Olocausto

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Arohn
00giovedì 13 ottobre 2005 14:07
Questa è una sessione di gioco nel mio forum fatta da me come DM.
------------------------------------------------------------

la brezza accarezzava un viso dai lineamenti sottili e dolci.
Visto da lontano nessuno avrebbe mai detto che Keth fosse un mezz'orco, eppure era li, Keth occhiorosso camminava lungo il porto della sua città natale.
Non sapeva perché fosse li, era partito, lo ricordava bene, ma al momento del suo risveglio l'odore di mare gli entrava nelle narici e poteva inoltre udire l'infrangersi delle onde del mare sugli scogli.
La nebbia mattutina gli offuscava la vista ed in lontananza, al molo, ormeggiata vi era una nave. l'ombra di una forma umanoide scendeva dal ponte della grossa galea. Solo ombre. la nebbia non permetteva la vista di null'altro.
Keth si lasciò accarezzare dalla brezza marina che spira dall'orizzonte... si sentì piuttosto spaesato e si guardò intorno; tuttavia, la brezza era piacevole, e passò qualche secondo a farsi cullare dal vento, prima di decidere qualsiasi cosa... seguì tuttavia con lo sguardo la figura, poi, quando questa stava per sparire nella foschia, si avvicinò, cercando di non perderla di vista
La figura si faceva sempre più vicina, passo dopo passo il mezz'orco poteva vedere sempre meglio delineata l'immagine di lui.
Sembrava un elfo, vecchio, ricurvo su se stesso e magrissimo.
Il mezz’orco ebbe la netta, nettissima sensazione di conoscere quel uomo “non può essere…” si disse mentalmente.
Keth quindi si decise; il passo si fece più affrettato e si diresse verso la galea; aveva familiarità con i porti, tuttavia, voleva capire cosa facesse lì; si avvicinò fino a che non potè vedere chiaramente i lineamenti dell'umanoide
Avvicinandosi ebbe la conferma: era un elfo. Ed era chi aveva immaginato.
Aveva indosso una tunica rossa, color rubino. un mantello con cappuccio e... nulla più. una foltisima barba gli copriva il viso. sembrava non avere molti capelli. quei pochi che aveva erano bianchi; la nebbia sembrava quasi diradarsi nei pressi dell'elfetto.
Keth , nonostante fra la sua razza e gli elfi non corresse buon sangue, era sufficientemente sveglio da capire che il vecchio meritava rispetto, soprattutto da parte di un mezz'orco giovane come lui, quindi esitò un attimo, incerto sul da farsi. Non sapeva come comportarsi; poteva benissimo essersi sbagliato; quella poteva benissimo essere un’altra persona… però gli somigliava così tanto!!
L’elfo intuì il timoroso rispetto che il mezz'orco aveva nei suoi riguardi, sorrise.
Il giovane stregone si avvicinò quindi, esitante, alla figura, cercando di catturare la sua attenzione; i vecchi hanno sempre qualcosa da insegnare, la sua esperienza gli aveva insegnato questo; tuttavia bisogna avere pazienza
-hem...-cominciò –mi scusi-
-si, prego chiedi- rispose quello -non aver timore-
Il mezz’orco non sapeva proprio da dove cominciare
-beh... ecco, senta... io mi...- si interruppe e fece uno strano gesto con la mano
-cioè... prima le presentazioni-
L’elfo aprì gli occhi che prima erano chiusi mostrando allo stregone due occhi completamente bianchi.
-Il mio nome è Keth…- le parole quasi morirono in gola al mezz'orco, vedendo le iridi dell'elfo... credeva di essere l'unico con degli occhi così ridotti, ma a quanto pare, la magia arcana aveva fatto qualche scherzo anche ad altra gente
Il vecchio, per rassicurarlo, sorrise
-il mio invece è Himo. avanti, perché sei qui giusto?-
-...ehm... dicevo- cercò di raccapezzarsi il mezzosangue -ecco, io veramente, non so perché sono qui... e sarei curioso di sapere se magari lei ha visto qualcosa di particolare...-accennò, esitante -non so... magari ho sognato tutto- SI accorse troppo tardi del suo errore; “visto” non era la parola adatta da usare, con un cieco
-Visto??- Sorrise nuovamente -Dovrei parlarti di un miracolo se così fosse… Comunque, il mio perché sei qui non era una mia domanda, ma una delle tue.
