MARONI: "INSOMMA, NON SCEGLIERA' IL QUIRINALE"

IL MESSAGGERO
21 Dicembre 2005
Maroni: «Saremo noi a scegliere il governatore, non il Quirinale»
di ALBERTO GENTILI

ROMA - Ministro Maroni, chi ha vinto? Ciampi o il governo?
«La nomina del governatore sarà fatta con atto formale del presidente della Repubblica, ma la proposta sarà del governo “sentito il Consiglio superiore”. Insomma, la volontà si forma nel governo. E credo sia molto importante che questa scelta sia stata sottratta al Consiglio superiore, cioè alle banche. Vigilate da Bankitalia, ma proprietarie di Bankitalia: il più colossale conflitto d’interessi della Repubblica, un obbrobrio cui abbiamo rimediato».
Il governo fornirà una rosa di nomi al Quirinale?
«Uno solo. La proposta sarà per un posto di governatore, non per tre o quattro. Insomma, non sceglierà il Quirinale».
Si rischia l’impasse...
«Succede così per tutte le Authority, o quasi. Un’intesa si troverà».
Berlusconi ha detto che avete cominciato a esplorare il nome del futuro governatore. Chi?
«Non abbiamo esplorato nulla. Ma la Lega ha già tanti candidati. Ma non li dico».
Quando avverrà la nomina?
«Non appena verrà varata la legge. Credo non prima di gennaio, perché l’ultimo Consiglio dei ministri è fissato per il 22 dicembre».
Potrebbe andare bene un ”Ciampi-boy” come Grilli?
«Non è un ”Ciampi-boy”: l’abbiamo nominato noi ragioniere generale dello Stato e ora, sempre su nomina del nostro governo, è direttore generale del Tesoro».
Lo spirito bipartisan è già svanito. Il governo porrà la fiducia sul provvedimento.
«Questa è una fortuna. Cercare un’intesa con una sinistra che è sempre stata pregiudizialmente critica e dura con noi, sarebbe folle. Le rivelo che è stata la Lega a sollecitare la fiducia e dunque a chiedere di procedere da soli».
Il falso in bilancio sarà reso meno severo. «Un altro favore a Berlusconi», accusa l’opposizione.
«L’opposizione è ormai un toro che attacca a prescindere da ciò che Berlusconi fa. Ed è la stessa opposizione che non ha condannato il tentato omicidio di un parlamentare leghista: Mario Borghezio. Una ragione in più che ci ha spinto a chiedere al premier di non trattare alcunché con Prodi e compagni».
Sul falso in bilancio anche l’Udc appare perplessa.
«Nella riunione i ministri centristi hanno espresso la piena condivisione e il sostegno alla riforma. Quindi si mettano d’accordo. Non possono sempre giocare la doppia parte in commedia: bene in privato, sbagliato in pubblico. Una orribile manfrina».
Dopo mesi di difesa di Fazio, la Lega non ha speso neppure una lacrima per le dimissioni del governatore...
«Non abbiamo difeso Fazio in quanto tale, quindi le sue dimissioni ci lasciano indifferenti anche se rispettiamo il suo coraggio. La vicenda che ci interessava era un’altra. Era la creazione di una grande banca padana: progetto per ora chiuso negativamente».
Non lo difendevate per il salvataggio della Credieuronord?
«Questo è falso e Fazio non c’entra nulla».
Prima parlava di conflitto d’interessi delle banche su Bankitalia. L’assetto proprietario resta però invariato: non verranno neppure sterilizzati i diritti di voto degli istituti di credito...
«Questa è l’unica cosa che non ci piace. E’ un fatto negativo, frutto di un compromesso che non ci soddisfa. Ma non si può vincere su tutta la linea. C’è però una compensazione: il governatore non lo nominano più le banche».
Calderoli è stato tirato in ballo nell’inchiesta sulla Bpi. Un brutto colpo.
«Direi di no. Calderoli ha già querelato i giornali che l’hanno tirato in ballo. Ma nessuno può dormire sonni tranquilli: basta un matto che gli salta in testa di fare il tuo nome, per essere infangato. Pensi che hanno scritto che mi sarei ”appartato per qualche minuto con Billé” all'Auditorium di Roma. Falso. Io ero in un’altra sala. Ma tant’è. Per quanto mi riguarda, però, non ho timori».
Anche se conosce Fiorani?
«Non l’ho mai nascosto. L’ho incontrato per il mio ruolo di ministro, ma non ho mai avuto rapporti personali. Né, tantomeno, conti correnti alla Banca popolare di Lodi».