Quale è il vostro podio?

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stefanom86
00venerdì 3 ottobre 2008 14:22
Mi piacerebbe inaugurare questa sezione con questa domanda: "Quali sono i 3 giri/escursioni che vi sono piaciuti di più tra quelli che non prsentano neanche un metro di attrezzatura e non richiedono particolari doti di arrampicata?"
Non intendo i più impegnativi/tecnici/con più dislivello, ma semplicemente quelli che vi sono piaciuti di più per qualsialsi motivo, (panorama, sentiero o qualunque altro motivo).
Tra i miei:
1. Giro dei 4 rifugi in val Fiscalina, (Fondovalle, Zsigmondi Comici, Pian di Cengia, Locatelli alle Tre Cime, e ritorno al Fondovalle)
è un giro spettacolare per il panorama bellissimo su tutte le Dolomiti di Sesto e ovviamente sulle Tre Cime di Lavaredo.

2. Rifugio Giogo Lungo, in Val Aurina da Casere si prende il sentiero, vicino all'ex miniera, per il rifugio e poi si torna verso Casere dal rifugio per la Valle del Vento. Bellissimo il panorama verso i ghiacciai austriaci dal rifugio, e gli scorci di panorama lungo tutto il percorso!!

3. Sasso del Signore, il sentiero parte dal lago di Braies e porta in cima al Sasso del Signore (c'è un piccolissimo pezzo con qualche corda appena sotto la cima ma molto poco), con un panorama che dalla cima spazia sul lago, su tutte le dolomiti di Braies ed Ampezzane, bellissimo!!

Sono tutti e 3 giri con circa 1000 metri di dislivello e quindi duri ma non impossibili e bellissimi, i primi 2 li ho percorsi ormai quasi 10 anni fa, come passa il tempo...
Poi me ne verrebbero in mente tanti altri ma ho esaurito le mie tre scelte!!

Ora tocca a voi, se volete, scegliere tra i vostri!!

Stefano

Eva K
00venerdì 3 ottobre 2008 14:34
Bello questo topic, oltre a parlare delle proprie esperienze è possibile attingere a quelle altrui per itinerari futuri!
Dico la mia:
- Punta Gnifetti: partiti con vento e freddo polare, arrivati in cima si vedeva, oltre il panorama mozzafiato, la distesa di nubi sulla pianura (tiè!). Poi l'emozione della prima escursione ad alta quota... commovente

- Sassolungo, via normale. Ai tempi avevo esperienza di montagna pressochè nulla, e dalla cima ho visto le altre cime per cui ho deciso di imparare ad arrampicare (Sella in primis)

- Non so se vale perchè è una via di roccia (però nn c'è cavo!)Spigolo NE del Corno di Lagoscuro, Adamello. Posto incantevole, in cima praticamente "parli" con Adamello e Carè alto.

Ciao!
Eva
arteriolupin
00venerdì 3 ottobre 2008 15:34
Caro Stefano,

mi risulta davvero difficile creare un "podio"...

Tanti sono stati i giri che mi hanno lasciato qualcosa di indelebile...

Ogni posto che mi regala una visuale, una prospettiva nuova, o magari semplicemente non notata prima, diventa per me indelebile.

Per preparazione psicologica ed emotiva, tuttavia, i ricordi più belli li ho sul Campanile di Val Montanaia, sulla Torre Venezia, sul Pich Cjadenis... Storie differenti, legate a come sono stato cresciuto alla montagna...

Ma potrei dirti che il giro in assoluto più "bello" senza cavi - anzi, 5 metri di cavo - l'ho fatto da ragazzo, partendo alle 4 da Falcade per raggiungere a piedi il Passo Valles, da dove, poi, sono salito al Mulaz seguendo la cresta che dal passo porta per il Sasso Arduini al rifugio Mulaz e da qui alla cima. Discesa, poi, dopo una pastasciutta epica, di nuovo a Falcade per il lungo vallone...

