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INES TABUSSO
00venerdì 4 novembre 2005 19:39

CORRIERE DELLA SERA
4 novembre 2005
SUL «SECOLO D’ITALIA»
Talenti di destra dimenticati L’autocritica del «Secolo» «La colpa è anche nostra»

ROMA - Enrico Nistri, storico e giornalista fiorentino, pubblica una pagina sul Secolo d’Italia , quotidiano di An, per dire che l’egemonia della sinistra sulla cultura non è finita, ma che la colpa è tutta a destra. «Cosa si è fatto in quasi cinque anni di governo?», si chiede. «Il genio non s’inventa, ma i talenti si coltivano» e noi, sottintende Nistri, non li abbiamo coltivati. «Quante fondazioni sono state create? Quante riviste e case editrici d’area hanno potuto usufruire di quelle sovvenzioni che alimentano tanta pubblicistica di sinistra? Quanti assessori al momento di chiamare un conferenziere, nominare il direttore di un teatro stabile, scegliere un cantante per una festa, optano per esponenti di sinistra?». Amaro bilancio di fine legislatura, quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto per rovesciare la piramide della cultura in Italia. Ma quali sono i talenti misconosciuti? Nistri ha con sé un elenco. Che comincia con Gerardo Picardo, giovane di Ariano Irpino, precario all’agenzia Adnkronos, laureato in teologia, autore di un’opera su Aurelio Padovani (punto di riferimento a Napoli del primo fascismo «rivoluzionario») e di un’altra su Giordano Bruno. C’è poi il barese Michele De Feudis, studioso di storia, diritto, filosofia, cinema e autore con Franco Cardini di Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III Millennio . E, ancora, Luigi Menconi autore di Anni di porfido , romanzo sugli anni ’70 visti da destra e Gianandrea de Antonellis, scrittore di romanzi neoborbonici e di Gotterdammerung - Viaggio verso il crepuscolo . Fra gli artisti non coltivati, Nistri inserisce Aldo Bussagli, regista e attore fiorentino, che ha messo in scena Chi ha paura dell’uomo nero , storia di Sergio Ramelli, studente del Fronte della gioventù ucciso a Milano nel 1975. «Nessun Comune di destra - dice Nistri - lo ha chiamato a lavorare». E il comico Giorgio Ariani, schierato con An, doppiatore di Oliver Hardy, attore nel Pinocchio di Benigni e in Pierino la peste alla riscossa : «Chiamato poco in tv e sulle piazze, negli ultimi anni».
Ci sono altri nomi di destra, molto più omaggiati e noti. Nistri, sul Secolo rispondeva a un articolo pubblicato domenica sullo stesso giornale da Filippo Rossi, autore di Fascisti immaginari . Rossi, partendo dalla pubblicazione del romanzo Le uova del drago di Pietrangelo Buttafuoco per Mondadori, sosteneva tutt’altra tesi, che l’egemonia di sinistra è finita, come ampiamente dimostrano i lavori di Solinas, Veneziani, Malgieri, Pinketts, Zecchi. E poi, andando indietro nel tempo Berto, Albertazzi, Battisti, Pratt... Insomma «l’egemonia culturale dell’avversario troppe volte è stata solo un alibi per chi non aveva le capacità», l’ora è giunta per abbandonare la «cultura del piagnisteo». «Eccezioni che confermano la regola - sostiene Nistri -. Io credo che gli autori di destra non abbiano avuto in questi anni un Bottai. Non hanno avuto borse di studio né strutture per andare avanti, non hanno ottenuto cattedre. La lista si può allungare: Andrea Marcigliano, che ha scritto I figli di don Chisciotte-La Rivoluzione conservatrice in Spagna prima della guerra civile e fa il professore di liceo a San Donà. Luigi Iannone, Fabio Andriola, Riccardo Paradisi, Mario Bernardi Guardi, Pucci Cipriani... L’unico che provò a promuovere sul serio la cultura di destra fu Marzio Tremaglia, figlio di Mirko, da assessore alla Cultura della Lombardia. Marzio purtroppo è morto a 42 anni, il venerdì santo del 2000».

A. Gar.


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