Juve, il piano degli Agnelli

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lella84
00sabato 14 ottobre 2006 12:14
Dopo 13 anni gli Agnelli torneranno a investire nella Juventus. I tempi dell’autofinanziamento e dei dividendi sono finiti. La retrocessione, con quello d’immagine, ha procurato un danno economico che la stessa società ha quantificato in 130 milioni. L’ultimo esercizio ha già chiuso con un rosso di 36,5. La squadra ha perso molti campioni e quelli rimasti pesano sul già esangue bilancio con i loro stipendi a sette zeri lordi fuori luogo in serie B. Ci vorranno soldi, molti, per ricostruire un organico di primo livello europeo, anche puntando sui giovani come vuole John Elkann.
Ma lo sponsor principale, Tamoil, ha rescisso il contratto che ora sta rinegoziando e come questo anche altri verranno ridiscussi. Prevalentemente al ribasso. Jean Claude Blanc deve tenere conto di queste circostanze negative nel redigere il piano industriale che presenterà per fine anno. E considerate da un lato la straordinarietà del momento, dall’altro la determinazione degli Agnelli a rilanciare il club, nel piano sono previsti investimenti. Investimenti che l’amministratore delegato voluto dalla proprietà evidentemente sa di poter chiedere e soprattutto ottenere.

QUALE STADIO? - Il piano, diviso in tre capitoli — sportivo, commerciale, immobiliare — si propone di riportare in cinque anni la Juventus là dov’era prima di cadere: una squadra capace di competere ogni anno per la Champions League e una società sana che si sostenga da sola producendo utili. Nel progetto di Blanc il secondo aspetto, e di conseguenza il primo, è legato anche allo sfruttamento dello stadio. Ma non è certo con i 20 milioni di euro prospettati nell’ultimo incontro con le autorità cittadine che la Juventus potrà trasformare il Delle Alpi nell’impianto che pensa, una struttura più accogliente in grado di far soldi con le attività commerciali di contorno. Questo progetto è più calzante all’Olimpico, che oggi è del Comune e sottoposto a vincoli architettonici. I 20 milioni promessi da Blanc servono solo a sostenere la candidatura italiana all’Europeo del 2012.

IL PESO DEI LIBICI - Il piano industriale è più ambizioso e richiede ben altri investimenti. Anche a livello sportivo, perché la squadra rimane trainante e centrale. "Indicheremo le necessità finanziarie — ha detto l’amministratore delegato — dopodiché vedremo come soddisfarle. Ci sono tanti modi, non solo gli investimenti da parte della proprietà che come tutti vuole di nuovo una Juventus di vertice". I libici, con la Lafico, sembrano intenzionati ad aumentare la loro quota in società, attualmente al 7,5%. E Blanc ha l’esperienza per trarre il massimo dal marketing. Ma anche così non si potrà fare a meno dei capitali della Ifil, la finanziaria degli Agnelli proprietaria del 62% della Juventus, magari nell’ambito di una riorganizzazione della partecipazione.
Non sarà un intervento mecenatesco, fine a se stesso, ma un vero investimento finalizzato a produrre in un quinquennio una redditività strutturale. Come è stato fatto gli anni passati con la Ferrari, di cui la Fiat si è recentemente ripresa il 29% da Mediobanca. Per ragioni diverse, anche per la Juventus nei mesi scorsi si è valutato qualcosa di simile, il delisting del titolo in Borsa. Ma rischiava di essere un’operazione troppo onerosa e come ha segnalato in questi giorni la Consob nemmeno sicura.

TENTAZIONE CONTABILE - Da qualche mese a Torino si inseguono voci che vogliono la Famiglia propensa in prospettiva a vendere la società. Sono voci sempre smentite che sembrano in contraddizione con la scelta di tornare a investire dopo tredici anni nella Juve. In realtà, sia che vogliano tenerla sia che vogliano cederla (magari proprio ai libici tanto interessati a crescere in Juventus), gli Agnelli si sono convinti a mettere mano al portafogli, altrimenti rischiano un flop in entrambi i casi, sportivo ed economico. Anche per essere venduta la società ha bisogno di essere prima risanata e rilanciata. Quello della cessione, comunque, è un sacrificio caldeggiato perlopiù dai contabili. La proprietà con gli Elkann ribadisce di continuo l’attaccamento al club, suo da più di 80 anni, e la volontà di riportarlo ai fasti di sempre. Per questo ha chiesto a Blanc un progetto e per questo gli ha garantito i mezzi per portarlo a compimento.

gazzetta
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