-Beh... più o meno- rispose lo stregone, cercando di non mostrarsi troppo sorpreso
L’elfo riprese a parlare:
-tanto per chiarirci, sei sicuro di non avermi mai visto prima?_
La perspicacia dell'elfo lo rendeva inquieto; non gli piaceva avere a che fare con gente che sapeva cosa pensasse… e poi quella frase… non era possibile che quel giorno, al molo, lo avesse notato!! Lui era un semplice scaricatore! Tuttavia, i fatti erano questi, a quanto pare, così rispose
-A dire il vero, credo di averla vista, in passato
-Su, ci sei quasi, sforzati-
-Tuttavia non sono sicuro- Deglutì; poi riprese a parlare -lei mi ricorda un vecchio incantatore che vidi, qualche anno fa, su una nave... una nave molto simile a quella da cui siete sceso ora… ma mi sento confuso, sono sicuro di ben poche cose, ora...
-tsk! Sicurezza. cosa è la sicurezza?- rispose quello con fare altezzoso, poi aggiunse -mentre me lo spieghi accompagnami in locanda-
-...si – disse il mezz’orco, insicuro
-Bene, per dove si va?? Conducimi.-
-Per di qui- Il giovane non pensò minimamente all’handicap del suo ospite, che infatti, aggiunse
-ehmm... giovanotto, potresti essere più preciso?? sai, se non l'avevi intuito sarei cieco.-
Il mezz'orco disse al mago di seguire la propria voce; si mise a canticchiare un motivetto umano e si incamminò per le viuzze della città
Himo seguì, mostrava molto impaccio nei movimenti che dopo poco divennero sicuri. sembrava quasi potesse vedere.
-Allora giovanotto??- disse l’elfo, quando i suoi passi furono totalmente sicuri -Cos'è la sicurezza??-
Il neo stregone ci mise un po’ a rispondere, spiazzato -Beh... io la intendo come la fiducia incrollabile nelle proprie capacità-
-E tu non hai questa fiducia??- chiese l’altro, di rimando
Keth fece spallucce, vagamente preoccupato -Ammetto di aver perso una buona dose di sicurezza, al mio risveglio, il non sapermi spiegare qualcosa mi ha sempre messo in crisi...
Le strade della città erano deserte. non un uccello per via aerea, non una persona per via terrena. sembrava essere evacuata.
-...è per questo che ho studiato la magia- aggiunse il mezz’orco
-Oh, bene, la magia. spesso può darti molte risposte sai?? ma troppe volte, non sono le risposte che cerchi quelle che ti vengono date...-
Keth era talmente preso dalla conversazione con "la sua musa" che non si accorse minimamente della desolazione attorno a lui
-...voi... siete un mago, vero?
-AH!!!!-disse subito di rimando quello, alzando la voce-Non mescolarmi a quella gente tanto attaccata ai loro libri come se fossero le sottane delle madri! Sono uno stregone!- Poi tornò con la voce calma -e tu ne conosci la differenza, vero??
-ovviamente... comunque... non volevo... cioè.. io intendevo... insomma... lei usa la magia!- disse il mezz’orco, vagamente intimorito; poi, comprendendo che il suo discorso aveva ben poco senso, aggiunse -non sono sicuro di riuscirmi a spiegare bene...-
All'angolo c'era la locanda abituale di Keth. appena 100 metri e sarebbero arrivati
-Certo che uso la magia figliuolo. lo sai benissimo. Non chiedermi cose che sai gia, prova ad andare oltre e chiedimi cose che NON sai ancora e che vorresti sapere.
Keth si rese conto solo a questo punto che forse l suo ospite era abituato a ben altri standard; guardò il proprio vestito, poco più che stracci, e lo confrontò a quello dell'elfo e si sentì fuori luogo; forse avrebbe fatto meglio a trovare un'altra locanda
-E... non preoccuparti, questa locanda va più che bene.- Keth si voltò di scatto verso lo stregone -E non preoccuparti per come sei vestito figliuolo. neanche io ho sempre indossato tuniche sgargianti.
