MAGISTRATURA E AFFARI: DA VERIFICARE I RAPPORTI TRA CONSORTE, CASTELLANO, E TORO

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INES TABUSSO
00lunedì 2 gennaio 2006 22:46

LA STAMPA
2 gennaio 2006
ECONOMIA
MAGISTRATURA E AFFARI IL SOSPETTO È CHE LA COMPAGNIA DI ASSICURAZIONI ABBIA RICEVUTO UN TRATTAMENTO DI FAVORE
Scalata Bnl, dubbi sulla Procura romana
I giudici di Perugia ottengono le carte. Da verificare i rapporti tra Consorte, Castellano e Toro
di Guido Ruotolo

ROMA. Sono arrivati a Perugia, nei giorni scorsi, due faldoni di carte, di atti, di verbali di interrogatori, di rapporti della Guardia di Finanza. Sono copia degli atti dell’inchiesta Bnl-Unipol che il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, ha trasmesso al suo collega perugino, Nicola Miriano, che indaga sulla fuga di notizie sulla inchiesta sulla scalata Bnl-Unipol.

Perugia, per il momento, ha iscritto sul registro degli indagati il presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, Francesco Castellano, sospettato di essere in contatto con una «talpa» della Procura di Roma, e di aver comunicato al presidente Unipol, Gianni Consorte, notizie appunto coperte da segreto istruttorio. L’«imprevisto» della inchiesta perugina potrà avere delle ricadute anche sulle inchieste romane. La Procura di Perugia, con la richiesta degli atti della inchiesta Unipol, vuole verificare intanto se la Procura di Roma si è mossa nei tempi giusti e se i suoi comportamenti sono stati finora corretti.

Qualche sospetto l’hanno, evidentemente, e sono ombre da diradare quanto prima. Il sospetto è che il protagonista della scalata Unipol alla Bnl, Gianni Consorte, abbia goduto di una corsia preferenziale, di fonti privilegiate per attingere a notizie riservate sulle indagini in corso, di attività d’indagini non calzanti. L’interrogatorio secretato di Francesco Castellano, da questo punto di vista, è stato molto importante. Giovedì scorso, a Perugia, il magistrato milanese ha ammesso di aver parlato con il procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, che coordina le indagini sulle varie scalate, proprio delle vicende sulle quali i giornali davano molto spazio, e cioé le stesse inchieste giudiziarie che, a Roma, coordinava lo stesso Toro.

In più di un passaggio, le intercettazioni telefoniche tra il presidente dell’Unipol, Gianni Consorte, e il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Francesco Castellano, e tra Consorte e il suo vice, Ivano Sacchetti, si prestano a una possibile interpretazione: e cioé che Castellano non solo comunicasse notizie coperte da segreto istruttorio a Consorte, ma che in qualche modo avesse trasformato la sua fonte, il procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, in un inconsapevole consulente tecnico del presidente Unipol.

Una interpretazione che, va detto, allo stato attuale non convince i magistrati di Perugia, anche alla luce dell’interrogatorio dello stesso Castellano. L’intercettazione più importante è quella tra Consorte e il suo vice, Ivano Sacchetti, avvenuta la sera del 12 luglio, dopo che il presidente dell’Unipol e Castellano si erano incontrati alla stazione di Bologna. Naturalmente Castellano può anche aver millantato strategie investigative e notizie coperte da segreto. Ma appare molto circostanziato il suo riferire a Consorte. Il presidente dell’Unipol spiega al suo vice che Castellano e la sua fonte (Toro, ndr) «sono molto, molto, molto amici».

E che il suo interlocutore gli ha fatto capire che nei guai sono altri: «Sono loro nel casino, il cinghialone e il suo amico...». Cinghialone? Il riferimento potrebbe essere all’ex governatore della Banca d’Italia e a Gianpiero Fiorani, ad di Bpi. Il vice presidente Unipol, Ivano Sacchetti, chiede: «Ma si sono messi male?». Risponde Consorte: «Molto, molto... volevano ancheee... intervenire sul piano di una restrizione personale, ma hanno deciso di lasciar fare le cose eccetera, quindi.. noi però, oh Iva’, ci facciamo i cazzi nostri... Sembra che, come dicevi tu, l’obiettivo vero, vero vero vero vero è il cinghialone.. però sembra che, insomma, le prove che hanno messo insieme sono pesanti...».

Torniamo alle rivelazioni di Castellano. Che è stato a Roma, quel giorno. E che ha fretta di comunicare con il presidente di Unipol. A Sacchetti, il suo vice, Consorte racconta dopo l’incontro con l’amico magistrato: « Il cinghialone e il suo amico sono in un casino della Madonna!... e quindi il consiglio è.. dice (Castellano,ndr) “Guarda, siccome state facendo una cosa eccezionale.. - lui gli ha raccontato e quindi quelli sono molto contenti - cercate di evitare qualunque tipo di connessione!”.. dice che è meglio per voi.. però siccome la Deutsche Bank ci ha detto di sì, faremo con la Deutsche Bank Ivano!».

Questo passaggio dell’intercettazione si presta a una possibile interpretazione, che i magistrati perugini vogliono verificare: Castellano racconta a Consorte che la sua fonte, Achille Toro, suggerisce di evitare qualsiasi connessione con la scalata Antonveneta-Bnl. E addirittura di non avere rapporti con la Deutsche Bank, che ha un ruolo nella scalata Bpi-Antonveneta. Ma i vertici di Unipol non accettano questo consiglio.
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