Monti Peloritani

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Valerio Capsoni
00mercoledì 12 agosto 2009 18:36
Visto che non credo risulti in questo forum una descrizione dei percorsi di queste bellissime montagne, pongo subito rimedio. I Peloritani sono il mio terreno di caccia nel corso di ogni estate, dato che vengo a villeggiare dalle parti di Taormina, il cui entroterra è ciò che ogni ciclista munito di bdc vorrebbe trovare. Strade pochissimo trafficate, spesso molto ben tenute, panorami magnifici, salite impegnative, giri sempre diversi. Una particolarità: se siete dei peccatori della strada (tutti abbiamo qualche macchiolina nella nostra coscienza ciclistica), qui troverete la vostra purificazione. Perchè? Vengo e mi spiego. Comincio da due montagne che ospitano sulla loro cima dei luoghi di culto e di raccoglimento per raggiungere i quali il ciclista, carico di peccati all'inizio della salita, si sgraverà di ogni peso tornante dopo tornante per arrivare in cima solo col peccato originale (su quello non si può fare molto).
La prima è il Monte Kalfa (1.000 mt slm), che domina la splendida Val d'Agrò, circa 10 km in linea d'aria a nord di Taormina. Ci sono tre salite che permettono di raggiungere questa cima, tutte e tre veramente notevoli. Vado per ordine. La prima prende le mosse da Sant'Alessio Siculo, paese della riviera jonica, inoltrandosi verso l'entroterra, e risalendo il corso della Fiumara D'Agrò, che percorre l'omonima valle, impreziosita dai paesini medievali di Forza d'Agrò, Savoca e Casalvecchio. All'altezza dell'abitato di Scifì, la salita si impenna, poi ha una repentina contropendenza, e quindi procede ininterrottamente per 11 km e 850 mt di dislivello fino alla sommità di Monte Kalfa, dopo aver passato i paesini di Limina e Roccafiorita, (quest'ultimo il Comune più piccolo della Sicilia). Fino a Roccafiorita la pendenza è costante, con molti tornanti. Ma dal paese alla cima sono 3 km al 10% di pendenza media, da affrontare in mezzo alla nuda roccia. Per questo io lo chiamo il nostro piccolo Mont Ventoux, anche perchè la cima è spesso spazzata da venti violenti. Ma una volta arrivati il panorama vale la pena della fatica. L'Etna, lo Stretto di Messina, tutte le altre cime dei Peloritani, e in fondo anche l'isola di Salina. Il santuario della Madonna dell'Aiuto ci conforta, dopo tanto sforzo, e ci ricorda che venne fondato dai reduci della guerra, come ringraziamento per essere sopravvissuti. Lungo i tornanti incontrete moltissimi altarini con un santo nero. E' San Filippo d'Agira, del quale qui sono devotissimi. Se non vi sentite abbastanza sollevati, potete scendere di nuovo verso il mare, e affrontare la seconda salita, che parte da Letojanni. Questi sono 17 km, con una breve discesa nel mezzo, tra gli abitati di Mongiuffi e Melia. E' la salita dei santuari, visto che per arrivare alla Madonna dell'Aiuto sfiorerete la Madonna della Libera e la Madonna della Catena, segno che il Cielo è dalla vostra parte. La salita risale la Valle del Chiodaro, circondata da imponenti pareti di calcare, che a un certo punto vengono pure attraversate con un breve tunnel scavato nella roccia. All'altezza di Roccafiorita si congiunge con la