La Morte del POP

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mrathlon900
00giovedì 9 marzo 2006 12:11
Documentario di Rosanna Arquette contro i «prodotti commerciali»
Britney sotto accusa: «Ha rovinato il pop»
Da Sting a Elton John: più impegno nella musica. David Crosby: «L'industria musicale non capisce la differenza tra cavoli e limoni»

NEW YORK — «L'industria musicale non capisce la differenza tra cavoli e limoni — si lamenta il leggendario cantante americano
David Crosby —. Non ha la più pallida idea di cosa sia una buona canzone, ed è per questo che ha messo una nana come Britney Spears di fronte ad un gigante quale Joni Mitchell». Ancora più caustico Tom Petty: «Ormai Mtv è come il wrestling — si lamenta il lead singer degli Heartbreakers —. I fan sanno che è tutta una farsa, manipolata ed artefatta, ma non gliene importa niente».

Non si tratta dell'ultima rubrica gossip di Page Six, ma del nuovo, acclamato, documentario della 46enne Rosanna Arquette All We Are Saying, che debutta stasera sul canale via cavo Showtime. Dopo essere stata la musa di ben due canzoni («In Your Eyes» di Peter Gabriel e «Rosanna» di Toto), e dopo aver bazzicato per anni il «who's who» della musica, l'Arquette sembra la persona ideale per l'arduo compito: trarre un bilancio onesto e anche impietoso sullo stato di salute del Rock'n'Roll negli ultimi 30 anni. Farsi aprire le porte dai mostri sacri del rock non le è stato difficile, grazie ad un curriculum vitae invidiabile che va dal cult movie Cercasi Susan disperatamente con Madonna a Pulp Fiction di Quentin Tarantino a Promesse, promesse di John Sayles.

Per non parlare del suo acclamato debutto alla regia nel documentario Searching for Debra Winger, con Sharon Stone, Jane Fonda e Salma Hayek: un durissimo j'accuse contro la «hollywoodiana maschilista» che discrimina le attrici over-40. Oltre 55 star internazionali hanno risposto al suo appello, da David Crosby a Sheryl Crow, Peter Gabriel, Elton John, Annie Lennox, Joni Mitchell, Patti Smith, Patti Scialfa, Sting, Tom Petty, Yoko Ono, Marilyn Manson, Gwen Stefani, oltre a vari componenti dei gruppi Aerosmith e Radiohead. Il leit motif, soprattutto tra i musicisti più anziani, è l'amarezza, unita al rimpianto proustiano per un mondo ormai irrimediabilmente perduto.

L'inizio della fine, a detta della maggior parte degli intervistati, è stata la nascita dei colossi multimediali, spinti dal profitto ed ispirati dal marketing, per i quali non c'è alcuna differenza tra un cd, un paio di scarpe da ginnastica e un hamburger: sono tutti prodotti commerciali da vendere in grandissima quantità alle masse del pianeta. «Un paio d'anni fa un quarto dell'intero business musicale era in mano ad un colosso del whisky — si lamenta Crosby — che l'ha poi ceduta ad un altro colosso francese di acqua minerale. Nessuno dei due saprebbe riconoscere una canzone se gli volasse sotto il naso. Sanno solo di aver spedito 40.000 casse da Dallas in un mese, ma non hanno la più pallida idea di cosa vi sia dentro quelle casse».

«Non credo che oggi esista un solo addetto ai lavori dell'industria che ami la musica — rincara la dose Joni Mitchell — la politica seguita dai discografici è "dai addosso all'odiato artista"». Ogni volta che la 63enne cantante, ex-star di hit internazionali quali «Free Man in Paris», «Help me» e «Woodstock», inizia a scrivere una canzone, un chiodo fisso la paralizza. «La mia musa è puntualmente annientata dal pensiero dei critici — spiega — che sono diventati stupidissimi, superficialissimi e immensamente ostili».