Una giornata fredda ma con oanorami incredibili, sulle Dolomiti e molto più in là, verso le vette che ero ansioso di conoscere...

Ma un ricordo indelebile me l'ha regalato la Grignetta, quando tornando a salire per monti dopo troppi anni di stop, ho imbroccato una giornata di un terso incredibile, che mi ha fatto godere il Monte Rosa veramente di color rosa... E tutti i 4000 che si potevano vedere dalla Grignetta in un cielo così terso che sembrava potessi toccarli...

Dei miei non molti 4000, purtroppo, posso solo ricordare molta fatica e soddisfazione fisica, ma pochi panorami... La sfiga all'epoca mi perseguitò tanto sul Bianco che sul Rosa... Magari ci tornerò, quien sabe?

Poi, da sottolineare, la mia salita al Dente del Rifugio, per lo spigolo Franceschini... La mia prima volta in Val Canali ad arrampicare... La scoperta di guglie e gugliette che, quando non arrampicavo e puntavo alle cime più alte, mi sfuggivano in favore delle massime elevazioni... La scoperta dell'eleganza delel forme, oltre che dell'altezza.

Sulla Torre Venezia, in Civetta, la prima volta che mi facevo una via di V- da primo... Giungendo su una cima che ancora un paio d'anni prima osservavo chiedendomi se mai avrei potuto calcare quella Torre... Anche lì, una giornata da favola e le guglie del Civetta che mi osservavano...

Da ragazzino, invece, una montagna poco citata, il Becco di Filadonna...
Una fuga, all'età di 14 anni, per riuscire a salire con qualche amico a piedi da Folgaria... Quattro ore e mezza più il ritorno con poca roba da bere... E davanti a noi si erano aperti i confini del Trentino, per noi rgaazzi abituati alle sole Dolomiti Orientali ed alle Carniche...

Ogni apertura di nuovi mondi, come poi fu anche nei Carpazi, ha significato per me un nuovo "podio"...

Ma, a ripensarci bene, sul mio podio ogni gita - indipendentemente dal tipo di difficoltà - sta sul secondo gradino...

Sul primo gradino restano le gite che devo ancora fare... O quelle che sogno soltanto.

Luca
muress
00venerdì 3 ottobre 2008 16:34
Concordo con Arterio. E' difficilissimo fare una graduatoria perchè ogni esperienza ti lascia dentro qualcosa di diverso.
Personalmente sono anni che mi dedico quasi esclusivamente alle vie ferrate e ai sentieri attrezzati trascurando i normali trekking. Lo so: faccio male, ma il tempo e le occasioni per andare in montagna sono poche..

Comunque:

1 - Anello del Catinaccio d'Antermoia. Partenza a piedi da Campitello di Fassa per la Val Duron, poi rifugio Micheluzzi, rifugio Antermoia (con tedeschi che facevano il bagno nel laghetto a 2.400 metri [SM=g27993] ). Rifugio Passo Principe, passo del Molignon, rifugio Tissi e di nuovo Micheluzzi e Campitello. Il tutto alla beata età di 19 anni.
2 - Salita al Gran Sasso per la normale, partendo da Campo Imperatore. In cima, a inizio settembre, nuvole e freddo polare, ma in discesa il cielo si è aperto e i panorami sono diventati mozzafiato (cari tutti: il Gran Sasso è montagna vera, ha poco da invidiare alle Dolomiti ed è solo una delle perle dell'Abruzzo, regione fantastica non solo per chi ama i monti).
3 - Sentiero El Chaiten - Laguna Torre, Patagonia argentina con le nuvole che ad un certo punto si sono schiuse e hanno mostrato il Cerro Torre in tutta la sua imponenza e bellezza. Questo percorso è facilissimo e la sola visione della meta vale il podio.