salita proveniente da Sant'Alessio. E se ancora ne avete, tornate giù, oltrepassate la splendida baia dell'Isola Bella, sotto Taormina, lasciatevi indietro Giardini Naxos, e proseguite verso le Gole del fiume Alcantara. Qualche chilometro prima svoltate verso il paese di Graniti, e iniziate i 13 km che vi porteranno di nuovo sul Monte Kalfa. Dentro Graniti trovarete una bella rampa al 18% che vi fare cuocere le gambe, poi entrerete in una bellissima pineta, e quindi punterete verso la Portella del Vento (non sto a dirvi perchè si chiama così), dove la salita spianerà per 2 km, permettendovi di godere di un panorama eccezionale sulla catena montuosa che in quel momento vi sembrerà quasi di sorvolare. Un chilometro prima della cima di Monte Kalfa, vi ricongiungerete con la salita proveniente da Roccafiorita.
La seconda cima di cui vi voglio parlare è Pizzo Monaco, che sovrasta il paese di Antillo. Antillo si trova a 19 km da Sant'Alessio, e per giungervi bisogna risalire tutta la Val D'Agrò, fino ad un ponte che supera le spettacolari Gole Aranciara, dopo le quali la strada si arrampica con una moltitudine di tornanti berso il paese sopracitato. Una volta arrivati ad Antillo, abbiamo due possibilità per raggiungere Pizzo Monaco. Qui ve ne descrivo una, lasciando alla seconda il compito di riportarvi al paese. Superiamo l'abitato, e seguiamo le indicazioni per la Campana ai Dispersi di Tutte le Guerre, e per il Giardino di Redenzione. Cominciate a capire? Esatto. Per giungere al Giardino di Redenzione, luogo di culto e raccoglimento, dovremo superare una salita micidiale di quasi 4 km, costituita da una serie di tornanti sempre più duri, immersi nel bosco. Gli ultimi due saranno i più pesanti, ma ormai la redenzione del ciclista sarà avvenuta. Con l'animo sollevato percorreremo 2 magnifici chilometri in piano che ci porteranno sulla cima di Pizzo Monaco, dove si trova la suddetta campana. E' un belvedere di rara bellezza. I ciclisti siciliani che leggono queste righe, seguano il mio consiglio. Andateci!
Chiudo con un giro di 100 km, che dal mare, esattamente da Giardini Naxos, ci porterà verso la Portella Mandrazzi, al confine tra Peloritani e Nebrodi. Qui, per chi non vuole girare la bici e tornare dalla stessa strada, ho scoperto un'alternativa. Scendete guardando in faccia la Rocca Novara, verso il paese di Novara di Sicilia. All'altezza di Portella Pertusa svoltate a destra, in direzione Fondachelli Fantina. Fermatevi e gustate una squisita granita (il momento più bello dell'uscita, no?). Dopodiché segnatevi con la mano, e affrontate la terribile salita che in meno di 3 km vi farà superare i 300 mt di dislivello che vi porteranno alla Portella Colla Bassa, in piena Dorsale dei Peloritani (un percorso sterrato di 60 km che parte da Messina e termina nei pressi del paese di Roccella Valdemone). Se siete ancora lucidi, non spaventatevi dello sterrato che vi attende, che anzi vi sembrerà ben poca cosa rispetto alla salita appena percorsa. Anzi, godetevi il panorama. Alla prima deviazione a destra, svoltate, scendete ancora per un chilometro di sterrato, e poi imboccate la stradina che vi porterà ad Antillo e quindi al mare.
Buone pedalate a tutti!