I critici sono dunque troppo potenti? «Certo — replica la stessa Arquette —, la maggior parte di loro sono artisti frustrati che non sono mai riusciti a sfondare e adesso si vendicano con chi ha più talento». Ma i problemi sono anche altri. Steven Tyler se la prende con il downloading illegale su internet. «Un tempo il catalogo di Aerosmith valeva 24 milioni di dollari; oggi ne vale al massimo 12 centesimi. L'unica cosa che rimane ad un artista che la voglia, è la sua integrità».

Il grande colpevole, secondo Chrissie Hynde dei Pretenders, è un altro. «Il Rock'n'Roll è morto quando ha iniziato ad assumere parrucchieri, stilisti e truccatori — teorizza la cantante —. La moda è la negazione stessa del Rock'n'Roll, che è per definizione ribelle, trasgressivo e anticonformista». Il lead singer di Radiohead offre una ricetta personale ai giovani aspiranti musicisti: «Tornate nell'ombra e fate la vostra musica in maniera indipendente e creativa, lontano dal caos assordante e condizionante dell'industria». «La musica deve tornare all'impegno politico di un tempo — spiega alla fine del documentario l'Arquette —. Bisogna cantare degli ideali in cui credi. L'hanno fatto per decenni schiere di cantanti quali Bob Dylan, John Lennon, Paul McCartney, Joni Mitchell e Crosby, Stills and Nash. Un tempo la musica riusciva a trasportare le masse e sono certo che può continuare a farlo».

Da corriere.it
-Vertigo-
00giovedì 9 marzo 2006 12:26
Questo interessante articolo è stato già postato da Sery a pagina 4 della discussione "Earthsongs" di Svaro. Andrebbe unito? [SM=x125634]
mrathlon900
00giovedì 9 marzo 2006 13:13
io lo lascerei anche qui per differenzaiare le discussioni e non creare offtopic soprattutto in discussioni interessanti.

che dite?
-Vertigo-
00giovedì 9 marzo 2006 13:18
Re:

Scritto da: mrathlon900 09/03/2006 13.13
io lo lascerei anche qui per differenzaiare le discussioni e non creare offtopic soprattutto in discussioni interessanti.

che dite?




penso vada bene [SM=x125595]
mirkosv@ro
00giovedì 9 marzo 2006 14:15
meglio così...il mio thread sulle "earthsongs" non era nato per commentare la frustrazione delle popstars...semmai la loro irresponsabile ipocrisia.

meglio continuare qui il necrologio della musica leggera.
sery84
00giovedì 9 marzo 2006 15:45
«La musica deve tornare all'impegno politico di un tempo — spiega alla fine del documentario l'Arquette —. Bisogna cantare degli ideali in cui credi. L'hanno fatto per decenni schiere di cantanti quali Bob Dylan, John Lennon, Paul McCartney, Joni Mitchell e Crosby, Stills and Nash. Un tempo la musica riusciva a trasportare le masse e sono certo che può continuare a farlo».

L´avevo postata nel´altra discussione per via di questa frase, ma credo anch´io che un topic a parte sia meglio.


" Steven Tyler se la prende con il downloading illegale su internet. «Un tempo il catalogo di Aerosmith valeva 24 milioni di dollari; oggi ne vale al massimo 12 centesimi. L'unica cosa che rimane ad un artista che la voglia, è la sua integrità». "

[SM=x125635]

Magari gli Aerosmith in realtá non valevano poi chissá quanto...

[Modificato da sery84 09/03/2006 15.46]

~=€MM@=~
00giovedì 9 marzo 2006 15:55
da qndo canta pure hillary duff, la vera musica pop è favvero morta [SM=x125600] [SM=x125616]
mariusko
00venerdì 10 marzo 2006 12:21
Mah, cosa dire?

La morte del pop. Cosa significa?

Se pop è musica popolare, ossia la piu' diffusa o, semplicemente, la musica di oggi (mi riallaccio a quanto diceva giustamente Dollarboy), dire che è morta significa che la gente non ascolta piu' musica. Infatti se la musica popolare è in crisi, figuriamoci quella impopolare.