Poi, fuori dal podio, ma vicinissime: il sentiero che porta alla base del Fitz Roy, sempre in Patagonia e la bellissima via normale al Peralba, sentiero dedicato a Giovanni Paolo II che vi salì nell'88. Il solo fatto che vi sia stato il Papa, vale l'emozione di percorrerla. In più è molto ma molto più remunerativa della ferrata Sartor, che invece è un percorso attrezzato francamente brutto e anche inutile (molto meglio salire al Peralba per la suddetta normale).

Saluti.

Eva K
00venerdì 3 ottobre 2008 17:03
Re:
muress, 03/10/2008 16.34:

cari tutti: il Gran Sasso è montagna vera, ha poco da invidiare alle Dolomiti ed è solo una delle perle dell'Abruzzo, regione fantastica non solo per chi ama i monti.





Eh sì! Giusto oggi guardavo le foto fatte da alcuni alpinisti su una via al Gran Sasso: è davvero bella e per quel che ho visto sembra calcare dolomitico! ma chissà che prima o poi ....

Per il resto concordo, difficilissimo dare classifiche perchè ogni escursione porta con sè emozioni ed è difficile dare "punti". Però ci sono quelle (poche) che ti lasciano un segno indelebile, ricordi cui attingere nei momenti bui. Non solo per l'itinerario in sè ma per il bagaglio che si porta dietro.


ClaudioDz
00domenica 5 ottobre 2008 20:04
Sono molte le escursioni indimenticabili che ho effettuato, ma il mio itinerario escursionistico preferito e' la salita al Vioz (gruppo Ortles/Cevedale).
Invece di riscrivere qui i motivi di questa scelta, inserisco un link ad un mio breve racconto sull'argomento pubblicato nel mio blog "Montagne" ospitato dal forum www.pepperfriends.com

www.pepperfriends.com/forum/index.php?automodule=blog&blogid=3&showe...

Ho scritto qualcosa sulla mia passione per le montagne sul blog di quel forum perche' (lo confesso [SM=g27995]) in questo periodo la mia passione principale non sono le escursioni o ferrate (comunque sempre nel mio cuore), ma la coltivazione di peperoncini piccanti [SM=g27994], argomento di cui appunto si occupa quel forum (che amministro).
Nel leggere il racconto linkato o gli altri che ci stanno "attorno" tenete presente che sono stati scritti per lettori non "esperti" di montagna come quelli di questo forum.

Se poi vi piace mangiare piccante o avete la passione per la coltivazione, potete anche partecipare attivamente al forum, siete benvenuti.

A proposito, saro' alla Bradipottobrata del 19/10 ... magari porto qualcuna delle mie "specialita'", aiutano molto a riscaldare l'ambiente ... [SM=g27988]

fedipos
00martedì 7 ottobre 2008 18:49
immenso
Bisogna tornare fra i Chorten, fin dentro le valli, dopo i villaggi e più su, nel silenzio delle cattedrali di pietra. Bisogna sostare nei monasteri colorati, piantati sui poggi a sfidare il tempo. Contrade di cielo, terre di fatica fermate con le mani. Bisogna abbandonarsi al sole profumato di altezze, come un lungo bacio ad occhi chiusi, per capire questa voglia di tornare nelle terre che corrono a levante. E son felice di poterlo raccontare dopo aver vissuto con quelle genti l'incanto del tempo fuori dal tempo, lontano dalla fretta delle città che premono di là dalle montagne. Ladak-monastero di Tikse 1983. Questo scrissi dopo uno dei percorsi Himalayani più intensi, faticosi ed appaganti. Scrivendo formulavo un augurio a me stesso di poter tornare in quel mondo. Molte volte sono tornato e mi ritengo fortunato augurando a tutti di poter fare un'esperienza a contatto con quelle genti.
danbear
00martedì 7 ottobre 2008 21:50
Re: immenso
fedipos, 07/10/2008 18.49:

