La fede in D&D (proposta aggiornata per i punti pietas e nuovo pantheon)

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Morandar
00giovedì 22 luglio 2004 19:23
Comincio dalla fine come si conviene ad un caotico buono: stò sviluppando un pantheon alternativo con le divinità del Silmarillion di Tolkien, certamente più sviluppate ed interessanti di quelle (pur carine) di D&D. Tutto questo perchè nel frattempo ho anche rivisto il sistema dei punti pietas.

Cosa sono i punti pietas: un modo per giocare di ruolo, e per rendere utili a tutti la propria divinità. In pratica, ci sono dei punti, che possono salire o calare durante una sessione coerentemente con la vostra condotta nei confronti del culto: ad esempio, se un adoratore di Nerull salva un moribondo, caleranno. Se un adoratore di Vecna mantiene un segreto, saliranno.

E perchè dovrei usarli? Perchè sono belli, e perchè portano a dei vantaggi. Esistono 5 livelli di fede, uno ogni 20 punti pietas (massimo 100, quindi: non più di 4 ad ogni sessione, a meno che uno non si sia fatto immolare per difendere un templio che aveva costruito...), ed a ognuno corrispondono diversi benefici (che devo ancora terminare di rivedere, quindi dovrete aspettare ancora un poco). Oltre a questo, sarà possibile invocare il proprio Dio in soccorso: un povero praticante non troppo convinto avrà difficoltà in questo, laddove un esaltato paladino potrà contare facilmente sulla propria divinità. Questo, in termini di gioco, si effettua tirando un D% sul numero di punti pietas: se inferiore, la chiamata ha buon termine. Questo però determina un calo di punti pietas (ossia di favore divino), poichè il Dio non ama sentirsi chiamare dagli esseri mortali, per quanto pii.

Io uso i Punti Pietas da anni, ed i miei pg sono soddisfattissimi. Se vi interessa, vi scriverò le regole più dettagliate non appena terminate!
Tyris
00giovedì 22 luglio 2004 19:48
Solo una domanda: ma non fa troppo videogame l'accumulo di punti pietas? Cioè io interpreto il mio PG pedissequamente solo per ottenere vantaggi dalle divinità...soprattutto per i paladini, potrebbe essere un pò un controsenso?

Ora me ne viene in mente un'altra: chi o cosa stabilisce se agisco secondo il mio culto? Il master ad arbitrio?
Mi spiego: c'è un supplemento internet per i forgotten realms che permette, dietro una congrua donazione di danaro, l'accesso a determinati favori da parte della divinità. Questi favori si concretizzano in incantesimi proporzionati all'entità della donazione. In parole povere, esiste un parametro più o meno oggettivo per determinare l'entità dell'intervento.
Ma cosa succede se il master crede che il PG non stia interpretando bene il suo personaggio? Non si rischia di stereotipare troppo gli allineamenti e di spingere ancora di più verso lo stile videogame, già abbastanza forte, in D&D?


Morandar
00venerdì 23 luglio 2004 00:47
Le tue obiezioni non sono del tutte campate per aria. Lasciamo da parte la filosofia per concentrarmi sulla mia esperienza: ci sono dei rischi.

Io ho fatto così (ed ha sempre funzionato, almeno in un'ottica di divertimento del giocatore): a fine sessione, dò punti esperienza e pietas, in base alle mie impressioni sulla sessione appena terminata e su alcuni appunti che prendo durante la sessione stessa. Tali punti non sono necessariamente legati precisamente a motivazioni ben determinate, quanto più a sensazioni rimaste. Un metodo opinabile, lo ammetto, ma loro paiono gradire e non si sono mai lamentati tanto. Cosa fa in modo che essi guadagnino, ad esempio, tre punti pietas (di più è raro)? Un esempio è il mio druido, che anche prima di esserlo ha sempre interpretato personaggi molto legati alla natura. Stereotipato e ripetitivo, forse, anche se non lo trovo, il suo modo di vedere la propria religione lo ha sempre portato a scontrarsi, per questo, col resto del gruppo, più menefreghista in queste sessioni. Ma lui, per la propria fede, ha sopportato anche di venire schernito.
Questo, oltre ad essere buon gdr, è quello che vedo quando penso alla pietas.