gabriele
00mercoledì 12 agosto 2009 21:42
WOW!!!
geobach
00giovedì 13 agosto 2009 15:53
Splendido.
Non solo per le foto, la dettagliata descrizione e la passione che si legge tra le righe; ma anche per darci modo di conoscere montagne meravigliose, altrimenti sconosciute, delle quali io stesso mi chiedevo, sfogliando la cartina geografica della tua splendida isola, quanto potessero "dare" ciclisticamente parlando.

mmeasso
00venerdì 14 agosto 2009 14:01
RE:
Stupendo super.
CiclistaperCaso@
00lunedì 17 agosto 2009 09:01
Caro Valerio ... bisogna sul serio che ti tenga [SM=g8079] amico [SM=g8079] perché con i tuoi post la tentazione di fare un salto nella bellissima Sicilia "bici al seguito" sta diventando forte ...

Speriamo che l'anno prossimo il sogno si possa avverare [SM=g8079] [SM=g8079] [SM=g8079]


Ops, quasi dimenticavo: complimenti per la stupenda descrizione e le belle foto. Continua così, mi raccomando !!!

Ciao. [SM=g8080] [SM=g8080] [SM=g8080]
Valerio Capsoni
00lunedì 17 agosto 2009 18:23
Grazie a tutti! Se decideste un giorno di venire, sarebbe per me un piacere accompagnarvi se possibile in questi splendidi giri. Prima di invogliarvi ulteriormente con altre immagini, indico altre salite e percorsi che meritano assolutamente di essere intrapresi.
I Peloritani sono una catena montuosa che percorre come una spina dorsale la punta Nord Est della Sicilia. Sia sul versante jonico che su quello tirrenico essi sono solcati da numerosissime vallate formate dalle fiumare, corsi d'acqua a carattere torrentizio e stagionale, che risalgono fino alla linea di spartiacque. In queste vallate si trovano tutti i paesi più antichi, che poi hanno trovato nelle rispettive marine il loro punto d'appoggio sul mare. Il risultato odierno è che la costa è densamente popolata, mentre l'interno è praticamente disabitato. Le salite che portano a questi paesi sono quasi tutte cieche, parlando di bdc. Se poi si possiede una mtb il discorso cambia, perchè l'asfalto si tramuta sempre in uno sterrato che consentirà molteplici soluzioni. I giri che ho citato nel precedente post sono quelli che permettono la maggior varietà di percorsi in bdc, poichè appunto soprattutto la zona della Val D'Agrò presenta l'opportunità di variare l'ascesa dalla discesa. Detto questo, vi segnalo qui la doppia salita di Portella Mandrazzi, valico già affrontato due volte dal Giro d'Italia negli ultimi 10 anni. Partendo sempre da Giardini Naxos, ai piedi di Taormina, risaliamo la valle dell'Alcantara, dominata dal Castello di Calatabiano, e giungiamo a Francavilla di Sicilia, anch'esso dominato da un maniero che sembra uscito da un racconto di fantasmi, in rovina e arroccato com'è su una rupe che domina il paese. Dietro si stagliano Castiglione di Sicilia, e di fronte Motta Camastra, i due paesi "presepe", come li definisco io. Altri 4 chilometri, e si giunge all'imbocco della salita, che in sè non è particolarmente dura (17 km, con partenza da quota 400 mt e scollinamento a 1125 mt), ma è estremamente spettacolare dal punto di vista panoramico, con l'Etna che ci accompagna sempre lungo i suoi tornanti. Giunti in vetta, si scende verso Novara di Sicilia, ma al bivio per Fondachelli Fantina svolteremo a sinistra, dopodiché scenderemo lungo il Torrente Fantina in direzione di Barcellona Pozzo di Gotto, passando dai paesi di Milici e Rodì, dove svolteremo a sinistra verso Mazzarà Sant'Andrea, evitando così di passare dall'affollata costa. A Mazzarrà ricomincerà la salita che, transitando da Novara di Sicilia e sotto la spettacolare Rocca Novara, ci condurrà di nuovo alla Portella Mandrazzi, e quindi al mare.
Altra salita da fare assolutamente è quella che porta all'Antennamare, sopra Messina. Qui però c'è un grosso problema. Se si viene dal versante jonico, si deve transitare necessiariamente dentro Messina, con tutto ciò che questo comporta. Venendo dal versante tirrenico, purtroppo anche questo trafficato, si potrà salire da Villafranca Tirrena fino alla Portella San Rizzo, (come del resto si dovrà fare provenendo da Messina), e quindi si imboccherà finalmente la salita che condurrà su quello che è un autentico belvedere sullo stretto di Messina e sulle Isole Eolie. Anche questa cima presenta un Santuario, dedicato alla Madonna del Dinnammare.
Chiudo con una chicca, per chi si trova nella zona di Taormina. Partendo dalla stazione di Giardini Naxos, saliremo verso Taormina dal durissimo versante dell'ospedale e di Porta Catania. Giunti alla porta svolteremo a sinistra verso il nuovo tunnel che, con una leggerissima discesa, ci porterà a una tremenda rampa di alcune centinaia di metri. Alla fine di questa rampa ci congiungeremo alla vecchia salita che conduce da Taormina a Castelmola. Giunti in paese ammireremo lo splendido panorama che si può godere dalla piazzetta. Girate le bici, percorreremo un chilometro in discesa e quindi, all'altezza di un largo tornante a destra, svolteremo a sinistra immettendoci così in una stradina secondaria che, dopo alcuni chilometri e divere rampe micidiali, ci porterà alla Portella del Gesso, sovrastata dal Monte Lapa, sulla cui cima sorge una grande croce bianca. Affacciandoci, vedremo un panorama impressionante, poichè ci troveremo sul culmine di una parete di più di 200 metri di altezza, a strapiombo sulla Valle del Chiodaro, di fronte Monte Kalfa e con davanti tutti i Peloritani fino alla Calabria. Scendendo giungeremo a Melia, sulla strada che ci porterà a Letojanni e quindi al mare.














Che dirvi, sono posti bellissimi!
Valerio Capsoni
00venerdì 24 settembre 2010 11:46
Aggiungo altre immagini, dopo le mie scorribande estive! Queste sono solo alcune delle tantissime foto da me scattate, che potete trovare per intero sulla mia pagina Facebook, nell'album "A spasso tra i Peloritani". [SM=g8080]

La Rocca Novara, vista dalla cima del Monte Kalfa.


La Montagna Grande, sempre dalla cima del Kalfa.


