MAGISTRATI E PRIMARIE: PERCHE' RINUNCIARE AI PROPRI DIRITTI COSTITUZIONALI?

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INES TABUSSO
00lunedì 17 ottobre 2005 18:47
CORRIERE DELLA SERA
17 ottobre 2005

EMAIL DEL LEADER DI MD
Le toghe progressiste: basta dubbi, alle urne. Spataro: l’ho fatto


È giusto, è legittimo, è opportuno per un magistrato partecipare alle primarie? L’interrogativo ha animato in questi giorni un dibattito molto sentito tra giudici e pm, documentato anche dai forum delle toghe su Internet. Il problema ovviamente riguarda soprattutto le correnti più vicine al centrosinistra. Assodato che la legge continua a non vietare neppure l’iscrizione a un partito, molti magistrati tentati dal voto si sono chiesti se sottoscrivere il programma dell’Unione, per quanto lecito, non fosse un «autogol»: un «regalo» a quella «propaganda berlusconiana» che ormai da 12 anni martella come «toghe rosse» prima i pm di Mani Pulite o dell’Antimafia di Palermo, poi i giudici di Previti e ora, dopo i massicci scioperi contro le riforme governative, la magistratura nel suo insieme. «Ma io posso votare alle primarie?». Dopo esserselo sentito chiedere da decine di colleghi, Ignazio Juan Patrone, il segretario nazionale di Magistratura democratica (Md), ha risposto con questa email: «Trovo assai preoccupante il fatto stesso di porsi la domanda. È lo specchio di un clima politico e culturale avvelenato; è la reazione autocensoria indotta dalle campagne contro la giustizia; è l’ombra dei tanti imputati eccellenti, e dei veri e propri uomini di Cosa Nostra (ricordate le sparate di Riina dal gabbione contro "il procuratore Caselli comunista"), che processano il processo; è l’effetto dell’autodifesa in Tv, a cassette unificate, contro la Cassazione; è l’emendamento del mai abbastanza esecrato senatore Bobbio, magistrato egli stesso e parlamentare di An». Di qui l’invito di Patrone: «Dobbiamo reagire a questo clima esercitando appieno i nostri diritti costituzionali; votando, se lo vogliamo; andando alle manifestazioni, se ci paiono giuste o anche solo interessanti; aderendo ad appelli o promuovendoli; facendo i cittadini, insomma». Patrone precisa di aver spedito l’email dal suo indirizzo personale, e non come segretario, perché «il punto è proprio questo: è una scelta individuale che non può e non deve diventare un problema della categoria dei magistrati. Chiunque ha un ruolo pubblico deve essere libero di valutare di volta in volta il proprio grado di esposizione esterna».
Con Patrone è d’accordo il pm antiterrorismo Armando Spataro, già consigliere al Csm del «Movimento per la giustizia», oggi dirigente dell’Anm: «Ho votato alle primarie e rivendico le mie libertà di cittadino. Non capisco perché un magistrato dovrebbe vedere limitati i propri diritti costituzionali. Tra l’altro non ci veniva chiesto di iscriverci a un partito, cosa che non ho mai fatto, ma di sottoscrivere un programma che unisce un vasto arco politico e che sulla giustizia coincide con le posizioni dell’Anm. Continuerò a partecipare alla vita democratica del nostro Paese come avevo fatto, proprio con Patrone, nella manifestazione del 14 settembre 2002, quando a difenderci fu il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni».
Fabio Roia, leader milanese dei magistrati «centristi» di Unicost, considera «senz’altro lecita» la scelta dei colleghi vicini al centrosinistra, ma teme che possa rivelarsi «controproducente»: «Purtroppo, e sottolineo purtroppo, la mole di attacchi politici a singoli magistrati, anzi alla stessa idea di una giustizia uguale per tutti, obbliga ciascuno di noi a valutare non solo se una scelta è legittima, ma anche se è opportuna. Mai come in questi anni i magistrati, oltre ad essere imparziali, devono dare anche un’immagine di assoluta indipendenza. Le primarie rischiano di fornire un elenco di toghe etichettabili politicamente: un documento strumentalizzabile per ricusare il giudice sgradito o comunque per delegittimarlo».
Dopo mesi di attacchi personali da ministri e parlamentari del centrodestra, di fatto il gip Clementina Forleo, il giudice che ha autorizzato le intercettazioni sulle scalate bancarie e interdetto i concertisti di Bpi-Antonveneta, ieri pomeriggio rispondeva così alla domanda se voterà alle primarie: «Non ci penso nemmeno».

Paolo Biondani
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