Le parole morirono nuovamente in gola a keth; era senza fiato; come se gli avessero tirato un pugno in pancia in una delle tante risse a cui aveva preso parte
-Beh... allora... cioè... e...entriamo?- cercò di cambiare discorso
-Va bene- rispose l’altro, pacato
Himo seguì keth, che varcando la porta si accorse finalmente della desolazione. neanche un tavolo era occupato. e il bancone era vuoto.
-è calma, stanotte- disse, intimorito, cercando di nascondere la propria inquietitudine -ehm... C'E NESSUNO?- aggiunse poi, urlando
Silenzio più totale
-WEISS? ALHANDRA?- provò a chiamare i nomi dei gestori della locanda, ma nulla
-Avanti, ci sediamo??- disse invece con calma serafica l’elfo
-Ehm... va bene
Keth si guardò circospetto attorno; la situazione gli piaceva sempre meno
-Cos'è che ti rende irrequieto??- la calma dell’elfo era impressionante
Keth poi si sedette a un tavolo di legno; quello che gli sembra essere ridotto meno peggio… stupito dalla calma dell’elfo, non poté far altro che simulare calma anche lui, con scarsi risultati
-Non c'è un pò poca gente, per essere sera?
Himo seguì il mezz'orco sedendosi alla sedia di fronte a lui... ehi un momento... come ha trovato la sedia essendo cieco??
”cosa diavolo sta succedendo qui?” non poté far altro che pensare il mezz’orco, vedendo la sicurezza del potente stregone
-Coraggio, dimmi tutto. Perplessità, e ne hai tante, domande, richieste, chiedi qualunque cosa.-
-Vedi, la questione è questa…- cominciò il mezz’orco -ero partito da questa città, poi mi sono svegliato nel porto e ti ho visto... mi sembra moolto mooolto strano... a questo punto mi viene il dubbio di essermi svegliato davvero
-Continua, non è tutto.- lo spronò il vecchio stregone
-Beh... che altro dire... con me c'era anche il mio topo, Tursit, ma ora non vedo neanche lui… in definitiva, mi sveglio nella mia città, deserta, senza la più pallida idea di come ci sia arrivato.- poi concluse -Questa non è la mia città. Dove sono, e chi sei tu?
-Hh, si, lo è eccome...-
-E ALLORA CHE CAZZO SUCCEDE!- sbottò il mezz’orco all’improvviso
Himo restava calmo seduto al tavolo. Continuava a puntare quegli occhi bianchi sul suo volto. La paura si insinuò in keth, che sottolineò la frase con un violento pugno sul tavolo; il suo respiro è affannoso e la sua tranquillità se n'è andata a farsi benedire
Himo restava in silenzio
Keth dopodichè si calmò e torna seduto, costringendosi a rimanere tranquillo per analizzare meglio la situazione
-Si, bravo, siediti e fai tutte le rilevazione del caso.- disse l’elfo
Keth fece un profondo respiro e appoggiò con calma le mani sul tavolo
-Allora... sono nella mia città, deserta, insieme alla persona che mi ha convinto a imparare la magia, tutto ciò dopo essermi svegliato... ma avendo dormito fuori dalla città!
Himo continuava impassibile a fissare "occhiorosso", mentre Keth cercava invano di uscire da quello stranissimo rompicapo che lo rendeva sempre più inquieto, senza tuttavia trovare una risposta
-Ci sono enigmi ai quali non puoi rispondere- disse improvvisamente l’elfo -La tua mente non può sempre trovare risposte. Ci sono domande che neanche hanno risposte. almeno non certe. Noi abbiamo risposte, solo che non lo sappiamo.- poi concluse -Secondo te, ogni domanda può avere una risposta logica?-
-Fino a che non si sconfina nella follia, si- cominciò il mezz’orco, ma venne interrotto dall’elfo
-Davvero? E allora ti farò una domanda. Cos'è la realtà?
