PANCHO PARDI: IERI LA BICAMERALE, OGGI L'UNIPOL, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

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INES TABUSSO
00mercoledì 4 gennaio 2006 02:00
CORRIERE DELLA SERA
3 gennaio 2006
L’EX GIROTONDINO
Pancho Pardi: Massimo ha fatto disastri senza pagare

ROMA - «Con questi leader non vinceremo mai», gridava Nanni Moretti all’alba dei Girotondi. E ora Francesco «Pancho» Pardi, che dei movimenti è un leader sin dalla primissima ora, invoca il fiume carsico dei delusi del centrosinistra perché torni presto a riempire le piazze, metta su una lista elettorale e punti i megafoni contro uno, uno solo dei dirigenti dell’Unione: Massimo D’Alema. «È il momento che chi ha sbagliato si tiri da parte». L’offensiva contro il presidente dei Ds l’ha innescata Beppe Grillo, che dal suo blog ( www.beppegrillo.it ) si è appellato a Piero Fassino perché «faccia pulizia» e celebri «il funerale politico di D’Alema». Il professore fiorentino approva, e rilancia. «Non voglio scendere sul terreno dei sospetti, ma in questa vicenda c’è una costante che va dritta dalla Bicamerale alla mancata legge sul conflitto di interessi». Grillo dà del «cocciuto» all’ex premier per aver voluto mantenere, dopo le intercettazioni tra Fiorani e Fazio, un mutuo presso la Bpi per pagare le rate della sua barca a vela, Pardi invece dell’Ikarus di D’Alema non vuol parlare: «Lasciamo stare le barche, qui è una politica a essere sotto accusa». La Bicamerale fallita è il pallino del professore. «D’Alema continua a dire che per via della Bicamerale lui ha pagato caro? In realtà lui ha pagato poco in termini di carriera politica e noi cittadini molto, soffrendo la rovina del Paese con cinque anni di disastroso governo del centrodestra». Colui che appariva, secondo Pardi, «il dirigente più tetragono, dialettico e capace» è ora vittima dell’«antipatia pubblica» per aver anteposto «la capacità manovriera alla visione strategica». Credeva di fare con la Bicamerale «un grande capolavoro? Ha fatto un disastro invece e non ammetterà mai di essere stato sconfitto da un dilettante miliardario che se l’è giocato e non gli ha dato niente». Ieri la Bicamerale, oggi l’Unipol: due facce della stessa medaglia. «Noi non vogliamo il conflitto di interessi, non vogliamo le privatizzazioni all’italiana dei capitani coraggiosi che hanno trasformato i monopoli pubblici in monopoli privati, non vogliamo la mescolanza terribile tra politica, industria e affari...». Pardi spera che Fassino faccia presto chiarezza, perché «non possiamo permetterci di perdere le elezioni». I movimenti faranno la loro parte: con una lista della libera cittadinanza che peschi nell’«elettorato orfano» dei partiti.
M. Gu.
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