Bisogna tornare fra i Chorten, fin dentro le valli, dopo i villaggi e più su, nel silenzio delle cattedrali di pietra. Bisogna sostare nei monasteri colorati, piantati sui poggi a sfidare il tempo. Contrade di cielo, terre di fatica fermate con le mani. Bisogna abbandonarsi al sole profumato di altezze, come un lungo bacio ad occhi chiusi, per capire questa voglia di tornare nelle terre che corrono a levante. E son felice di poterlo raccontare dopo aver vissuto con quelle genti l'incanto del tempo fuori dal tempo, lontano dalla fretta delle città che premono di là dalle montagne. Ladak-monastero di Tikse 1983. Questo scrissi dopo uno dei percorsi Himalayani più intensi, faticosi ed appaganti. Scrivendo formulavo un augurio a me stesso di poter tornare in quel mondo. Molte volte sono tornato e mi ritengo fortunato augurando a tutti di poter fare un'esperienza a contatto con quelle genti.




Caro Filippo,sei di un romantico!!! Ecco xchè sei riuscito a far innamorare donna Cristina [SM=g27987] .Se e quando avrò il tempo che dico io,cioè quello che ti permette di passare attraverso a una civiltà come quella nepalese senza sentirti come un coltello che attraversa il burro,allora si,allora verrò volentieri con te a dividere queste sensazioni,che provo comunque anche tra le nostre montagne,ma se da noi c'è il bello,la diventa sublime.Vorrei davvero conoscere cosa ha dato a questo popolo quella semplice fierezza,quella onestà morale e spirituale che x gli occidentali è considerata debolezza e stupidità.Qualche volta mi piacerebbe ascoltare qualche tuo racconto,quando parli del Nepal ti dimentichi di essere un rompimaroni [SM=g27988] .Ciao vecio

pudra
00venerdì 10 ottobre 2008 17:50
1) malga fabrezza - bivacco giannantonj - adamello e ritorno (per il posto)
2) cervinia - colle cime bianche - st.jacques - colle nanaz - valtournenche (per il massacro)
3) la garganta del cares (picos de europa) (per il paesaggio)
lestofante77
00giovedì 27 novembre 2008 16:38
Eva la Gnifetti non vale è alpinistica [SM=g27990]
Se vale allora aggiungo Gran Paradiso, Presanella e Monviso.
Come escursioni:
1) giro intorno al bianco
2) alta via n°1 val D'Aosta
3)alta via n° 1 Dolomiti
muress
00giovedì 27 novembre 2008 16:52
Re:
lestofante77, 27/11/2008 16.38:

Eva la Gnifetti non vale è alpinistica [SM=g27990]
Se vale allora aggiungo Gran Paradiso, Presanella e Monviso.
Come escursioni:
1) giro intorno al bianco
2) alta via n°1 val D'Aosta
3)alta via n° 1 Dolomiti




Hai fatto la normale al Monviso? Com'è? Mi sai dare informazioni? Grazie.
Eva K
00giovedì 27 novembre 2008 17:07
Re:
lestofante77, 27/11/2008 16.38:

Eva la Gnifetti non vale è alpinistica [SM=g27990]
Se vale allora aggiungo Gran Paradiso, Presanella e Monviso.
Come escursioni:
1) giro intorno al bianco
2) alta via n°1 val D'Aosta
3)alta via n° 1 Dolomiti



Toh... l'elefante si è svegliato! [SM=g27987]


lestofante77
00giovedì 27 novembre 2008 23:45
Ciao Eva l'elefante veloce si è svegliato barrendo.
---