-è tutto ciò che riesco a percepire con certezza-
-Dici? A volte anche molte magie possono essere percepite con certezza, tuttavia non sono reali. Ne vuoi vedere una??
L’elfo mosse le mani rapidamente; comparirono dei funi neri, che sparirono quando Himo, all’improvviso, smise di muovere le mani; keth era stupito; gli aveva appena mostrato un assaggio di una allucinazione mortale, un incantesimo ben al di sopra delle capacità del giovane mezzosangue. Che fissava incredulo lo stregone.
-Come? prima mi parlavi di certezze, ora sei nell'incertezza più totale?
-...si-
-Tutto questo, secondo te, è reale?-
-Non lo so
-Bene, a questo posso risponderti io.- fece una pausa -è reale, se tu vuoi che lo sia.- poi spiegò -La realtà, è solo una percezione che il tuo cervello ha del mondo esterno.-
-Quindi... questa è la realtà.- azzardò il mezzosangue
L’elfo sorrise -Se per reale intendi che tu puoi toccare, vedere, sentire ecc. si, potresti. Ma se per reale intendi VERO. no.- Keth lo guardò stranito… poi quello riprese a parlare -Conosci i golem?- Keth assentì incerto -Ecco, i golem son esseri magici che l'incantatore programma in modo da rispondere ai propri ordini. Immagina se tu fossi uno di quei pupazzi animati… il tuo incantatore sarebbe la tua divinità.-
-Beh... non fa una piega- dovette ammettere il giovane
-E se questa logica fosse reale??-
-Rabbrividisco al solo pensiero...-
-Bene, allora sembra che la pensiamo allo stesso modo.- concluse l’elfo.
La loro conversazione venne improvvisamente interrotta dal cigolio della porta; Weiss, l’oste, era arrivato, con somma incredulità di Keth. Dopo una breve conversazione, Keth ordinò al padrone della locanda di andare a prendere del vino in cantina, e proseguì, piuttosto scioccato, la conversazione con l’elfo
-Sei stanco di questa situazione vero? Te lo leggo negli occhi.- Keth annuì, anche se fu piuttosto stranito dalla frase “te lo leggo negli occhi” detta da un cieco… ma aveva altri problemi in testa… annuì e poi disse
-Quindi, questo è reale, ma non è "vero?"-
-Esatto.- poi aggiunse -Sai, sei il mio apprendista numero uno.
-Apprendista?- in quel momento, tutta la (poca) sicurezza rimasta in Keth era allegramente andata a farsi fottere -Ti ho visto si e no un paio di volte, come faccio ad essere tuo apprendista?-
-è cominciato per caso. ti sei interessato alla magia, ed io ,incuriosito, mi sono interessato a te… credi davvero che il tuo primo libro tu lo abbia trovato per caso?
Il giovane era incredulo -Perché mai uno stregone elfo si dovrebbe interessare a uno scaricatore di porto mezz'orco?
-Oh oh oh... non sei uno scaricatore qualsiasi. Sei molto di più.- Il tono dell’elfo si fece vagamente profetico e fatalista -Io so tutto di te… passato presento e parte del futuro... beh… conosco il tuo futuro fino al giorno della mia morte.
-Mi stai spaventando- affermò il giovane inarcando il sopracciglio destro
-Non spaventarti, so per altro che sarai tu ad uccidermi.- aggiunse quello con massima calma
-Cosa?- lo interruppe l’altro -No! Non potrei mai! non sono un'assassino!
-Non saresti un assassino. le situazioni ti porterebbero a fare ciò. Non hai scelta… tu mi ucciderai, e sono io a chiedertelo.
L’elfo tornò con il suo particolare tono profetico
-Io ho oltre 10.000 anni. Ormai non porto più il conto della mia età. Sono stato io il fondatore di elvish...
Keth, ora, era spaventato a morte; si alzò di nuovo dalla sedia e disse quasi urlando -Cosa diavolo sta succedendo qui?!?? Spiegati, stregone!-
-SIEDITI!-Il suono della voce dell’elfo risuonò con un forte eco nella stanza e sembrò spandersi fuori in tutta la città. fortissimo.
