REFERENZE? AMICIZIE NEL RAMO: IL FIGLIO DI UN GRANDE AVVOCATO, UN NOTAIO GRASSONE, DUE AVV. ROMANI

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INES TABUSSO
00mercoledì 17 maggio 2006 11:20

Chi era il tuo amico del cuore?
«Un mio compagno di scuola, Antonio Delcogliano. Suo padre era un grande avvocato. Io ero contento di andare a casa sua perché finalmente mangiavo bistecche. Adesso è aiuto primario di ortopedia al Gemelli. Poi c’erano gli amici del pallone».
Oggi chi sono i tuo amici? Chi vedi?
«Orazio, un dentista di Foggia, Salvatore, un notaio grassone di Castellammare, due avvocati romani, Nicola, un imprenditore di Napoli e poi Diego. Sì, Diego Della Valle.»

Mazzette niente?
«Mazzette a Ceppaloni?».
Concussioni?
«E a chi le faccio le concussioni? Non c’è niente da concutere. Una volta un imprenditore mi chiese una cortesia. Doveva fare una pratica alla Cassa del Mezzogiorno per aprire un’azienda. E io intrigai per fare questa cosa il più velocemente possibile. Un sabato pomeriggio…».
Un sabato pomeriggio?
«Un sabato pomeriggio arrivò da me con una valigetta. Disse: “È per lei”. Aprì la valigetta e c’erano tante mazzette da 100 mila lire. Parecchi milioni. Io richiusi la valigetta e gli dissi: “Io non ho tutti questi milioni, ma li avessi, sarei io a darli a lei, perché con la sua azienda lei ha realizzato 1 50 posti di lavoro in una zona dove la gente muore di fame”».
Roba da libro Cuore.
«È una storia vera

Chi ti piace a destra e chi a sinistra?
«A destra Marcello Veneziani. Scrive male di me ma lo fa con rispetto. A sinistra continuo a voler bene a Scalfari perché ricordo lo Scalfari dei primi tempi. Eravamo amici. Quando scriveva di me, diceva: “Mastella, bravo, intelligente”. Lui si incazzerà molto per quello che sto per dire».
Dillo.
«Quando entrai nel governo Berlusconi, Scalfari mi disse: “Da ora in poi tu non sei più mio amico, perché hai scelto il mio peggior nemico”».
Beh, comprensibile.
«Però sua figlia Donata lavorava al Tg5. Capisci? La figlia lavora col suo peggior nemico e tutto va bene. Ma io non sono più amico suo».

(Clemente Mastella, intervistato da Claudio Sabelli Fioretti, Sette, 30-12-2001)






"Evitiamo che Berlusconi continui ad apparire come una vittima e accettiamo la sua sfida: votiamo una norma che sospenda i processi per le più alte cariche dello Stato".
"Quanto alla immunità parlamentare ne parleremo a mente serena, nella prossima legislatura, studiando norme che comunque siano di garanzia e non di impunità".
(Clemente Mastella, RAI NEWS 24, Roma, 10 maggio 2003) (1)




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17/05/2006 - "LA REPUBBLICA", Pag. 7
MASTELLA, GUARDASIGILLI IN PECTORE "CERCHERO' IL DIALOGO A TUTTI I COSTI"
di: LIANA MILELLA

www.difesa.it/files/rassegnastampa/060517/AV8AE.pdf




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17/05/2006 - "L' UNITA'", Pag. 3
CLEMENTE MASTELLA, CHE VOLEVA LA DIFESA, AVRA' LA GIUSTIZIA