Ma, ovviamente, non è questo il significato che qui' vogliamo dare al termine pop. Ci riferiamo ad un certo tipo di musica che ha dominato (a livello di vendite) gli ultimi decenni. E' morta? forse era anche l'ora, no?.... ma chi se ne frega!

Ma se fosse morta non ci sarebbero in giro tante discussioni sulle varie popstar: quanti hanno risposto ai topic su David Sylvian, su Miles Davis, su Metheny, su Holdsworth, sulla canzone d'autore degli Avion Travel o anche solo sugli Spiral Architect?

No, il pop è vivo e vegeto e, purtroppo, impera.

[Modificato da mariusko 10/03/2006 12.22]

mirkosv@ro
00venerdì 10 marzo 2006 14:26
Io non ho mai trovato negativo il termine "popolare".
La nostra cultura ha dimostrato che anche il "pop" in arte può avere pari dignità come altre forme di espressione artistica più elitarie. La musica pop di qualche decennio sapeva essere impegnata e di contenuto, eppure "popolare".
Trovo assai più irritante il termine "musica leggera"... [SM=x125634]

Mi rendo conto però che la gente non fa distinzione tra i termini.

[Modificato da mirkosv@ro 10/03/2006 14.28]

-Vertigo-
00venerdì 10 marzo 2006 14:34
Penso che il Pop, perfettamente a suo agio nell'epoca orwelliana in cui viviamo, abbia raggiunto in questi ultimi anni la sua abietta compiutezza e perfezione: anche i miti degli anni '80 sono caduti (o stanno cadendo), sostituiti da starlette che durano il tempo di una stagione (per non usare la metafora del gatto sulla magliana): i famosi quindici minuti di popolarità di Wharol.
Una ad una le "profezie" di certi personaggi del passato si stanno avverando... il 1984 sta arrivando... o è già arrivato?
mrathlon900
00mercoledì 15 marzo 2006 13:00
Secondo me il "1984" oltre che essere arrivato è gia passato allo stadio superiore..
sery84
00domenica 19 marzo 2006 21:45
Concordo con Vertigo... l'altro giorno stavo giusto pensando che oramai va di moda l'eroe alla Grande Fratello in tutti i sensi...non solo dura poco, ma è un tipo normalissimo, senza alcuna peculiarità, senza alcuna qualità speciale, senza nulla da dire... è un po' il mondo del "guarda quello posso farcela anch'io...".

si vede che alla gente piace pensarla in quel modo...
mirkosv@ro
00domenica 19 marzo 2006 22:50
Zappa detestava gli anni 80.
Detestabili perchè hanno decretato l'avvento della musica da discoteca e cmq il dominio dei ritmi ballabili;nonchè l'avvento del videoclip come mezzo di promozione, e di conseguenza il dominio dell'immagine sui contenuti.
Detestabili perchè le multinazionali della musica hanno puntato sul pubblico adolescenziale, debole ed impreparato, viziato ed irresponsabile, bramoso di evasioni e suggestioni ormonali.
Detestabili per aver corrotto la critica e finanziato con i soldi un falso revisionismo che ha cancellato la new-wave, bandito avanguardisti e minimalisti, obliato art-rock, progressive, jazz-rock e simili.
..
Ancora oggi chi è il target delle multinazionali della videomusica? I "non-ascoltatori di musica".
Non certo chi ascolta 200 dischi l'anno.
.Eclettico.
00lunedì 20 marzo 2006 09:33
Re:

Scritto da: mirkosv@ro 19/03/2006 22.50
Zappa detestava gli anni 80.
Detestabili perchè hanno decretato l'avvento della musica da discoteca e cmq il dominio dei ritmi ballabili;nonchè l'avvento del videoclip come mezzo di promozione, e di conseguenza il dominio dell'immagine sui contenuti.
Detestabili perchè le multinazionali della musica hanno puntato sul pubblico adolescenziale, debole ed impreparato, viziato ed irresponsabile, bramoso di evasioni e suggestioni ormonali.
Detestabili per aver corrotto la critica e finanziato con i soldi un falso revisionismo che ha cancellato la new-wave, bandito avanguardisti e minimalisti, obliato art-rock, progressive, jazz-rock e simili.
..
Ancora oggi chi è il target delle multinazionali della videomusica? I "non-ascoltatori di musica".
Non certo chi ascolta 200 dischi l'anno.