Keth si sedette anche contro la sua volontà. una costrizione magica lo rendeva inerme contro quel comando. magia, se ne poteva sentire l'odore…il mezz'orco cominciò a sudare freddo
Himo riprese calmo a parlare.
-Ora sono sicuro che non ti rialzerai. Da questo giorno, tu vivrai ogni minuto della tua miserabile e breve vita per uccidermi.
Keth non rispose a quella macabra affermazione; era terrorizzato
Himo si alzò e cominciò a camminare su e giù per la stanza che ora sembrava essere priva anche di tavoli.
-Io sono il fondatore di Elvish. e il suo distruttore.- La calma sul volto di Himo scomparve di nuovo per marcare dei lineamenti adirati. -IO sono HIMO ELVISH!!!! E ti ordino di uccidermi. E’ un favore che ti chiedo. DEVI FARLO!!!!!!!!
Keth non riusciva a staccare gli occhi dall'elfo, terrorizzato
Lo stregone riprese ad urlare:
-NON NE POSSO PIù DI ESSERE COSTRETTO A VIVERE PER MILLENNI SENZA MAI POTER TROVARE LA MORTE. GLI DEI MI HANNO MALEDETTO PER LA MIA MALVAGITà E PER MILLENNI NON HO POTUTO FARE ALTRO CHE UCCIDERE CHI CERCAVA DI DARMI LA PACE CHE TANTO AGOGNO.
Il mezz’orco ritrovò finalmente il coraggio di parlare.
-Come posso? sono troppo debole! ci sono molte altre persone adatte allo scopo!-
-No. TU, sei l'unico che può riuscirci, lo sento. sei agli inizi ma sei destinato a diventare potente. Se ciò non dovesse accadere morrai sotto le mie magie.
Keth deglutì... dire che la situazione gli piaceva sempre meno era usare un eufemismo...
-Quale mezz'orco, da autodidatta, potrebbe riuscire a comprendere e capire l'ambiguità e la complessità della magia… SOLO UN FOTTUTISSIMO GENIO! Ne ho avuti di apprendisti, ma nessuno ha mai potuto in così poco tempo apprendere così tanto!
Keth trovò il coraggio di dire, quasi urlando
-Nessun mezz’orco è mai stato portato per la magia, perché io dovrei essere diverso?
-Perchè sei gia arrivato a molto.-
-COME CAZZO FACCIO; SE NON RIESCO NEMMENO AD ALZARMI DA UNA SEDIA!- Urlò Keth… il coraggio dei suoi antenati orcheschi spuntò fuori, in un misto di rabbia, frustrazione e paura
- Ti alzerai da quella FOTTUTA SEDIA E FARAI SDRAIARE ME IN UNA FOTTUTISSIMA BARA! PER SEMPRE!!!!!!!!!!!- urlò l’interlocutore, poi aggiunse -Tu, non puoi sapere quanto sia orribile iniziare con questa maledettissima NON VITA! Guardami!!!!!!!
Himo cominciò a togliersi i vestiti, poi cominciò a strapparsi via la flaccida pelle da vecchio. Quello che restò dell'elfo fu uno scheletro con occhi rossi nelle orbite.
Keth rimase inorridito; per poco non vomitò, le urla gli morirono, un'altra volta, in gola
Il non morto indicò con il suo ossuto dito indice il mezzo uomo.
-TU MI AIUTERAI! VOLENTE O NOLENTE!
Keth deglutì ricacciando gli acidi gastrici in gola: la voce era quella di un mostro. atona ma continua come un'oscura cantilena, o un'eco in una caverna. grottesca, tenebrosa.
-SE NON MI AIUTERAI QUELLO CHE VEDRAI SARà CAOS E DISTRUZIONE!!!!! SONO STATO NELLA TUA REALTà!
-...come...?- Chiese il mezz'orco, sempre più inorridito; non aveva mai visto una creatura del genere; certo, sui libri che aveva letto c'era qualche accenno ai non morti, ma non se li era mai immaginati così
-SE NON VORRAI VEDERE LA MIA DI REALTà FAI IN MODO CHE NON MI ALZI PIù. DIVENTA fORTE. PIù FORTE DI ME. PIù FORTE DI QUALSIASI MORTALE CHE TI ABBIA PRECEDUTO E VIENIMI A CERCARE!
keth deglutì di nuovo, rimanendo in silenzio
-Ora ti sveglierai. E non voglio che tu pensi che questo sia stato solo un incubo… e per far in modo che tu non lo creda ho pensato ad un regalino.
