Nick Cave and the Bad Seeds - from Her to Eternity

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RiccardoLateInnovation
00giovedì 27 aprile 2006 18:17
Nick Cave and the Bad Seeds - Capitolo 1.



From Her to Eternity

1983-84 Mute / Elektra

LineUp:

Nick Cave
Blixa Bargeld
Barry Adamson
Jessamy Calkin
Mick Harvey
Hugo Race
Anita Lane
Tony Cohen

Tracklist

1. Avalanche
2. Cabin Fever!
3. Well of Misery
4. From Her to Eternity
5. In the Ghetto
6. The Moon Is in the Gutter
7. Saint Huck
8. Wings off Flies
9. A Box for Black Paul
10. From Her to Eternity [1987]



Gli occhi chiari corrucciati con cui Nick Cave si presenta sulla copertina del primo album in compagnia dei Bad Seeds suggeriscono, allo stesso momento, fragilita' e impavido orgoglio.

Similmente, il crooner australiano presenta nel disco stati d'animo piu' che variegati, che si intrecciano in una trama d'enorme spessore. Creano un disco straordinariamente innovativo, che influenzera' la produzione (e, ovviamente, le esibizioni live) non solo di Cave, ma di un'intera schiera di artisti alla ricerca di un sound capace di esprimere disagio mantenendo una struttura musicale ben compiuta (spesso, quasi classicamente blues).

Questo disco recepisce e, si fa padre di, molteplici influenze. Non appare dunque una fatalita' la circostanza che la strada di Cave si sarebbe presto incontrata con quella del batterista Jim Sclavunos, che nel frattempo collaborava con i Sonic Youth, gruppo simbolo del noise rock e che, in seguito, avrebbe prestato la sua arte ai Cramps (seguendo un percorso inverso rispetto al chitarrista Kid Congo Powers, membro dei Cramps prima e dei Bad Seeds poi.)

All'epoca dell'album, Cave faceva costante uso di stupefacenti.
Ciononostante, il disagio che muove le note di From Her to Eternity e' lucido, chiaramente identificato e - piuttosto ironicamente - affrontato meglio, da un punto di vista musicale, rispetto ad album successivi, in cui l'artista era libero da sostanze psicotrope.

Cave intui' perfettamente la grandezza dell'opera che andava a proporre. Il retro della copertina del disco e' composto dalle foto dei Bad Seeds ritratti uno per uno, come eroi di un percorso che sarebbe durato per anni e avrebbe fatto la storia di una parte del rock. E' presente inoltre un manoscritto di Cave che, in un latino sui generis frammisto a inglese, scrive e disegna la propria poetica.

Alla luce di tale tensione artistica e' difficile dare una valutazione strettamente tecnica dell'album, cosi' come sarebbe difficile parlare tecnicamente del primo disco dei Velvet Underground (quello con la copertina di Warhol, per intenderci) o del primo dei Nirvana.

Ad ogni modo, nulla vieta di provare...

I Bad Seeds fanno il loro primo statement verso il mondo esterno con una memorabile cover di Avalanche di Leonard Cohen, che - pur mantenendo pressappoco la struttura e i tempi originali - viene stravolta attraverso sonorita' che suggeriscono un malessere apparentemente sordo ma che, nel prosieguo del disco, diventa una proposta di un nuovo, invertito, modello d'esistenza.

Segue Cabin Fever, in cui la poesia di Cave incontra la predispozione rumorista di Blixa Bargeld, fresco del primo disco degli Einsturzende Neubauten.

Well Of Misery e' il primo esempio di come Cave (unico autore della canzone) intenda rivisitare le dinamiche del blues, ovvero rispettandone i canoni e i toni ma introducendo un elemento di disturbo, una sensazione "Under a Cloud", la stessa che pervade gli scritti dei poeti americani decadenti. Una sensazione molto simile a quella che muove il Virginiano Edgar Allan Poe e che avrebbe creato in Cave un'autentica fissazione per il Sud degli States, ben evidente in Henry's Dream e, precedentemente, nel romanzo And the Ass Saw the Angel.

La title-track From Her to Eternity e' forse il brano piu' famoso dell'artista australiano. Si tratta di un trait d'union fra poetica europea e americana. L'industrial sound di Bargeld si confronta con le sonorita' dei nuovi mondi proposte da Mick Harvey. In mezzo e' Cave, che immagina la vita di un uomo ossessionato dalla propria ossessione per la bella inquilina del piano superiore. Il risultato e' un brano epico, che non soffre il passare del tempo, e che anni dopo sarebbe stato scelto da Wim Wenders come colonna sonora del suo film piu' famoso, Il Cielo Sopra Berlino (in cui i Bad Seeds interpretano se' stessi.)

Sembra difficile che dopo un brano perfetto si possa aggiungere altro. Cave riesce invece a regalare un altro delirante classico. Saint Huck (scritta da Cave solitario) e' un altro storico blues del cantante, riscoperto e proposto, non a caso, negli ultimi due dei suoi tre concerti ai quali ho avuto la fortuna di assistere negli ultimi anni. E' un passo, forse il piu' deciso del disco, verso le atmosfere Dixie piu' oscure.

Wings off Flies e A Box for Black Paul sono sulla falsariga, ma si ha l'impressione che il nuovo sia gia' stato detto, che non si possa davvero inventare piu' nulla nella direzione intrapresa.

Il disco e' talmente innovativo e sconvolgente che lo stesso Cave, negli anni successivi, sembra avere difficolta' a sopportarne il peso. L'album successivo si rivelera' una raccolta di blues dark di grandissima intensita', ma di scarso spirito innovativo da un punto di vista musicale. Complice di quest'effetto potrebbe essere la maggiore dedizione dell'artista verso la scrittura piuttosto che verso la musica (The Firstborn is Dead e il romanzo And the Ass Saw the Angel avranno molti temi in comune).

From Her to Eternity e' considerato, da molti, il disco piu' ispirato di un artista immenso.

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[Modificato da RiccardoLateInnovation 27/04/2006 18.24]

[Modificato da RiccardoLateInnovation 05/05/2006 12.04]

DIRO©
00giovedì 27 aprile 2006 23:51
bellissima recensione.

Ti ho inviato una ffz fammi sapere se ti è arrivata
mirkosv@ro
00venerdì 28 aprile 2006 20:11
mi congratulo con Riccardo che ha scritto una recensione pertinente e ben argomentata, ed ha scelto di confrontarsi con un album estremamente difficile di un artista tanto complesso quanto fondamentale.

benvenuto fra noi.

[Modificato da mirkosv@ro 28/04/2006 20.11]

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