Play-off Serie C1: Sambenedettese - Napoli

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kdario129
00domenica 29 maggio 2005 23:25
Il Napoli ipoteca la finale

I giocatori del Napoil esultano a fine partita.


Un gol di Capparella nel recupero regala agli azzurri il pari con la Samb in vantaggio con Bogliacino nel primo tempo. Tra sette giorni il ritorno al San Paolo

SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 29 maggio 2005 - La zona Napoli non ha fine. Ancora una volta gli azzurri acciuffano per i capelli una partita già andata e, quando sembrava che avessero perso anche la testa, conquistano un pari che alza notevolmente la percentuale di qualificazione alla finale play off per la promozione in B. Povera Samb, che ha fatto la sua parte quasi fino in fondo, ed è stata beffata in pieno recupero da una magia di Capparella che sotto il Vesuvio avranno già fatto santo. Il tornante, entrato forse troppo tardi, raccoglie un cross di Sosa dalla destra per un rovesciamento di ruoli che porta fortuna, perché permette all’ex ascolano di girare la palla in rete con un delizioso destro di controbalzo che si insacca sul secondo palo e vale il definitivo 1-1. E pensare che poco prima Ignoffo si era fatto stupidamente espellere per un fallo di reazione e persino il pacato Reja era stato allontanato da Damato per le continue proteste.
Insomma, il pareggio ormai non se lo aspettava proprio più nessuno. E d’altronde la Sambenedettese non stava certo rubando nulla. Nel primo tempo i marchigiani sono stati praticamente perfetti. Il piccolo Martini ha messo in grande difficoltà la coppia centrale partenopea formata da Ignoffo e Giubilato (con capitan Scarlato infortunato costretto ad assistere al match a bordo campo), aiutato dal tridente d’attacco Tedoldi-Leon-Bogliacino. Solo i moduli sono speculari, 4-2-3-1 da una parte e dall’altra, ma è l’atteggiamento a fare la differenza. Innanzitutto i centrocampisti centrali Amodio e Cigarini vincono il duello personale con Montervino e Fontana, anche per la condizione deficitaria del regista azzurro, mentre Abate e Consonni non sono utili né in fase di spinta, né in quella di copertura lasciando in costante inferiorità i compagni in mezzo al campo. Così Calaiò e Pià non sono mai pericolosi ma in realtà anche nell’altra area i pericoli non abbondano.
La prima palla gol arriva dopo oltre venti minuti proprio grazie al già citato Martini, il quale prima impegna Gianello con un insidioso diagonale, poi non sfrutta un pasticcio del portiere partenopeo. Ma il gol è nell’aria e arriva alla mezz’ora quando Bogliacino replica la prodezza del San Paolo (gara d’andata della regular season): parte da sinistra, si accentra e scarica di destro all’angolo basso. Tutto molto bello. Al contrario del Napoli, che più brutto non si può, anche dopo lo svantaggio, perché la reazione c’è ma non frutta un tiro che sia uno. Nella ripresa allora Reja anticipa il cambio leit-motiv di tutta la stagione: fuori Calaiò, dentro Sosa. Con il Pampa, va in campo anche Accursi al posto del distratto Giubilato, ma in realtà la difesa non corre più rischi più per demeriti dei marchigiani che per meriti propri.
La Samb, infatti, rinuncia ad attaccare e quasi paga questa inversione di tendenza al 10’ quando Sosa buca le mani di Mancini che rimedia al suo errore intercettando il pallone prima che lo stesso superi completamente la linea bianca (o almeno questa è la versione del guardalinee). Ti aspetti un incremento del furore partenopeo e invece non accade praticamente più nulla. Capparella si scalda per mezz’ora, poi finalmente Reja lo butta dentro al posto di un irriconoscibile Abate. Il tornante segna un gol stupendo, ma a gioco fermo (poco prima aveva fatto lo stesso Alfredo Femiano della Samb), rinviando quello valido al secondo minuto di recupero. Quando la Samb, in superiorità numerica per l’espulsione di Ignoffo, già pregustava bunker epici al San Paolo. Ora invece, tra sette giorni, la giovane banda di Ballardini dovrà fare la partita contro il Napoli e contro i suoi settantamila tifosi. La marea azzurra è pronta ad accoglierli.

da GAZZETTA.it
di Ivan Palumbo
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