X la normale al Viso dormi al quinino sella (dal parcheggio al pian del Re (sorgente del Po) ci sono circa 2 ore di comodo sentiero). Al mattino ore 5.00 tutto il rifugio parte a razzo verso la cima. Segui le pile frontali avanti a te e arivi all'attacco.
In altri termini uscito dal rifugio (parti già con imbrago e casco in testa che è meglio) segui i segni di vernice e gli ometti. Ad un certo punto noi seguendo il gruppo siamo saliti x pietraio (caduta sassi) evitando un facile tratto con catene che forse con il buio è meglio evitare (fatto poi in discesa).
Scollini e scendi un po' x poi risalire al bivacco Andreotti (non Giulio). Arrivato al bivacco (2 ore dal rifugio) ti leghi con il tuo compagno in conserva a 5m l'uno dall'altro (il rifugista sconsiglia vivamente di salire in libera). Volendo puoi anche pensare di dormire li se trovi posto con lo svantaggio delle scomodità del bivacco (e magari di trovarlo pieno anche se in teoria dovrebbe essere solo d'emergenza) ma il vantaggio di avere 2 ore di vantaggio su quelli del rifugio e quindi diminuire le possibilità di beccarti una pietra in testa). Senti sempre il rifugista per sapere se servono piccozza e ramponi (noi nn li abbiamo usati). Dal Bivacco fai 5 minuti su nevaio e poco dopo attacchi la via che comunque ha passaggi di II.
In circa altre 2/3 ore sei in cima. X ritornare al bivacco impieghi + o - lo stesso tempo di salita anzi forse qualche cosa di +.
Non servono doppie. La via è sempre segnata da ometti o da segni di vernice gialla. Tornato al bivacco ti sleghi ma tieni imbrago e casco x il pezzo di riento. In totale fai conto che da rifugio - cima - auto ci vogliono 8/9 ore. La salita nn è difficile ma c'è da prestare molta attenzione. Pericolo caduta sassi (tra rifugio e bivacco si parla di circa 100 persone che vanno e vengono su terreno instabile...).
Per una descrizione + dettagliata con foto vedi:
www.kaps.it/pagine/montagna/gite/valle_varaita/monviso_normale/mon...

Ciao
Andrea
muress
00venerdì 28 novembre 2008 15:13
Re:
lestofante77, 27/11/2008 23.45:

Ciao Eva l'elefante veloce si è svegliato barrendo.
---

X la normale al Viso dormi al quinino sella (dal parcheggio al pian del Re (sorgente del Po) ci sono circa 2 ore di comodo sentiero). Al mattino ore 5.00 tutto il rifugio parte a razzo verso la cima. Segui le pile frontali avanti a te e arivi all'attacco.
In altri termini uscito dal rifugio (parti già con imbrago e casco in testa che è meglio) segui i segni di vernice e gli ometti. Ad un certo punto noi seguendo il gruppo siamo saliti x pietraio (caduta sassi) evitando un facile tratto con catene che forse con il buio è meglio evitare (fatto poi in discesa).
Scollini e scendi un po' x poi risalire al bivacco Andreotti (non Giulio). Arrivato al bivacco (2 ore dal rifugio) ti leghi con il tuo compagno in conserva a 5m l'uno dall'altro (il rifugista sconsiglia vivamente di salire in libera). Volendo puoi anche pensare di dormire li se trovi posto con lo svantaggio delle scomodità del bivacco (e magari di trovarlo pieno anche se in teoria dovrebbe essere solo d'emergenza) ma il vantaggio di avere 2 ore di vantaggio su quelli del rifugio e quindi diminuire le possibilità di beccarti una pietra in testa). Senti sempre il rifugista per sapere se servono piccozza e ramponi (noi nn li abbiamo usati). Dal Bivacco fai 5 minuti su nevaio e poco dopo attacchi la via che comunque ha passaggi di II.
In circa altre 2/3 ore sei in cima. X ritornare al bivacco impieghi + o - lo stesso tempo di salita anzi forse qualche cosa di +.
Non servono doppie. La via è sempre segnata da ometti o da segni di vernice gialla. Tornato al bivacco ti sleghi ma tieni imbrago e casco x il pezzo di riento. In totale fai conto che da rifugio - cima - auto ci vogliono 8/9 ore. La salita nn è difficile ma c'è da prestare molta attenzione. Pericolo caduta sassi (tra rifugio e bivacco si parla di circa 100 persone che vanno e vengono su terreno instabile...).
Per una descrizione + dettagliata con foto vedi:
www.kaps.it/pagine/montagna/gite/valle_varaita/monviso_normale/mon...