Non sono d'accordissimo per il discorso del videoclip, nel senso che il videoclip è un modo di fare arte come altri. che poi, per la maggior parte, venga usato con altri scopi, questo è un altro discorso.
mariusko
00lunedì 20 marzo 2006 11:11
Sicuramente ci sono videoclip artistici e molto belli.

Ma credo Mirko volesse evidenziare un altro aspetto. Quello che io ho chiamato "spettacolarizzazione" della musica.

L'aspetto visivo viene infine a contare almeno quanto quello musicale. Allora forse dovremmo imparare a capire quanto ci piace un personaggio, un messaggio, la capacità di "bucare lo schermo" e quanto invece la musica che ascoltiamo con il solo senso dell'udito. Due arti diverse. Ben venga il video se fa da cornice ad una buona musica.

Ricordo la domanda di James Senese a Lello Arena nel film "Grazie, il caffè mi rende nervoso": "Ma a te piace la musica o il fumo?"
Asgeir Mickelson
00martedì 21 marzo 2006 21:44
Re:

Scritto da: mariusko 20/03/2006 11.11
Ricordo la domanda di James Senese a Lello Arena nel film "Grazie, il caffè mi rende nervoso": "Ma a te piace la musica o il fumo?"

che film spettacolare! [SM=x125591]
Asgeir Mickelson
00martedì 21 marzo 2006 21:45
Re:

Scritto da: mirkosv@ro 19/03/2006 22.50
Zappa detestava gli anni 80.
Detestabili perchè hanno decretato l'avvento della musica da discoteca e cmq il dominio dei ritmi ballabili



non credo sia un dramma l'avvento dei ritmi ballabili.

Un certo Scott Joplin ha scritto delle belle composizioni ragtime per far ballare la gente [SM=x125655]

... oppure ho capito male?

[Modificato da Asgeir Mickelson 21/03/2006 21.46]

mirkosv@ro
00mercoledì 22 marzo 2006 14:08
Re: Re:

Scritto da: .Eclettico. 20/03/2006 9.33

Non sono d'accordissimo per il discorso del videoclip, nel senso che il videoclip è un modo di fare arte come altri. che poi, per la maggior parte, venga usato con altri scopi, questo è un altro discorso.


La penso come te. Il videoclip è una forme d'arte (il che chiaramente non significa che tutti i clip sono arte) ma io parlavo di prevalenza del clip come principale mezzo di diffusione commerciale. Fatto storicamente appurato.
Oggi se vuoi promuovere una canzoncina bisogna fare un bel clip, anche se la canzoncina è una pena.
Ricordo inoltre che alcuni artisti (chiaramente suff. importanti da giustificare la spesa)realizzavano già molto prima degli '80 dei cortometraggi (si pensi ai Beatles o a Bowie), che possono considerarsi veri e propri antecedenti del videoclip.
sery84
00giovedì 23 marzo 2006 18:04
Madonna: «Salviamo gli anni ’80»
Se la prende con chi li definisce trash. E intanto chiude in casa il marito