L'Etna, ancora dal Kalfa.


I paesi di Limina (a destra) e Roccafiorita, lungo la salita che porta al Monte Kalfa.


Spettacolari pareti di calcare lungo la salita da Letojanni a Roccafiorita.


Uno dei passaggi più belli di tutta la salita verso Roccafiorita.


Molino, lungo la salita che porta da Giampilieri ad Altolia.



La montagna incombe su Altolia. Tra pochi giorni sarà trascorso un anno dall'alluvione che sconvolse Scaletta, Giampilieri, Molino e Altolia, causando oltre 30 vittime. Poco o nulla è stato fatto da allora per mettere in sicurezza questi paesi.



Lungo la salita da Roccalumera a Mandanici.



La natura selvaggia dei Peloritani, alle pendici del Pizzo Cavallo.



Una panoramica sulla parte centrale della salita, dal balcone naturale di Locadi.















geobach
00venerdì 24 settembre 2010 17:51
Re:
Valerio Capsoni, 24/09/2010 11.46:

Aggiungo altre immagini, dopo le mie scorribande estive! Queste sono solo alcune delle tantissime foto da me scattate, che potete trovare per intero sulla mia pagina Facebook, nell'album "A spasso tra i Peloritani". [SM=g8080]




mah, che dire? mitico, mitico, mitico! mappa alla mano si era già intuito che i peloritani non potevano che riservare belle sorprese e panorami da favola, ma non essendoci mai stato solo tu potevi confermare tutto questo. Credo che il sud soprattutto in Calabria e Sicilia sia tutto da scoprire, con salite affascinanti e impegnative, dati i notevoli dislivelli e il mare sempre a breve distanza.
Complimenti ancora, e chissà se un giorno...



Valerio Capsoni
00venerdì 24 settembre 2010 19:58
Grazie! [SM=g8119]
Davvero, qui ci salite e percorsi per tutti i gusti! A breve prometto un reportage fotografico sul probabile primo arrivo in salita del prossimo Giro, vale a dire i 19 km che da Zafferana (sede della mia squadra!) portano al Rifugio Sapienza!
CiclistaperCaso@
00venerdì 24 settembre 2010 20:16
Re: Re:
geobach, 24/09/2010 17.51:



mah, che dire? mitico, mitico, mitico! mappa alla mano si era già intuito che i peloritani non potevano che riservare belle sorprese e panorami da favola, ma non essendoci mai stato solo tu potevi confermare tutto questo. Credo che il sud soprattutto in Calabria e Sicilia sia tutto da scoprire, con salite affascinanti e impegnative, dati i notevoli dislivelli e il mare sempre a breve distanza.
Complimenti ancora, e chissà se un giorno...






Quoto pienamente quanto detto da Geobach.
Io in Sicilia ci sono stato diversi anni fa, più volte, ma solo e soltanto per lavoro [SM=g8161] ed avendola girata un pochetto in auto posso confermare che ci sono strade per tutti i gusti.

Visto che Valerio ha postato una sua foto con la divisa della squadra, volevo complimentarmi con chi l'ha ideata.
Davvero bello l'abbinamento dei colori scelti.
Il duplice tricolore sta benissimo: sia quello sul cuore, sia quello all'addome a mo di fascia.
Da ultimo la personalizzazione del nome dell'atleta.

Davvero una bellissima divisa !!!

Ciao

Giorgio
Valerio Capsoni
00venerdì 24 settembre 2010 21:26
Sono contento che la nostra nuova divisa ti sia piaciuta, Giorgio!
Il merito è soprattutto del mio carissimo amico, nonché fondatore dell'Etna Bike Team, Giovanni Privitera, con il quale ho il piacere di pedalare da quasi 10 anni. Io ho contribuito per qualche piccolo particolare... Anche a me piace un sacco! [SM=g8080]
Jack.ciclista
00venerdì 24 settembre 2010 22:50
certo che in italia abbiamo dei posti meravigliosi !
grigua
00venerdì 24 settembre 2010 23:42

I paesaggi che ci fai scoprire sono davvero molto belli, e le foto non sono da meno! Grazie!
Continua così!

[SM=g8080]

fricius
00sabato 25 settembre 2010 10:40
Spettacolo! da certe foto sembreresti in elicottero più che in bici! [SM=g8080] [SM=g8080] [SM=g8080]

Massimiliano
Valerio Capsoni
00sabato 25 settembre 2010 19:43
Le nostre bici "osano" più degli elicotteri! [SM=g8119]
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