Visto che non credo risulti in questo forum una descrizione dei percorsi di queste bellissime montagne, pongo subito rimedio. I Peloritani sono il mio terreno di caccia nel corso di ogni estate, dato che vengo a villeggiare dalle parti di Taormina, il cui entroterra è ciò che ogni ciclista munito di bdc vorrebbe trovare. Strade pochissimo trafficate, spesso molto ben tenute, panorami magnifici, salite impegnative, giri sempre diversi. Una particolarità: se siete dei peccatori della strada (tutti abbiamo qualche macchiolina nella nostra coscienza ciclistica), qui troverete la vostra purificazione. Perchè? Vengo e mi spiego. Comincio da due montagne che ospitano sulla loro cima dei luoghi di culto e di raccoglimento per raggiungere i quali il ciclista, carico di peccati all'inizio della salita, si sgraverà di ogni peso tornante dopo tornante per arrivare in cima solo col peccato originale (su quello non si può fare molto).
La prima è il Monte Kalfa (1.000 mt slm), che domina la splendida Val d'Agrò, circa 10 km in linea d'aria a nord di Taormina. Ci sono tre salite che permettono di raggiungere questa cima, tutte e tre veramente notevoli. Vado per ordine. La prima prende le mosse da Sant'Alessio Siculo, paese della riviera jonica, inoltrandosi verso l'entroterra, e risalendo il corso della Fiumara D'Agrò, che percorre l'omonima valle, impreziosita dai paesini medievali di Forza d'Agrò, Savoca e Casalvecchio. All'altezza dell'abitato di Scifì, la salita si impenna, poi ha una repentina contropendenza, e quindi procede ininterrottamente per 11 km e 850 mt di dislivello fino alla sommità di Monte Kalfa, dopo aver passato i paesini di Limina e Roccafiorita, (quest'ultimo il Comune più piccolo della Sicilia). Fino a Roccafiorita la pendenza è costante, con molti tornanti. Ma dal paese alla cima sono 3 km al 10% di pendenza media, da affrontare in mezzo alla nuda roccia. Per questo io lo chiamo il nostro piccolo Mont Ventoux, anche perchè la cima è spesso spazzata da venti violenti. Ma una volta arrivati il panorama vale la pena della fatica. L'Etna, lo Stretto di Messina, tutte le altre cime dei Peloritani, e in fondo anche l'isola di Salina. Il santuario della Madonna dell'Aiuto ci conforta, dopo tanto sforzo, e ci ricorda che venne fondato dai reduci della guerra, come ringraziamento per essere sopravvissuti. Lungo i tornanti incontrete moltissimi altarini con un santo nero. E' San Filippo d'Agira, del quale qui sono devotissimi. Se non vi sentite abbastanza sollevati, potete scendere di nuovo verso il mare, e affrontare la seconda salita, che parte da Letojanni. Questi sono 17 km, con una breve discesa nel mezzo, tra gli abitati di Mongiuffi e Melia. E' la salita dei santuari, visto che per arrivare alla Madonna dell'Aiuto sfiorerete la Madonna della Libera e la Madonna della Catena, segno che il Cielo è dalla vostra parte. La salita risale la Valle del Chiodaro, circondata da imponenti pareti di calcare, che a un certo punto vengono pure attraversate con un breve tunnel scavato nella roccia. All'altezza di Roccafiorita si congiunge con la salita proveniente da Sant'Alessio. E se ancora ne avete, tornate giù, oltrepassate la splendida baia dell'Isola Bella, sotto Taormina, lasciatevi indietro Giardini Naxos, e proseguite verso le Gole del fiume Alcantara. Qualche chilometro prima svoltate verso il paese di Graniti, e iniziate i 13 km che vi porteranno di nuovo sul Monte Kalfa. Dentro Graniti trovarete una bella rampa al 18% che vi fare cuocere le gambe, poi entrerete in una bellissima pineta, e quindi punterete verso la Portella del Vento (non sto a dirvi perchè si chiama così), dove la salita spianerà per 2 km, permettendovi di godere di un panorama eccezionale sulla catena montuosa che in quel momento vi sembrerà quasi di sorvolare. Un chilometro prima della cima di Monte Kalfa, vi ricongiungerete con la salita proveniente da Roccafiorita.
La seconda cima di cui vi voglio parlare è Pizzo Monaco, che sovrasta il paese di Antillo. Antillo si trova a 19 km da Sant'Alessio, e per giungervi bisogna risalire tutta la Val D'Agrò, fino ad un ponte che supera le spettacolari Gole Aranciara, dopo le quali la strada si arrampica con una moltitudine di tornanti berso il paese sopracitato. Una volta arrivati ad Antillo, abbiamo due possibilità per raggiungere Pizzo Monaco. Qui ve ne descrivo una, lasciando alla seconda il compito di riportarvi al paese. Superiamo l'abitato, e seguiamo le indicazioni per la Campana ai Dispersi di Tutte le Guerre, e per il Giardino di Redenzione. Cominciate a capire? Esatto. Per giungere al Giardino di Redenzione, luogo di culto e raccoglimento, dovremo superare una salita micidiale di quasi 4 km, costituita da una serie di tornanti sempre più duri, immersi nel bosco. Gli ultimi due saranno i più pesanti, ma ormai la redenzione del ciclista sarà avvenuta. Con l'animo sollevato percorreremo 2 magnifici chilometri in piano che ci porteranno sulla cima di Pizzo Monaco, dove si trova la suddetta campana. E' un belvedere di rara bellezza. I ciclisti siciliani che leggono queste righe, seguano il mio consiglio. Andateci!
Chiudo con un giro di 100 km, che dal mare, esattamente da Giardini Naxos, ci porterà verso la Portella Mandrazzi, al confine tra Peloritani e Nebrodi. Qui, per chi non vuole girare la bici e tornare dalla stessa strada, ho scoperto un'alternativa. Scendete guardando in faccia la Rocca Novara, verso il paese di Novara di Sicilia. All'altezza di Portella Pertusa svoltate a destra, in direzione Fondachelli Fantina. Fermatevi e gustate una squisita granita (il momento più bello dell'uscita, no?). Dopodiché segnatevi con la mano, e affrontate la terribile salita che in meno di 3 km vi farà superare i 300 mt di dislivello che vi porteranno alla Portella Colla Bassa, in piena Dorsale dei Peloritani (un percorso sterrato di 60 km che parte da Messina e termina nei pressi del paese di Roccella Valdemone). Se siete ancora lucidi, non spaventatevi dello sterrato che vi attende, che anzi vi sembrerà ben poca cosa rispetto alla salita appena percorsa. Anzi, godetevi il panorama. Alla prima deviazione a destra, svoltate, scendete ancora per un chilometro di sterrato, e poi imboccate la stradina che vi porterà ad Antillo e quindi al mare.
Buone pedalate a tutti!