Ciao
Andrea




Grazie mille per le informazioni.
Il fatto è che un mese e mezzo fa sono stato alla fiera del tartufo di Alba e, dalle Langhe, si vedeva il picco splendido e isolato del Monviso. Allora mi sono detto: ci devo salire. Mi sono informato un pò e in effetti ho trovato la bella relazione sul sito che tu citi. Li però spiega che è una via con caratteristiche più alpinistiche rispetto a quelle che hai descritto. Oltre alla corda (indispensabile) ci vogliono anche rinvii? Ci sono dei fittoni per legarsi?
Grazie.

SHERPA61
00venerdì 28 novembre 2008 16:05
normale al Viso 19.07.2008
per Muress.

io l'ho fatta quest'anno, implemento le notizie dell'amico.
allora:

dal quintino Sella si parte attorno alle 05.00 con la frontale; io sconsiglio di imbragarsi già al rifugio.

devi arrivare al biv.Andreotti entro le ore 09.00 altimenti sei tardi..(ma ce la fai tranquillamante).
poi....noi eravamo un gruppo Cai misto Pordenone/San Vito al Tagliamento (al quale appartengo pur abitando a Pordenone) e siccome una decina hanno rinuciato al bivacco, abbiamo potuto depositare del peso inutile.

salita : dal Biv. Andreotti inizia subito il primo nevaio.....dipende appunto dalle condizioni del terreno....ma tieni presente che (sapendo andare.....ma SAPENDO ANDARE.....come sempre giustamente raccomanda Fedipos) noi siamo saliti in circa 17 , sempre in libera e senza nemmeno utilizzare i ramponi dato che i vari nevaietti erano morbidi. ramponi no...ma picozza si....sempre indispensabile. (ovviamente non sapendo cosa trovi ...ramponi e corda sempre appresso.)
come dicevo noi siamo saliti e discesi tutti in libera, e per questo è stata una salita molto appagante; devo dire che , contrariamente a come spesso accade coi gruppi Cai, era tutta gente allenata....tecnicamente preparata a sufficienza.....e quindi tanto di cappello (sono rimasto sorpreso anche io.....quelli che non se la sono sentiti fermi al bivacco...e tutti gli altri capaci di salire e scendere in libera..!!!)
altra cosa.....tecnicamente saremo si intorno al II II+....non so cosa mettano le guide.....ma il pericolo in effetti sono i massi che una volta smossi rotolano giù per rocce e nevai.
l'arrampicata è molto gradevole, la roccia (bolli gialli) ben appigliata e solida.......anche in discesa si procede bene.

considerazione personale (chiedo conferma al vecchio amico sborone); il più delle volte non capisco a cosa serva procedere legati di conserva su certi tipi di terreni......c'è della gente che non ha idea nemmeno di come si faccia sicura....magari ti camminano in ghiacciaio e ti vengono in culo.....che se cadi....nemmeno gesù cristo ti tiene.....figurati con 7 metri di corda lasca.....oppure su creste di misto tipo appunto il Viso o l'Ortles........tanto vale camminare slegati......e se uno cade....si ammazza da solo.....insomma.....io mi fido più delle mia capacità che della presunta sicura di uno che passa i 3000 metri solo col cai e una volta ad ogni morte di Papa, e senza nemmeno avere l'umiltà di informarsi.......

profitto per salutare tutti i futuri amici

Sherpa
Eva K
00venerdì 28 novembre 2008 16:16
Re: normale al Viso 19.07.2008
SHERPA61, 28/11/2008 16.05:


considerazione personale (chiedo conferma al vecchio amico sborone); il più delle volte non capisco a cosa serva procedere legati di conserva su certi tipi di terreni......c'è della gente che non ha idea nemmeno di come si faccia sicura....magari ti camminano in ghiacciaio e ti vengono in culo.....che se cadi....nemmeno gesù cristo ti tiene.....figurati con 7 metri di corda lasca.....oppure su creste di misto tipo appunto il Viso o l'Ortles........tanto vale camminare slegati......e se uno cade....si ammazza da solo.....insomma.....io mi fido più delle mia capacità che della presunta sicura di uno che passa i 3000 metri solo col cai e una volta ad ogni morte di Papa, e senza nemmeno avere l'umiltà di informarsi.......