Certo, è una regola per applicare la quale il master deve possedere buon senso: un paladino che preghi e dia una moneta d'oro ad ogni viandante meriterà forse un punto pietas a sessione, il che richiederà...100 sessioni per arrivare al massimo, ed anche solo 20 per il primo livello (il primo utile, diciamo). Non poche. Dovrà fare qualcosa di forse rischioso, e comunque elaborato: non basterà lustrare regolarmente il proprio martello in nome della divinità della guerra prima di dormire, o dedicare ogni uccisione a Nerull: questo sarà IL MINIMO che ci si aspetti da un vero credente.

Giocando così, da me ha funzionato. Comunque, a parte qualche beneficio sui tiri salvezza o sulla ca (devo vedere), i livelli pietas dovrebbero dare modificatori nelle prove nei confronti di persone dello stesso credo, o di credi opposti, quindi cose che il vero PP sdegnerà concentrandosi sul numero di attacchi.
Non so se è quello che chiedevi, in ogni caso ho scritto tanto ;)
Alonzo Ruppetti
00venerdì 23 luglio 2004 08:16
Credo che miracoli ed affini siano cose da non gestire con punti e simili, ma è il DM a doversene occupare. Più precisamente, se per la storia è funzionale che accada un miracolo, questo avverrà, pure se invocato dal peggior bestemmiatore ateo; al contrario, se un miracolo non serve o rovina la storia, può pure chiederlo il chierico più devoto del mondo, ma non succederà nulla.

In ogni caso, sono un tipo che non ama coinvolgere troppo attivamente le divinità nel gioco (diciamo pure per nulla): le divinità fanno ambientazione, background, danno potere ai personaggi, ma per il resto si fanno i beati cazzi loro.
liveforplaying
00venerdì 23 luglio 2004 10:10
sono assolutamente d'accordo con alonzo.
in d&d abbiamo già abbastanza punti da gestire, non ce ne servono altri.
Morandar
00venerdì 23 luglio 2004 10:30
Ehehe, posso capirvi. Io amo la regola perchè la amano anche i miei pg, che si divertono ad interpretare un credente talvolta invasato, senza che poi usino effettivamente tali punti (ma solo il loro profumo li spinge ad agire così) - tranne nel caso del druido sopra, che spesso li ha tolti d'impaccio. Comunque va bene, se non interessa morta lì. :D
Ayor
00venerdì 23 luglio 2004 12:03
La mia domanda invece è un'altra: perchè dare ancora + potere al chierico (in particolare) che è già cazzuto di suo?
Morandar
00venerdì 23 luglio 2004 16:22
Perchè stiamo giocando di ruolo e non ce ne frega niente? :D
Alonzo Ruppetti
00venerdì 23 luglio 2004 17:45
Mi pare un'ottima risposta! :)

P.S. x liveforplaying: il testo esatto della canzone che hai come firma è "We are following the will OF THE ONE". Mitici Blindguardian! [SM=x77400]

P.S x morandar: sei lo stesso Morandar che taaaanti anni fa (oddio, 2 o 3 credo) frequentava il forum di metal.it?
Tyris
00venerdì 23 luglio 2004 19:18
Beh le mie domande erano esclusivamente teoriche, quasi speculative. Se ai PG piace, il master si trova bene, ed il gioco non è squilibrato, è una buona regola. :) La pratica sempre prima di tutto.
Io penso che un giocatore debba evitare di lustrare il martello nel nome della divinità, sarebbe troppo scontato...personalmente conosco pochi preti, ma mi risulta difficile pensare che tutte le mattine lustrino i loro crocifissi. Non è un pò troppo pedante?

Altra osservazione: con l'assegnazione dei punti pietas, non si rischia di tenere necessariamente sui binari dell'allineamento un personaggio? A me piacciono da morire le crisi di identità: paladini che iniziano a squartare i bambini, sgozzano vecchietti e alla fine si pentono di tutto...credo che aggiungano non poco sale alla campagna. Certo, ruoli impegnativi come bardi e paladini vanno sempre assegnati a giocatori esperti nel GdR, altrimenti si scade nel PP più becero con la scusa delle "crisi di identità".