«LO DICO a gran voce, bisogna rivalutare gli anni Ottanta». La cantante pop Madonna, regina delle classifiche, si lancia in una filippica raccolta dalla rivista americana «Metropolitan post». «È stato un periodo straordinario della mia vita - dice la popstar - Non ero nessuno, soprattutto agli inizi del decennio, ma li ricordo con nostalgia». Madonna sostiene che «gli anni Ottanta furono importanti non solo per la musica, ma anche per la moda. Dal punk nacquero filoni bellissimi come il new romantic e il goth (in Italia chiamato dark). Io ero un pò una seguace di tutti e due i filoni - prosegue Madonna - ed è per questo che ho voluto due decenni dopo tenere un concerto nel tempio europeo dei new romantics, la discoteca Camden Palace a Londra, oggi ancora aperta e chiamata Koko». «Arrivata da New York, fui invitata da Steve Strange, il leader dei Visage che aveva creato quel locale - ricorda la cantante - Sulla pista e sulla pedana dei concerti si scatenavano l'allora molta ambigua Annie Lennox, Simon Le Bon, i Kajagoogo, perfino lo snobbissimo Bono. Mentre ricordo che una sera Mick Jagger non venne fatto entrare. L'esclusione del divo dal locale fece il giro del mondo». «Il Palace conteneva 2000 persone. La Londra creativa di allora. Anche sul piano della moda - continua Madonna - Uno stilista come John Galliano deve tantissimo ai new romantic, la sua passione per gli abiti storici è nata lì. Vedeva Adam Ant travestito da Pirata, e si ispirava a lui per le sue collezioni. È stata un'emozione tornare in quel locale vent'anni dopo». «Mi arrabbio - agginge la star - quando parlano male di quel periodo. Da lì è nato tutto, e ancora oggi il tributo che paghiamo è enorme. Jim Kerr dei Simple Minds fa malissimo a criticare i Thompson Twins, giudicandoli frivoli. Tenni un concerto con i Thomson in occasione del Live Aid nel 1985 a Philadelphia, erano tostissimi. Esportarono il neo romanticismo negli Usa, tutti vestivano come loro nei club americani che contavano. Oggi vedo molto conformismo in giro non come allora. Dove sono i David Bowie di oggi? I Boy George di oggi? I Gary Numan di oggi? Vedo molte patetiche imitazioni. Anche mie....». E Il riferimento è a Gwen Stefani, la cantante americana che sembra il clone di Madonna, scrive il Metropolitan Post. «Fra i nuovi gruppi che si ispirano a quel periodo - conclude Madonna - amo molto i Franz Ferdinand. Sono i new romantic di oggi». Ma Madonna ha fatto parlare di sé anche per altro. Stanca delle voci secondo cui il loro matrimonio sarebbe in crisi ha deciso di imporre un «coprifuoco» sul marito Guy Ritchie, per riuscire a trascorrere piu tempo a casa insieme. La regina del pop ha chiesto a Ritchie, 37 anni, di stare a casa almeno tre sere alla settimana e che, quando invece va al pub con gli amici, non beva più di tre birre e torni a casa per le 11, quando chiudono i locali. «Madonna è stufa di sentire che il suo matrimonio con Guy e in crisi e che lei sarebbe persino interessata a un altro uomo - ha raccontato al Daily Mail una persona vicina alla coppia, aggiungendo che Ritchie ha accettato le condizioni della moglie - Nessuno di loro due ha intenzione di separarsi, entrambi sanno che il matrimonio e una cosa che richiede impegno».
mirkosv@ro
00giovedì 23 marzo 2006 23:14
80S
E' buffo sentire Madonna che parla degli '80 e tenta di mettersi sullo stesso piano di Numan o dei Japan.
Gli anni '80 che salverei - quelli neoromantici di Sylvian, quelli porno-funk di Prince, quelli etno-wawe dei Talking Heads o Peter Gabriel, quelli dark dei Joy Division o Cure, quelli industrial dei Suicide o Throbbing Gristle - solo per citare alcuni nomi che hanno reso memorabile quel decennio - beh, non sono certamente gli 80S di Madonna e delle altre pop-stars inventate da MTV. Trash.

[Modificato da mirkosv@ro 23/03/2006 23.16]

mirkosv@ro
00giovedì 23 marzo 2006 23:22
Re: Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 21/03/2006 21.45
non credo sia un dramma l'avvento dei ritmi ballabili.