www.difesa.it/files/rassegnastampa/060517/AV9J2.pdf




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CORRIERE DELLA SERA
17 maggio 2006
Mastella, Guardasigilli a sorpresa:
ROMA - Nella notte, i lampioni sempre accesi del ministero di Grazia e Giustizia, che Clemente Mastella, uscendo dalla sede dell’Udeur, osserva da vicino. Tracce di destino. Se solo cento metri di marciapiede dividono i due portoni, chilometri di polemiche hanno spesso diviso i giudici dal loro probabile - «diciamo possibile, la prudenza è d’obbligo» - Guardasigilli. Però la faccia morbida del democristiano furbo non si nasconde: «Lo ammetto: la responsabilità della Giustizia sarebbe una responsabilità enorme. Un peso di proporzioni gigantesche. Perché in questo Paese i problemi da risolvere sono tanti e delicati. E poi io...».
Non va oltre. Lo sa che, in queste ore, almeno finché non arriverà l’alba (anche se l’accordo, nella notte, sembra ormai raggiunto), le parole vanno ben pesate e lui, invece, quando parla dei giudici ha la tendenza ad andare giù piuttosto duro. L’ultima volta, quasi si scatenò un mezzo putiferio. Era la fine dello scorso mese di luglio: indagini e intercettazioni per il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, e per il presidente di Unipol, Giovanni Consorte. Polemiche, la marea dello scandalo che s’alzava minacciosa e lui, Mastella, che intervistato, disse di provare una spiacevole sensazione: «Mi sembra di rivivere quella stagione degli anni Novanta, quando scomparve la Dc. Allora si ebbe la tragica sensazione che una parte della magistratura appoggiasse la politica, e viceversa. Sì, i giudici erano usati come rompighiaccio...».
Dopo sei mesi pensa ancora questo, dei magistrati? «È notte, è tardi... e poi chi l’ha detto che sarò io il Guardasigilli? Il problema, dunque, non si pone». Però, magari, si porrà. Magari ci sono quelli che se lo ricordano il Mastella rancoroso dei giorni di Sarno, i giorni della tremenda alluvione. Quando dal fango, oltre ai cadaveri, cominciarono ad emergere anche le responsabilità degli amministratori locali, spesso collusi con la camorra, con gli affari che sul dorso di quelle montagne faceva la camorra. E a chi ipotizzava lo scioglimento dei consigli comunali, proponendone il commissariamento, Mastella ricordava che però «i giudici frequentemente intervengono in modo pesante anche su persone perbene. Diciamo la verità: hanno creato un clima di terrore. E, a volte, tra gli amministratori, la scelta obbligata è tra l’omissione d’atti d’ufficio e l’abuso d’ufficio...».
Diceva proprio così. «E vi stupite?». Marco Travaglio è, come si sa, scrittore e giornalista d’inchiesta. «Io, in verità, appunto per tutta una serie di ragioni... come dire?». Come dire? «Ovvie, speravo che l’ipotesi di vedere finire Mastella al ministero della Giustizia fosse uno scherzo». No, non è uno scherzo. «Ma Prodi lo sa che Mastella è quello che ha fatto il testimone di nozze a Francesco Campanella, il mafioso di Villabate che fornì i documenti falsi a Bernardo Provenzano per andare a operarsi a Marsiglia?».
La verità è che i girotondini non hanno mai dimenticato il Mastella che li osservava sdegnato: «Questi tumulti di piazza per difendere i giudici - diceva - non mi piacciono...». Ora perciò sentite il professor Francesco «pancho» Pardi, girotondino d’assalto: «Beh, in un ministero così delicato, dopo tanto berlusconismo, sarebbe forse stata opportuna la presenza di un costituzionalista, di qualcuno in grado di valutare e determinare il necessario tasso d’autonomia di cui hanno bisogno, ad esempio, i magistrati... Mastella, invece...».
Mastella, invece. E poi aggiungono: davvero? Sul serio? Una certa sinistra tradisce sorpresa e perplessità. Enrico Deaglio, il direttore del settimanale Diario , dice di «non avere niente contro Mastella. Solo che la sua storia politica, ecco, mi sembra più tagliata per un altro genere di dicastero...». Direttore, lei forse è un po’ severo... «Ma no, perché? Anzi, a pensarci bene, io Mastella me lo immagino casomai seduto sotto un gelso, ad amministrare la giustizia di una contrada...».

Fabrizio Roncone






(1)
RAI NEWS 24
Giustizia. Mastella: "Evitiamo che Berlusconi appaia come una vittima"

Roma, 10 maggio 2003
"Evitiamo che Berlusconi continui ad apparire come una vittima e accettiamo la sua sfida: votiamo una norma che sospenda i processi per le più alte cariche dello Stato".

E' la proposta che da Siracusa, dove si trova per una serie di manifestazioni elettorali, il segretario politico dell'Udeur Popolari per l'Europa, Clemente Mastella, lancia agli alleati del centrosinistra, osservando che in Italia "il vittimismo paga sempre e alla fine i martiri finiscono per vincere".

"Il Cavaliere - spiega Mastella - va combattuto sul suo stesso piano, togliendogli le occasioni, e quindi, fino a quando è a Palazzo Chigi i processi, per accusare i magistrati e dire che l'opposizione cerca di sfrattarlo puntando sulla via giudiziaria".

"Quanto alla immunità parlamentare - conclude Mastella - ne parleremo a mente serena, nella prossima legislatura, studiando norme che comunque siano di garanzia e non di impunità".




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