Io penso che in D&D ci siano già abbastanza punti e punticini da contare, ma proprio per questo non saranno questi punti pietas a complicare il tutto. Perchè non posti le regole dettagliate? A me interessano moltissimo...al massimo potresti spedirmi qualcosa via FFZ. ;)


liveforplaying
00sabato 24 luglio 2004 00:02
non mi sono mai piaciute quelle regole...

meno punti ho da gestire, meglio è!
OT
o cavolo!!l'ho sempre cantata così la canzone...uhmmm alonnzo sono oco pratico dei blind guardian....ma grazie x l'avvertimento...w i blind!!8| 8| spaccano de brutto!!!!
toluk
00sabato 24 luglio 2004 10:28
morandar.... la tua idea mi piace moltissimo!! [SM=x77410] [SM=x77410]
anch'io ho problemi con giocatori SACERDOTI che scelgono una divinità solo perchè non vogliono lasciare libera la casellina "Divinità" sulla scheda del PG....
i punti pietas mi paiono un ottima idea, ma proviamo ad analizzare quanto detto finora...
a me piacciono perchè io faccio pesare molto le divinità nel GdR, ma quelli che invece le ignorano quasi totalmente, come Alonzo, a ragione le considerano inutili... la questione sta solo nel sistema di gioco adottato, tutto lì....
Altra obienzione di Alonzo: non mi va di fa intervenire una divinità a compiere un miracolo, solo perchè ho i PP (punti pietas) alti... in questo caso sono d'accordo, credo si debba risolverla in altro modo...
Obiezione di Ayor: dare poteri IN PIU' al sacedote perchè ha i pp alti, credo non sia giusto nei confronti degli altri giocatori... in questo topic possiamo provare a discutere su idee alternativa...
Vadiamola così... il pg interpreta bene e io gli do pp.. ok.. ma perchè dovrebbe farlo se non gliene viene un beneficio? se lo facesse di suo sarebbe un ottimo roleplayer e tutta la discussione non servirebbe.. di conseguenza precisiamo di alcuni benefici... glieli diamo a sac e pal? va bene ma così svanteggiamo gli altri... allora inseriamo anche dei malus... ovvero io parto con 10 PP, la MIA BASE... se aumento la mia divinità mi premia (mi piace l'idea dell'aumenta di abilità sociali, ma assolutamente no l'intervento arbitrario di una divinità del gioco.... questa cambiala!!), ma se scendo sotto i 10.... i bonus diventano malus e a 0 o meno io perde i poteri... così riusciamo anche ad oggettivizzare con house rules come decidere di punire paladini e chierici per la loro poca dedizione: che ne pensi morandar?
per Tyr: il discorso dell'arbitrio non sta in piedi... i PX li da il master arbitrariamente e pur avendo un manuale che spiega a tutti i master come fare più o meno, quando passi da un gruppo ad un altro ogni master ha il suo metoo per giudicare; perchè non giudicare anche la fede?

PS: morandare, ti va di postare la regola, casomai ce l'avessi scritta? mi piacerebbe avere sott'occhio regole scritte da poter sempre consultare....



Ayor
00sabato 24 luglio 2004 14:33
Toluk la tua idea dei punti negativi mi piace. Risolve anche il problema del torgliere i potrei a sac e pakldini. A me personalmente è sempre dispiaciuto e ho sempre atteso che ne combinassero una grossa prima di privarli dei loro benefici.
Con questa regola invece posso dargli un metro più dettagliato per valutare lòa loro condotta e forzarli verso il gdr puro!

Morander posta un pò ste regole dai, mi incuriosiscono!
Kalius
00sabato 24 luglio 2004 15:23
Re:
Io non sono d'accordo con questo sistema.
Faccio cmq i miei complimenti al master che l'ha ideato, perchè è molto ingegnoso, ma non ce lo vedo indicato per un gioco già troppo complesso come il D&D...
Ho già troppe cose da gestire, figuriamoci se poi devo pensare anche a queste nuove tabelle che poi, a cosa conducono?
Alla fine mi è sembrato di capire che, per quanto la matematica possa essere una scienza esatta, quesi punti vengono cmq attribuiti dl master. Quindi perchè dovrei ideare una tabella del genere se poi tutto cmq dipende dalla mia (master) decisione finale?

Semplicemente mi basta annotare sul mio quadernino le cazzate che mi combina il paladino o il chierico, e quando raggiungono un limite che IO considero intollerabile, scattano le sanzioni dopo una bella e chiara chiacchierata con il giocatore...
Punto e basta.
Ciao

PS: mi sembra poi il sistema di un videogame, come già detto da qualcuno...