Un certo Scott Joplin ha scritto delle belle composizioni ragtime per far ballare la gente [SM=x125655]

... oppure ho capito male?



i ritmi ballabili esistevano molto prima degli '80.
decennio in cui però gli industriali della musica intuirono la possibilità ghiotta di offrire musica da ballo, nel senso di musica la cui ambizione era semplicemente quella di far muovere i culi. Le discoteche, d'altronde, esistevano anche prima degli '80, ma la loro proliferazione accade appunto in quel decennio...Insomma, l'idea della musica come intrattenimento si radica proprio in quegli anni. Credo stia qui l'avversione di Zappa.

[Modificato da mirkosv@ro 23/03/2006 23.23]

sery84
00venerdì 24 marzo 2006 00:48
Re: 80S

Scritto da: mirkosv@ro 23/03/2006 23.14
E' buffo sentire Madonna che parla degli '80 e tenta di mettersi sullo stesso piano di Numan o dei Japan.
Gli anni '80 che salverei - quelli neoromantici di Sylvian, quelli porno-funk di Prince, quelli etno-wawe dei Talking Heads o Peter Gabriel, quelli dark dei Joy Division o Cure, quelli industrial dei Suicide o Throbbing Gristle - solo per citare alcuni nomi che hanno reso memorabile quel decennio - beh, non sono certamente gli 80S di Madonna e delle altre pop-stars inventate da MTV. Trash.

[Modificato da mirkosv@ro 23/03/2006 23.16]




Ovvio che madonna dica così...
il trash degli anni '80 non sarebbe esistito senza i suoi inizi negli anni '70 e le sue radici negli anni '60... gli anni '80 sono solo una coseguenza, il merito o la colpa sta nell'indirizzo dato prima, da top of the pops, dalle riviste per ragazzi nate nel decennio precedente, dalle eccentriche star e dal fenomeno del divismo... il trash degli anni '80 è una cosa ricercata, non è capitata a strapiombo a rompe le uova nel paniere al progressive.
mirkosv@ro
00venerdì 24 marzo 2006 01:31
Re: Re: 80S

Scritto da: sery84 24/03/2006 0.48
il trash degli anni '80 non sarebbe esistito senza i suoi inizi negli anni '70 e le sue radici negli anni '60... gli anni '80 sono solo una coseguenza, il merito o la colpa sta nell'indirizzo dato prima, da top of the pops, dalle riviste per ragazzi nate nel decennio precedente, dalle eccentriche star e dal fenomeno del divismo... il trash degli anni '80 è una cosa ricercata, non è capitata a strapiombo a rompe le uova nel paniere al progressive.



C'è del vero in quello che dici. Il taglio teen-oriented dato alla musica pop ha causato la deriva trash.
Però io la vedo un pò diversamente.
Gli anni '80 - musicalmente parlando - sono stati importanti quanto i decenni precedenti, e ci hanno regalato album
consegnati ormai alla storia come "Creuza de mä" di De Andrè, "Passion" di Gabriel o "Discipline" dei Crimson, solo per fare esempi banali.
Parallelamente però - e ciò invalida la memoria degli '80 almeno parzialmente - è accaduto un fenomeno mass-mediatico senza precedenti che ha coinvolto la musica.
E' nata la videomusica. Una nuova cultura musicale per le masse, che ha parificato il ruolo dell'immagine a quello dei contenuti artistico-musicali... spingendosi ben oltre la connivenza di musica e moda che già erano del glam o del punk.
La videomusica ha permesso ad artisti dello spettacolo e dell'intrattenimento di emergere anche senza importanti capacità musicali in termini di composizione, esecuzione, o canto.
Caso emblematico quello di Madonna. Sicuramente carismatica, eclettica, audace... doti che non le avrebbero mai permesso di sfondare un decennio prima.
Da qui alla Lecciso il passo è "relativamente" breve...nel senso che ormai impera una orwelliana dittatura mediatica del trash, che permette la popolarità a personaggi inutili, incapaci, e di cattivo gusto...purche sufficientemente disinibiti e spudorati.
Retrospettivamente, poco valgono le frequentazioni di Madonna alle serate di Steve Strange.
Non c'è nulla dell'estetica neoromantica nella musica di Madonna degli 80. Solo facili entusiasmi puberali, orchestrati ad hoc per il pubblico adolescenziale di MTV.
Contenuto artistico pressocchè analogo a quello che si può trovare oggi in una puntata di "Amici" di Maria de Filippi.
Che poi invecchiando la Ciccone abbia affinato un pò di mestiere, può darsi, ma è un'altra storia.
sery84
00venerdì 24 marzo 2006 01:48
Re: Re: Re: 80S