profitto per salutare tutti i futuri amici

Sherpa



ti dirò... settimana scorsa palrando di creste da fare in invernale (non parlo ovviamente di Signal o Bernina....) facevo lo stesso tipo di considerazione: credo che se non si è davvvero, ma davvero esperti di progressione in conserva sia ben difficile tenere il compagno che cade. Legata in conserva non mi sentirei più sicura, nè sentirei di fare adeguata sicurezza al mio compagno. Se scivolo è molto più probabile che mentre sento che capita riesca a puntare la piccozza, piuttosto che il mio compagno che sta davanti. Idem dovessi essere io prima.
Diverso credo su ghiacciaio, ma occorre davvero attenzione a tenere la corda TESA, non lasca! (che oltretutto si rischia, se lasca, di ramponare).
Dove si può preferisco o andare di cordata "a tiri", o slegata, tanto vale. Però aspetto lumi da chi è sicuramente più esperto, anche una bella bacchettata: ammetto ignoranza ed interesse nell'approfondire la cosa.


muress
00venerdì 28 novembre 2008 16:31
Neanche io sono esperto di progressione in cordata. A logica però, e spero di essere smentito, mi viene da pensare che, se non ci sono anelli e fittoni per assicurarsi con rinvii, sia meno rischioso procedere slegati (sto dicendo una gran minchiata?!? Probabilmente sì). Però, se tutti raccomandano di salire il Monviso in cordata, allora un motivo ci deve essere.
Se dovessi andarci lo salirei senza dubbio in cordata, e mi porterei dietro dei rinvii (ci sarà qualche anello o fittone per legarsi, voglio sperare), oltre alla piccozza. Quando vado in montagna ho sempre lo zaino pieno di cose che sono inutili 9 volte su 10, ma quella volta che ti servono, ti rendi conto che senza, potevi lasciarci le penne. Per esempio il pile in più o la cordicella per autoassicurarsi o la berrettina della nonna. Meglio un paio di mutande in meno nello zaino che un aggeggio tecnico di troppo.

Mi sa però che sto andando fuori tema.....il posto era un altro.


Intanto grazie a tutti per le informazioni. Se ci vado faccio sapere e...prima o poi ci si becca in montagna [SM=g27987]
lestofante77
00venerdì 28 novembre 2008 20:38
Pure noi eravamo molto perplessi sulla progressione in conserva ma se un rifugista che è pure guida alpina mi consiglia, anzi quasi direi mi 'ordina', di legarmi come dici giustamente ci sarà un motivo. Con noi c'era un bel gruppo del CAI di Sondrio. Mi hanno dato l'impressione di essere molto preparati e sono saliti e scesi tutti legati.
Onestamente pure io mi sono chiesto + volte 'ma se uno cade gli altri/altro (noi eravamo in 3 in cordata altri in 2) tengono o volano pure loro? Certamente si deve fare attenzione a tenere la corda sempre tesa anche se a volte nn è facile soprattutto se quello davanti è + lento. Devo dire che la via comunque alterna tratti di 'sentiero', pezzi di I e solo qualche pezzo di II o II+.
Nei pezzi + ostici c'è uno ferro fatto a coda di maiale utile x far sicura soprattutto in discesa. Personalmente credo che la corda sia utile anche dal punto di vista psicologico soprattuto in discesa. Muoversi sempre dopo aver ben tastato dove metti mani e piedi e prestare attenzione a nn far volare sassi (in discesa è molto facile).
Rinvii nn servono. Al massimo possono servire qualche moschettone e cordini e x massima prudenza la piastina GiGi (doppie nn ne servono ma nn si sa mai...).
Ciao
Andrea

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