[Modificato da Kalius 24/07/2004 15.24]

olidammara
00sabato 24 luglio 2004 16:20
Kalius che le regole in d&d fossero tutte su tabelle per dar inizio ad un videogioco è una triste verità ma dopo 3 manuali di 200 e passa pagine ognuno chissà cosa sarà mai un'altra tabella.
Questo però sarebbe più un argomento da house rules e per di più anche interessante mi dispiace togliere il beneficio dell'informazione a quanti non vengono in questo topic ma su house rules. Possiamo però addirittura migliorare questa tabella che in fondo mira a tenere buona l'interpretazione di chierici e paladini, allora perchè non espanderla a tutte le classi?
Oltretutto molto dipende dallo stile di gioco.
Supponiamo ad esempio un paladino che tempo prma nel nome di heironeous aveva ucciso un drago rosso che minacciava un villaggio, ora questo paladino è un alcolizzato da quando ha perso la sorella trucidata e va in giro sparlando del più e del meno, nonostante tutto i suoi poteri ci sono perchè dentro di se è ancora molto fedele al dio ma quella fede ormai è smarrita. Questo è un background originale è molto divertewnte da interpretare invece del solito stereotipato paladino, ma sono davvero poch i giocatori che creano con la fantasia un personaggio simile...
Quindi una tabella schematica come quella precedente va molto bene per stereotipi e allineamenti secchi come diceva kalius ridà molto ad un videogioco.
Io personalmente preferirei avere il background su un foglio a parte di ogni player, e regolarmi sul background più che sull'allineamento. (per la serie anche i sacerdoti nel loro piccolo si incazzano).
Kalius
00sabato 24 luglio 2004 16:26
Re:

Scritto da: olidammara 24/07/2004 16.20
Kalius che le regole in d&d fossero tutte su tabelle per dar inizio ad un videogioco è una triste verità ma dopo 3 manuali di 200 e passa pagine ognuno chissà cosa sarà mai un'altra tabella.
Questo però sarebbe più un argomento da house rules e per di più anche interessante mi dispiace togliere il beneficio dell'informazione a quanti non vengono in questo topic ma su house rules. Possiamo però addirittura migliorare questa tabella che in fondo mira a tenere buona l'interpretazione di chierici e paladini, allora perchè non espanderla a tutte le classi?
Oltretutto molto dipende dallo stile di gioco.
Supponiamo ad esempio un paladino che tempo prma nel nome di heironeous aveva ucciso un drago rosso che minacciava un villaggio, ora questo paladino è un alcolizzato da quando ha perso la sorella trucidata e va in giro sparlando del più e del meno, nonostante tutto i suoi poteri ci sono perchè dentro di se è ancora molto fedele al dio ma quella fede ormai è smarrita. Questo è un background originale è molto divertewnte da interpretare invece del solito stereotipato paladino, ma sono davvero poch i giocatori che creano con la fantasia un personaggio simile...
Quindi una tabella schematica come quella precedente va molto bene per stereotipi e allineamenti secchi come diceva kalius ridà molto ad un videogioco.
Io personalmente preferirei avere il background su un foglio a parte di ogni player, e regolarmi sul background più che sull'allineamento. (per la serie anche i sacerdoti nel loro piccolo si incazzano).



Il semplice fatto che il D&D sia una grande, enorme, tabella, non spinge necessariamente il master ad adottare ancora un'altra tabella.
Potrei infatti presentare la teoria contraria: ci sono già troppe tabelle, altre non ne volglio. O no?
Senza considerare che è sufficicente il mio quadernino, a sostituzione di tale tabella, dato che alla fine tutto viene sempre lasciato nelle mani del Master.
Altra cosa, vedo di cattivo occhio l'intervento della divinità al culmine dei punti pietas, perchè le divinità intervengono solo per i pg (o png) più potenti...
Tyris
00sabato 24 luglio 2004 16:28
Quel qualcuno sono io :D
Per una volta sono d'accordo con Kalius in pieno...!