Scritto da: mirkosv@ro 24/03/2006 1.31


C'è del vero in quello che dici. Il taglio teen-oriented dato alla musica pop ha causato la deriva trash.
Però io la vedo un pò diversamente.
Gli anni '80 - musicalmente parlando - sono stati importanti quanto i decenni precedenti, e ci hanno regalato album
consegnati ormai alla storia come "Creuza de mä" di De Andrè, "Passion" di Gabriel o "Discipline" dei Crimson, solo per fare esempi banali.
Parallelamente però - e ciò invalida la memoria degli '80 almeno parzialmente - è accaduto un fenomeno mass-mediatico senza precedenti che ha coinvolto la musica.
E' nata la videomusica. Una nuova cultura musicale per le masse, che ha parificato il ruolo dell'immagine a quello dei contenuti artistico-musicali... spingendosi ben oltre la connivenza di musica e moda che già erano del glam o del punk.
La videomusica ha permesso ad artisti dello spettacolo e dell'intrattenimento di emergere anche senza importanti capacità musicali in termini di composizione, esecuzione, o canto.
Caso emblematico quello di Madonna. Sicuramente carismatica, eclettica, audace... doti che non le avrebbero mai permesso di sfondare un decennio prima.
Da qui alla Lecciso il passo è "relativamente" breve...nel senso che ormai impera una orwelliana dittatura mediatica del trash, che permette la popolarità a personaggi inutili, incapaci, e di cattivo gusto...purche sufficientemente disinibiti e spudorati.
Retrospettivamente, poco valgono le frequentazioni di Madonna alle serate di Steve Strange.
Non c'è nulla dell'estetica neoromantica nella musica di Madonna degli 80. Solo facili entusiasmi puberali, orchestrati ad hoc per il pubblico adolescenziale di MTV.
Contenuto artistico pressocchè analogo a quello che si può trovare oggi in una puntata di "Amici" di Maria de Filippi.
Che poi invecchiando la Ciccone abbia affinato un pò di mestiere, può darsi, ma è un'altra storia.



Quoto tutto, anche se per me comunque negli anni '80 vedo semplicemente una continuazione di ciò che era stato iniziato in precedenza...migliorano i mezzi di comunicazione, l'evoluzione va avanti, ma appunto va avanti quella dettata già in precedenza, da quei pesonaggi che hanno sempre fatto spettacolo e musica, buisness art, ecc...non vedo gli anni '80 come la catastrofe che descrive Zappa, il mercato videomusicale è il risultato di quello che c'era prima, la colpa è di chi non lo ha intravisto all'inizio, Madonna di colpe non ne ha molte (PS: personaggio che non mi va a genio purtroppo, non vedo questa sua innovazione neppure nel vestiario, mai visto poi il camaleontismo di cui si va dicendo).
mariusko
00venerdì 24 marzo 2006 08:25
Sono d'accordo praticamente in toto.
(non quelli di Porcaro &co. [SM=x125591] )

Io pero' non vedo regie occulte dietro tutto questo. In ogni periodo, dai "mitici" 70 ad oggi, ci sono state buone e cattive produzioni, anche se in alcune epoche c'e' stato un maggior fiorire di cose inedite. Flussi e riflussi.
Madonna poteva avere successo o no. A posteriori noi diamo per scontato che era destinata al successo, ma poteva benissimo rimanere nell'ombra come tanti suoi colleghi. Il successo lo decreta il pubblico.
Come si formi il gusto del pubblico e' un discorso di una estrema complessita', trattandosi di una massa di individui diversi che possono piu' o meno aver voglia di esplorare l'universo dei suoni, come noi stiamo facendo.
Non nego che gli artisti possono dividersi, secondo una classificazione dai confini incerti, fra quelli che inseguono i gusti del pubblico e quelli che cercano di essere maggiormente creativi. Madonna non fa certo parte di questi ultimi, ma non e' nemmeno banalissima in assoluto.
Per quanto mi riguarda, non facendo di mestiere il sociologo, mi basta sapere che quello che vale poco cadra', presto o tardi, nell'oblio.......