Keth spalancò gli occhi, disperato vedendo i movimenti del morto vivente che diede per un attimo le spalle al soggiogato mezz'orco, poi con un velocissimo scatto si rigirò. volò velocissimo verso di lui e infilò una delle sue ossute mani nel petto del mezzosangue.
Freddo, freddissimo. Tanto dolore, poi disperazione, poi niente più.
Keth occhio rosso era in una foresta. si alzò con le lacrime agli occhi. era veramente sveglio ora. Il fuoco si era spento da molto e dalla legna accatastata un sottile filo di fumo andava per toccare il cielo di un colore blu intenso. La prima cosa che fece fu tentare di alzarsi la camicia e guardarsi il petto, per essere sicuro di non aver sognato. Ma, ahimè, le speranze del mezzosangue svanirono tutte quando vide che la sua camicia era tutta insanguinata
”Cazzo” fu l’unica cosa che riuscì a pensare, disperato.
Sul petto aveva una grandissima cicatrice che segnava in una X il cuore. Keth rimase sorpreso vedendo che si era già misteriosamente cicatrizzata, ma non potè che esserne sollevato.
Vicino al suo zaino vi era un grosso biglietto piegato; Una miriade di sensazioni si agitavano confuse nella mente del mezz'orco; raccolse il biglietto esitante e lo lesse:
Scritto col sangue vi era: Eccoti una buona ragione per uccidermi, la troverai addentrandoti nel bosco per 100 metri sempre dritto.
Keth si fece sfuggire un'altra imprecazione non proprio elegante, si tolse la camicia macchiata di sangue, rivelando un fisico insolitamente robusto per uno stregone, (sebbene la vista della cicatrice lo spaventasse non poco, quella del sangue era peggio) e si voltò verso il bosco
Gli alberi non erano troppo vicini gli uni agli altri, sebbene non fosse una foresta molto fitta, gli dava comunque un senso di paura e timore di non poter tornare indietro.
”tanto ormai...” si disse mentalmente, e si addentrò nella foresta. Nulla di particolare nei primi cento metri, ma quando arrivò a destinazione Keth venne meno nelle ginocchia. Cadde in ginocchio con le braccia lunghe sul corpo, pesanti, gli occhi pieni di lacrime… un intenso formicolio prese le labbra le mani e i piedi e forti dolori di stomaco accompagnarono il tutto.
L'ennesima imprecazione sfuggì dalle sue labbra
Tra le lacrime Keth vide appesa agli alberi della foresta TUTTA la popolazione del suo piccolissimo paesino di mare. Migliaia di corpi appesi agli alberi, impiccati, mutilati, impalati, squartati. TUTTI morti.
Il primo dei cadaveri era ***...Thelin, un'umana; anche piuttosto graziosa; l'unica umana che lo avesse mai trattato da pari... per un po di tempo aveva anche creduto di esserne innamorato, e sotto, ai piedi dell'albero che custodiva questo corpo vi era un biglietto
Keth in preda al disgusto e al dolore, con l'odore di sangue che entrava prepotentemente nelle narici, si appoggiò a un albero e vomitò. Poi, si lasciò andare a un lungo pianto di dolore… rimase così per una decina di minuti, disperato, prima di accorgersi del foglio appiccato all'albero dove la giovane era impiccata, e di trovare il coraggio per raccoglierlo.
Allora si avvicinò, lo sguardo carico d'odio e di dolore, e raccolse il foglio con violenza, quasi strappandolo; ci mise parecchio a leggerlo, a causa della vista annebbiata dalle lacrime
Sopra era scritto: Se non ti basta ti dico che il sangue usato per queste lettere è quello di Thelin. Ora mi ucciderai o vuoi che dietro di te ci sia una scia di morte?


Shian Tieus & Arohn
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:18.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com