Io scindo sempre gioco-dadi e gioco-interpretazione: se un giocatore ammazza una creatura con i dadi, avrà vantaggi sui dadi (cioè in termini di bonus-malus +2/-2); se invece supera un ostacolo interpretando, avrà benefici nella narrazione.
Faccio un esempio: se il paladino vede un mendicante e gli dona istintivamente qualche moneta d'oro, un domani potrebbe (guarda tu il caso...:D ) rivelarsi che quel mendicante era un nobile caduto in disgrazia e che, grazie alle monete del paladino (ma vedi un pò il caso alle volte :D ) è riuscito a riprendersi e a tornare potente: ora ha un debito d'onore con un paladino 8| Ovviamente questo discorso funziona anche all'inverso: il paladino cadrà in disgrazia (senza soldi) e quel mendicante lo scaccerà dalla strada.

L'obiezione fattami da Toluk non mi pare molto solida: benchè abbia affermato che la mia tesi era priva di fondamento, mi pare di ricordare che i PE sono attribuiti in base al livello dello scontro e al livello dei personaggi...dov'è l'arbitrio del master? Al massimo può concedere PE per l'interpretazione, ma niente di più...se cambiasse sistema, si dovrebbe giocare GURPS e non la Terza edizione. Non trovate?



Kalius
00sabato 24 luglio 2004 16:33
Re:
C'è poi da aggiungere, che (se non sbaglio) esiste un talento denominato "fortuna" (o lo si potrebbe aggiungere) che permette una volta al giorno di ritentare un tiro di dado... insomma... L'utilità autentica di questi punti pietas dov'è?
olidammara
00sabato 24 luglio 2004 16:41
Re: Re:

Scritto da: Kalius 24/07/2004 16.33
C'è poi da aggiungere, che (se non sbaglio) esiste un talento denominato "fortuna" (o lo si potrebbe aggiungere) che permette una volta al giorno di ritentare un tiro di dado... insomma... L'utilità autentica di questi punti pietas dov'è?



Non è un talento è un potere di dominio del chierico con dominio fortuna, o al limite capacità speciale del tessitore del fato.
Ma come house rules i punti pieta li vedo bene nel senso che ognuno di noi può adattare il tutto alle proprie esigenze e questo lo sappiamo, quindi... (personalmente io non li applicherei per gli stessi motivi evidenziati da te...)
Kalius
00sabato 24 luglio 2004 16:53
Re: Re: Re:

Scritto da: olidammara 24/07/2004 16.41


Non è un talento è un potere di dominio del chierico con dominio fortuna, o al limite capacità speciale del tessitore del fato.
Ma come house rules i punti pieta li vedo bene nel senso che ognuno di noi può adattare il tutto alle proprie esigenze e questo lo sappiamo, quindi... (personalmente io non li applicherei per gli stessi motivi evidenziati da te...)



Sicuro che sui forgotten realms non ci sia?
Cmq si potrebbe aggiungere come talento...
"Fortuna"--> ripeti un tiro sfigato al giorno... Questo per far intendere l' inutilità dei punti pietas...
Ciao
Alonzo Ruppetti
00sabato 24 luglio 2004 19:39
Re:

Scritto da: Tyris 24/07/2004 16.28

L'obiezione fattami da Toluk non mi pare molto solida: benchè abbia affermato che la mia tesi era priva di fondamento, mi pare di ricordare che i PE sono attribuiti in base al livello dello scontro e al livello dei personaggi...dov'è l'arbitrio del master? Al massimo può concedere PE per l'interpretazione, ma niente di più...se cambiasse sistema, si dovrebbe giocare GURPS e non la Terza edizione. Non trovate?




Mah...non sono troppo d'accordo. Assegnare i PX è una delle cose che massimamente rientrano nell'arbitrio del DM. D&D può dettare tutte le tabelle che vuole e, certo, anche il DM userà determinati criteri (battaglie, interpretazione etc...) ma i PX vengono assegnati sempre come vuole il DM. Se io voglio dimezzare i PX che prendi perchè, esempio, hai male interpretato, non esiste GS o tabella che tenga. E non solo perchè il gioco, le tabelle, devono essere "messe in moto" dal DM, ma proprio perchè il DM ha sempre l'ultima parola su tutto, e quindi può cambiare anche le regole.