Riguardo ai video: all'inizio i video erano funzionali alla musica e, personalmente, credo siano stati perfino un'arricchimento, un corredo della musica stessa.
Poi l'aspetto visuale ha prevalso ed i piu' superficiali si sono fatti travolgere dalla suggestione delle immagini e del personaggio a scapito di una fruizione maggiormente critica (questo vale non solo per la musica, perfino in politica). In poche parole compravano musica che avrebbero tranquillamente trascurato sulla base del semplice ascolto.
L'avvento di parrucchieri, sarti e truccatori accanto agli artisti, tecnici del suono, etc,......

[Modificato da mariusko 24/03/2006 8.38]

.Eclettico.
00venerdì 24 marzo 2006 08:45
Re:

Scritto da: mariusko 24/03/2006 8.25
Sono d'accordo praticamente in toto.
(non quelli di Porcaro &co. [SM=x125591] )

[Modificato da mariusko 24/03/2006 8.38]





oddio ........brrrrr [SM=x125622] [SM=x125591]
Asgeir Mickelson
00venerdì 24 marzo 2006 21:59

[Modificato da Asgeir Mickelson 24/03/2006 22.00]

-Vertigo-
00lunedì 3 aprile 2006 16:00
gli anni '80...
Che sia stata fatta ottima musica negli anni '80 è indubbio, come lo è stata fatta anche nei '70 e nei '90. Il fatto è quale musica? non certo quella conosciuta dalle masse, o non solo...
Il problema, secondo me, è che negli anni'80 è proliferato il gioco perverso delle case discografiche, il loro assoluto monopolio, strettamente connesso ai mass media, televisione in primis, a caccia di fette sempre più grandi di pubblico, e alla ricerca, quindi, di personaggi sempre più "mediocri" (proprio nel senso "medio" del termine) capaci di trainare un pubblico quanto più eterogeneo possibile.
Ultimamente, grazie a internet, le cose hanno avuto una piccola svolta: si può finalmente parlare di un certo tipo di musica, farla arrivare anche a chi è bombardato solo da mtv.
La cosa però è ancora ardua, fin quando esisteranno siti o forum stracolmi di gente dedicati a personaggi che fanno ogni tanto, anche, forse, musica.

[Modificato da -Vertigo- 03/04/2006 16.18]

-Vertigo-
00lunedì 3 aprile 2006 16:17
i video...
Io apprezzo molto la forma video e il cinema, quindi tutto ciò che è puramente "visivo", ed è chiaro che la forma video unita alla canzone è nata molto prima degli anni '80.
Sono molto perplesso però riguardo ai video, perchè a mio avviso hanno contribuito a ingabbiare la musica negli schemi del più banale mainstream: basti pensare ai brani accorciati o pensati in base al video, o a quelli allungati per creare degli short-film. La musica in tutto questo, cosa centra?
Non hanno forse i video accentuato anche il fenomeno del divismo? il fatto che i personaggi hanno divorato gli artisti?

[Modificato da -Vertigo- 03/04/2006 16.19]

sery84
00lunedì 3 aprile 2006 20:34
Secondo me ancora stiamo dando la colpa all' effetto e non alla causa. Gli anni '80 sono semplicementi ineviatbili, la rotta doveva essere cambiata prima.. il divismo è nato mooolto prima, personaggi stravaganti apposta sono nati prima, gruppi con poco da dire ma molto carismatici per le masse sono nati prima, magazine e programmi per adolescenti sono nati prima.
Se 1+1 fa 2....
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