarvi di cuore».
Siamo felicissimi per lei. Ha pronto il vestito?
«Quattro me ne son fatti cucire dal sarto. Come il ministro Baccini, ho organizzato
tutto in largo anticipo».
Gliene basterà uno per la cerimonia.
«Blu, camicia bianca, cravatta...».
Sobria la cravatta, non metta quella gialla.
«La gialla no. Mia moglie me lo dice sempre che stona»
(La moglie Clementina: «Purtroppo ama così tanto i colori sgargianti... »).
Domani un bel blu istituzionale.
«Però con piccole righe».
Piccole.
«Sono sottosegretario alla Giustizia».
(La moglie Clementina: «Temo che lo perderò. In senso buono naturalmente...»).




GIGETTO ALLA PRIMA PORCATA
Dall'Unità del 12 Gennaio 2005, p.2
Di M. Travaglio
All'inaugurazione dell'anno giudiziario erano presenti ieri il presidente
Ciampi, in rappresentanza degli italiani incensurati, e il premier
Berlusconi, in rappresentanza degli imputati prescritti. Doveva aver saputo,
il Cavaliere, che si sarebbe parlato della piaga delle prescrizioni: cioè di
lui. Infatti sorrideva tutto soddisfatto: quello che per il Pg Favara è una
catastrofe - «la prescrizione sempre più frequente che vanifica il processo
penale» per lui è manna dal cielo. Favara ha pure denunciato il malvezzo di
fare «sconcertanti processi paralleli in tv»: infatti, in sala, c'era
l'avvocato Taormina. C'era anche - presenza inspiegabile, visto che si
parlava di giustizia - l'ingegner Roberto Castelli. E' colui che - come da
Contratto con gli italiani - avrebbe dovuto «ridurre sensibilmente il numero
dei reati» e ridurre i tempi dei processi. Il Pg della Cassazione, dopo
avergli demolito a una a una tutte le cosiddette «riforme», ha comunicato
che i reati sono aumentati (+3,7%) e i processi si sono allungati. Il
Contratto era una truffa e infatti - assicura Favara - «le truffe sono
raddoppiate». Ma l'ingegner ministro non deve aver capito, tant'è che
all'uscita era tutto giulivo: «Per la prima volta la relazione del Pg
contiene più luci che ombre». Giubilo comprensibile. Castelli pensava che,
dopo tre anni di cura Castelli, la Giustizia fosse morta. Invece ha appreso
dal Pg che è solo «in stato comatoso». Un successone. Si capisce, a questo
punto, perchè le telecamere di Rai1, collegata in diretta, indugiassero
sulle volte affrescate della sala e il telecronista Francesco Giorgino si
soffermasse estasiato su un mirabile dipinto raffigurante un uccello.
Ora le inaugurazioni del Danno Giudiziario proseguono nei vari tribunali.
Castelli sarà a Palermo, dove riceverà un'accoglienza degna di lui. Negli
altri tribunali sguinzaglierà i suoi emissari. A Milano non vuole andarci a
nessuno. Il sottosegretario Michele Vietti, memore delle contestazioni
rimediate nella natia Torino, si arrampicherà fino a Trento. È considerato
l'ala «ragionevole» di Via Arenula. E in effetti, visti gli altri, sembra
Cavour. Nel maggio scorso, a un convegno torinese sulla questione morale,
accusò i magistrati: «Sulla riforma rifiutano il dialogo col governo, mi
ricordano Bertoldo, che non trovava mai l'albero a cui farsi impiccare».
Così fu chiaro a tutti lo scopo della controriforma: impiccare i giudici. Il
pubblico esplose in un ironico applauso. Ma Vietti, non contento, si fece
ancora del male: «Sono contrario a cambiare di nuovo il falso in bilancio:
una nuova riforma farebbe sospettare che la precedente sia stata fatta per
salvare dal processo qualche imputato in particolare». Il pubblico, chissà
perché, pensò a un imputato in particolare. E si fece altre grasse risate.
Fu allora che Vietti, per un impegno urgente, lasciò la sala.
Ancora incerta la destinazione dell'altro sottosegretario alla Giustizia,
l'avvocato brindisino Luigi Vitali (FI), detto familiarmente il Salvapreviti
per essersi caricato sulle spalle la croce della legge omonima. Favara
chiede di allungare i termini di prescrizione? Lui li accorcia, allungando
vieppiù quelli dei processi. Ma Gigetto Salvapreviti ha pure una
straordinaria qualità: spesso e volentieri, confessa. In due memorabili
interviste a Repubblica, ammise coraggiosamente di evadere le tasse
(«Guadagno 220mila euro dichiarati». Nemmeno un po' di extra in nero?
«Condonati»). Poi, sulla sua creatura, concesse: «Non nego che la legge in
qualche modo possa servire a Previti». E non negò nemmeno che l'amico Cesare
se ne fosse interessato: «Solo una volta Previti mi ha chiesto: ³Hai messo
mano a questa cosa?²». E lui mise mano. Anche Berlusconi lo chiamò: «Si è
voluto informare sulla qualità di questa legge: ³Molti giornali scrivono che
è una porcheria - mi ha detto - tu che ne dici?². Io gli ho risposto:
³Guarda, presidente, è molto meno porca di quel che si dica²». Rassicurato
da quel «molto meno porca», il premier lo incoraggiò: «Vai avanti». E lui
andò: Salvapreviti approvata, Vitali promosso sottosegretario proprio alla
vigilia del suo 50° compleanno, mentre la stampa del paesello natìo
festeggiava «il primo francavillese della storia a entrare nel Governo
Italiano". Berlusconi gliel'aveva promesso: «Se quella cosa andrà a buon
fine...». E ci è andata. Spintaneamente: «Non posso escludere che l'amico
Previti abbia sostenuto la mia legittima aspirazione. Diciamo che è molto
molto probabile». Ma non solo per la Salvapreviti: Gigetto ha ben altri
meriti da vantare: «Ho lavorato al falso in bilancio, a tanti altri
provvedimenti». Tutte porcherie, ma sempre meno porche di quelle che
verranno. E poi le esternazioni, a getto continuo, ai ritmi di un James
Bondi. Piccolo florilegio: «La Boccassini rappresenta solo una parte del
processo Sme, e sicuramente non la migliore» (molto meglio gli imputati); «I
magistrati si contrappongono al governo coalizzandosi con altre fasce
sociali e magari con girotondini e no global»; «Se dovessero proclamare lo
sciopero, sarebbe un atto proditorio a sangue freddo»; «Per fortuna la
costituzionalità dell'ordinamento giudiziario non la decide il Csm nè il
centro-sinistra». Infatti, per fortuna, l'ha decisa Ciampi. Perchè Gigetto
ha anche questo di buono: si porta rogna da solo.

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