Sulla questione dei punti pietas ho già detto, ma voglio specificare qualche altra cosa. Ogni chierico ha un suo dogma da rispettare. Farlo o non farlo non è questione di punti pietas, è prima di tutto mala o buona interpretazione! Quanto ai miracoli, dobbiamo poi distinguere: esistono miracoli che il chierico può chiedere, e soprattutto ottenere!!! Ad esempio l'incantesimo Miracolo. Esistono poi altri miracoli che sono espedienti del DM per smuovere la storia, il classico deus ex machina. Quanto a questo secondo tipo di miracolo, come ho già detto, non esistono punti pietas che tengono, è solo il DM che decide, e non tanto in base al personaggio, quanto alla storia!

Ammetto, cmq, che l'idea dei punti pietas è ingegnosa, solo, per me, non fattibile.
Tyris
00domenica 25 luglio 2004 10:23
Re: Re:

Scritto da: Alonzo Ruppetti 24/07/2004 19.39

Assegnare i PX è una delle cose che massimamente rientrano nell'arbitrio del DM. D&D può dettare tutte le tabelle che vuole e, certo, anche il DM userà determinati criteri (battaglie, interpretazione etc...) ma i PX vengono assegnati sempre come vuole il DM. Se io voglio dimezzare i PX che prendi perchè, esempio, hai male interpretato, non esiste GS o tabella che tenga.




Qui è questione di diversità di vedute. Io, da master, non mi sentirei di modificare troppo i PE perchè, come ho già detto, preferisco premiare situazioni di GdR con altro GdR, e situazioni di "dice rolling" con altro "dice rolling". I PE sono il modo in cui il personaggio apprende le tecniche di combattimento, e le apprende sul campo di battaglia...non mi sentirei tanto di far apprendere al guerriero la "specializzazione nell'arma" perchè è riuscito a far bene il suo allineamento...mi sembrerebbe un pò "metafisico" (latu sensu).

Ovviamente la mia è solo una opinione, però credo che il master debba comunicare in anticipo, all'inizio della campagna, quali e quante modifiche intende fare al regolamento. Se le applica durante il gioco, potrebbe creare scontenti.
In AD&D il nostro master applicava questo metodo: i guerrieri beccavano PE per aver ucciso il mostro, mentre il mago per aver lanciato magie contro un mostro...mi sembra un pò più credibile...magari per classi particolari, come il bardo, la componente interpretativa potrebbe incidere molto di più di quanto non incida per un guerriero o per un barbaro.

Per me, ripeto, il master deve limitarsi a limare il regolamento senza stravolgerlo; però rispetto quanti la pensano diversamente da me.


Kalius
00domenica 25 luglio 2004 15:00
Re: Re:

Scritto da: Alonzo Ruppetti 24/07/2004 19.39


Mah...non sono troppo d'accordo. Assegnare i PX è una delle cose che massimamente rientrano nell'arbitrio del DM. D&D può dettare tutte le tabelle che vuole e, certo, anche il DM userà determinati criteri (battaglie, interpretazione etc...) ma i PX vengono assegnati sempre come vuole il DM. Se io voglio dimezzare i PX che prendi perchè, esempio, hai male interpretato, non esiste GS o tabella che tenga. E non solo perchè il gioco, le tabelle, devono essere "messe in moto" dal DM, ma proprio perchè il DM ha sempre l'ultima parola su tutto, e quindi può cambiare anche le regole.

Sulla questione dei punti pietas ho già detto, ma voglio specificare qualche altra cosa. Ogni chierico ha un suo dogma da rispettare. Farlo o non farlo non è questione di punti pietas, è prima di tutto mala o buona interpretazione! Quanto ai miracoli, dobbiamo poi distinguere: esistono miracoli che il chierico può chiedere, e soprattutto ottenere!!! Ad esempio l'incantesimo Miracolo. Esistono poi altri miracoli che sono espedienti del DM per smuovere la storia, il classico deus ex machina. Quanto a questo secondo tipo di miracolo, come ho già detto, non esistono punti pietas che tengono, è solo il DM che decide, e non tanto in base al personaggio, quanto alla storia!

Ammetto, cmq, che l'idea dei punti pietas è ingegnosa, solo, per me, non fattibile.



Quoto Alonzo, esprime quello che volevo intendere nei miei post circa i punti pietas, e la loro inutilità finale...

