Ma da dove spunta questa bellissima discussione ?
Che sbadato che sono!
Colgo al volo alcune provocazioni dei presenti, dicendo la mia.
Senza per forza fare un discorso dualista musicacommerciale/musica di un certo tipo
(credo che sia soprattutto una questione d'orecchio, d'educazione all'ascolto)
che musica viaggia nell'aire?
in italia quella migliore viaggia su circuiti chiusi, un pò per loro stessa volontà(dei circuiti), un pò perchè relegata in fondo agli strumenti che la dovrebbero diffondere (penso alla radioe sopratutto alla tivvù)
Credo che ogni musica rispecchi il suo tempo, il post-rock o comunque quell'area musicale che è venuta fuori da tutte le sperimentazioni che sono giunte a noi dalla fine degli anni novanta, sono state (sono) il tentativo di dare ancora un senso alla musica suonata con strumenti "tradizionali".Il che non vuol dire che il post-rock è l'anima della musica, tutt'altro.
Al suo inerno ci sono delle cose insignificanti
Un palco, una chitarra un basso una batteria una bella voce se volete anche dei synth.
Il suonare dal vivo, la possibilità di far diventare la musica dal vivo un evento che sia ancora "panico" (da Pan)
il gruppo che suona che tiene un concerto che fa ballare o fa pensare o fa ridere o fa saltare vorticosamente gli spettatori
Siamo pieni di ultramega concerti dal vivo dove regna incontrastato l'effetto MTV
siamo pieni di musicisti solisti che riempiono i lounge bar di soffusi( a volte noiosi)loop tanto per fare sottofondo alle chiacchiere della gente.
Non riesco a trovare, se nn in poche splendide occasioni, una musica che domini sull'ambiente circostante, che "acchiappi" gli ascoltatori e li faccia abbandonare al suono.
Ascoltiamo molta musica da soli, rinchiusi nelle nostre stanze, molto difficile l'ascolto collettivo, quasi mai ascolto con partecipazione.
Si è persa, anche, la possibilità di musica come messaggio : i gruppi stessi sono coscienti di non poter mandare messaggi perchè troppo impelagati con case discografiche, o perchè, semplicemente, non si ha da mandare messaggi, si raccontano storielline e via.
Per questi motivi mi ritengo un "vecio": la produzione musicale dalla fine degli anni sessanta alla metà degli anni novanta è stata per me scoperta, consapevolezza di una musica bellissima.
Oggi, ci sono delle eccezioni, che fanno ancora ben sperare.
Sento un reale bisogno di musica che mi dica qualcosa, riflettere o ballare non importa. Qualcosa che possa sentire mio.Non voglio sentirmi distante dal gruppo musicale, pensarlo lontano, voglio entrarci, voglio farmi scorrere le note nella panza.
Sia lode a tutto ciò che ci ha confuso le idee
ma che ha allenato il cervello
sia lode a tutto quello che è stato "musica dall'anima".
Sono in ascolto di Stimmung, digiridù manovrati da Stockausen.
Post numero 1917, l'anno dell'Ottobre disperso chissà dove.
[Modificato da ongii 19/05/2005 1.34]