Per quanto riguarda il "discorso master"... quello non l'ho mai messo in discussione.
E' opportuno mettere in chiaro cosa si può fare e non si può fare prima di iniziare la campagna al tavolo di gioco (evita inutili discussioni), ma potrebbe anche succedere che durante una campagna si renda opportuno effettuare delle modifiche.
In quei casi bisogna farle, c'è poco da fare.
olidammara
00domenica 25 luglio 2004 16:22
Per me restiamo molto OT e dovremmo andare tutti su House rules.
Concordo con Alonzo come sempre (verrà il giorno che ci contraddiceremo) e con kalius. Nulla da aggiungere. Ripeto il consiglio di andare su House Rules... ma tanto non mi si caga mai nessuno quindi buon divertimento...
Morandar
00domenica 25 luglio 2004 17:25
Innanzitutto: sì Alonzo, sono il Morandar che bazzicava Metal.it. Ho lasciato al cambio di forum per la concentrazione ormai nociva di TDC (teste di cazzo): non si riusciva a concludere civilmente una discussione, diamine!

Per quanto riguarda i punti negativi: non ne ho fatta menzione, ma ovviamente esistono. La salita è lenta (si parte da 1, e se ne guadagnano massimo 4 a partita, a meno di azioni davvero incredibili. E 4 io non credo d'averne mai dati...), ma se un chierico uccide qualcuno della sua fede o se ne sbatte della propria divinità, i punti calano in fretta! E sotto lo zero arrivano maledizioni e perdite di poteri.

Ho cominciato a vedere la regola: ve la scrivo così com'è (ma credo che comincerò già a modificarla). Per ora è ancora molto legata al combattimento ed a vantaggi sensibili, ma conto di trasformarla in un grosso spunto per il gioco di ruolo - per quando già i Punti Pietas lo siano.

Ecco gli effetti della fede:
1° livello: 1-19. Nessun bonus. I chierici hanno difficoltà a lanciare incantesimi, e ne possono lanciare ogni giorno solo tanti quanti sono i loro PP (non è così limitante come sembra). Richiedere l'aiuto del Dio (sia che riesca sia che non riesca) toglie 1d12 PP.

2°: 20-39. +2 nelle prove nei rapporti con membri della stessa fede (ad esempio in diplomazia...non certo in raggirare, ma se è per una buona causa...questo si riflette in pratica in un maggior ascendente), +4 per i chierici. +2 nel livello di lancio di incantesimi divini (per quanto riguarda gli effetti). 1d10.

3°: 40-59. Altro +2 ai rapporti. +1 per ogni livello PP a colpire e danni contro altre fedi(quindi per ora +3). Gli occhi del fedele cominciano ad emanare una luce piuttosto visibile. 1d8.

4°: 60-79. Possibilità di lanciare UN incantesimo divino al giorno di qualsiasi livello, fino al 4°. +1 per ogni livello di PP ai tiri salvezza.
Si possono curare (se buoni) o infliggere danni per fino ad 1/5 dei propri PP con l'imposizione dell'ombra. 1d6.

5°: 80-99. Protezione dagli incantesimi di fedi opposte per una percentuale pari a metà dei PP.
+1 alla CA per livello PP.
Il personaggio proietta luce (gli effetti variano secondo il gusto del DM e la divinità adorata). 1d4.

I 100 punti pietas possono venire raggiunti solo con un sacrificio davvero imponente per la propria fede. Immunità alle malattie, raddoppiamento di tutti i bonus. Non si perdono più punti pietas per aver chiamato la propria divinità ma vengono inflitti 1d4 danni alla saggezza per lo sconvolgimento che ciò porta.

Pensavo anche di fare sì che il master potesse limitare le chiamate alla divinità a livelli alti raddoppiando ogni volta il numero di PP utilizzati (questo nell'ambito, poniamo, di una settimana).

Se vi sembra troppo, considerate che per raggiungere certi bonus bisogna davvero dedicarsi anima e corpo: il mio consiglio, nel caso vogliate usarli, è di spiegare bene ai vostri giocatori come i PP funzionino, e di fargli capire che per ottenerne è necessario davvero fare qualcosa di buono: se essi si limitano a pregare, dategliene 1 per tutto il primo livello, e poi smettete. Questo rende DIFFICILISSIMO arrivare allo stadio finale di paladino invasato [SM=x77480] [SM=x77481] [SM=x77416]
Morandar
00domenica 25 luglio 2004 18:10
Per continuare il discorso: GLI AINUR.

Piccola premessa: sono un GRANDISSIMO fan di Tolkien, e ritengo che poche opere siano al livello del suo Silmarillion. Ciò che faccio ora non deve sembrare un tentativo di snaturarne l'essenza, quanto la volontà di un fan di usare in D&D delle divinità un po' più serie e delineate di quelle del manuale base. Per questo non mi prodigherò in spiegazioni e grandi parole: tutto ciò che c'è da sapere su queste "divinità" è spiegato da Tolkien stesso nelle proprie opere. Se non le conoscete, non vorrete neppure usarli, quindi inutile da parte mia sprecare tempo :D. Tutto ciò che metterò saranno domini ed armi preferite, nel modo più filologicamente corretto possibile e Valaquenta alla mano.

Manwe Sulimo: Aria, Bene, Conoscenza, Legge. La sua arma è lo spadone.
Varda: Sole, Conoscenza, Bene. La sua arma è una Morning Star.

Ulmo: Acqua, Viaggio, Fortuna, Caos. Sua arma preferita è il tridente (questa è migliorabile).

Aule: Fuoco, Terra, Magia. La sua arma è il martello.
Yavanna: Bene, Terra, Guarigione, Vegetale (lei è quella che preferisco, ed anche quella che adora uno dei PG migliori che masterizzo, l'amatissima chierica ninfomane :D). La sua arma preferita sono gli archi.

Mandos (Namo): Morte, Conoscenza, Guerra, Legge. La sua arma è l'ascia da guerra.
Della sposa, Vaire, non è detto abbastanza, ed in generale non è una figura di spicco.
Lòrien (Irmo, il fratello): questo è piuttosto difficile. Facciamo Conoscenza, Vegetale e Magia. Sua arma è la spada lunga.
Sua moglie, Este: Guarigione e Protezione. Preferirei evitare un'arma in questo caso, come in quello di Nienna: lo lascio a voi.

Nienna: Morte, Guerra, Distruzione (ma è buona, nel caso abbiate dubbi sul suo allineamento: ella comprende e piange le sventure, diversamente da Melko).

Tulkas, Astaldo: Forza, Viaggio, Caos, Guerra (egli è decisamente caotico). La sua arma sono le mani (questo dà interessanti spunti secondo me).
Nessa: Viaggio, Animale. La sua arma è l'arco.

Orome: Caos, Forza, Vegetale, Animale. Sua arma è la spada bastarda.
Vàna è come Yavanna, della quale è sorella.

Evito i Valar, per non ripetermi eccessivamente. Eviterò anche Sauron, poichè per quanto nelle mie intenzioni iniziali sarebbe solo una pallida ombra del suo signore Melkor.

Melkor: Forza, Guerra, Distruzione, Male, Inganno. La sua arma è ovviamente il martello (egli usò sempre Grond, il martello degli Inferi, causa della caduta di Fingolfin).

Cosa ne dite?
Alonzo Ruppetti
00domenica 25 luglio 2004 18:18
Carino, ma in sostanza si tratta di cambiare dei nomi con altri, no? Mi spiego meglio: se le nuove divinità portano con loro qualcosa di nuovo, a livello di magia clericale, di ambientazione o altro, è ok, anzi... (W Tolkien![SM=x77414] )

Se però è solo un cambio di nomi e tutto resta come il D&D classico, non ne vedo lo scopo. Forse la familiarità con i nomi...ma è molto soggettivo, nel mio gruppo ad esempio non funzionerebbe, sia perchè non conoscono bene Tolkien, sia perchè giochiamo nei FR e ci serve la cosmologia sterminata di quella ambientazione.

Cmq bel tentativo! Perchè non ci metti pure, come divinità minori, i Maia (o Maiar, non ricordo) tipo Sauron, i Balrog etc...

P.S. che te ne pare del nuovo GDR del Signore degli Anelli?
Morandar
00domenica 25 luglio 2004 19:14
L'ho fatto perchè cambiare i nomi non bastava, bisognava rendere i domini corretti. Inoltre, ho avuto possibilità di usare armi un po' diverse dal solito, come l'arco o le mani nude (bello per fare un innovativo monaco\chierico).

A livello di gioco non cambia niente perchè niente deve cambiare: è a livello di background che la differenza comincia a farsi sentire. Chiaro che nei FR non si possono usare, ma ai miei PG piace Tolkien ed io li accontento :D

Il gdr del Lotr non lo conosco! ;)
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