WALTER VELTRONI: PANEGIRICO DEL MINISTRO GIUSEPPE PISANU

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INES TABUSSO
00venerdì 12 maggio 2006 18:17


IL MESSAGGERO
12 Maggio 2006
PISANU, QUEL MINISTRO A CUI DIRE GRAZIE
di WALTER VELTRONI

COLGO l’occasione dell’ormai imminente formazione del nuovo governo per rivolgere un pensiero e qualche parola al ministro dell’Interno dimissionario, con il quale come Sindaco della Capitale ho avuto, insieme con gli altri esponenti dell’amministrazione e, credo, con tutti i cittadini un rapporto fondato su una grande correttezza, la piena collaborazione tra le istituzioni e un dialogo sempre aperto e sincero.
La mia stima per Giuseppe Pisanu è fondata sul riconoscimento di alcuni fatti concreti, sulla percezione di certe sue qualità, la sua pacatezza, la sua capacità di mettersi in relazione con gli altri parlando e ascoltandone le ragioni.
I fatti concreti. L’opera di prevenzione del terrorismo internazionale è stata efficace. Si può discutere il merito di alcune misure (dando atto al ministro di aver sempre ammesso che la discussione era legittima), ma le indagini preventive sono state efficaci ed è un fatto che sul territorio nazionale non ci sono stati attentati quando è invece evidente che l’Italia è nel mirino delle organizzazioni terroristiche, come gli attacchi alle nostre truppe in Iraq e in Afghanistan ci hanno tragicamente ricordato.
Nel momento più delicato, Pisanu ha compiuto, con la creazione della Consulta per l’Islam italiano, una scelta lungimirante sul piano del dialogo tra le culture e molto coraggiosa sul piano politico. Non so quante personalità del centrodestra avrebbero avuto l’animo di sfidare su una questione così delicata non solo i propri alleati più rozzi, come i leghisti che esibivano magliette, ma anche certi più “raffinati” banditori delle guerre di civiltà e l’humus politico-culturale che li sostiene.
Il terrorismo italiano ha ricevuto colpi duri e anche in questo caso va dato atto al ministro dell’Interno di aver mantenuto i toni giusti: allarmati, perché qualche ragione di allarme c’era e probabilmente c’è, ma sanamente pacati. Penso con qualche brivido a quali danni avrebbe potuto indurre un corto circuito tra il giudizio sulle imprese delle Brigate Rosse o delle frange anarchiche e le accuse di “comunismo” agli avversari politici evocate ossessivamente dal capo del governo.
La capacità di Pisanu di muoversi dentro la logica del confronto ha fatto sì che il governo, nato sotto il segno pessimo del G8 di Genova, davvero infausto perché poteva essere il punto di partenza d’una spirale incontrollabile, abbia dato un’ottima prova a Firenze in occasione del Global Forum del novembre 2002 e muoia oggi con un bilancio tutto sommato positivo per l’ordine pubblico. Ci sono state grandi lotte, grandissime manifestazioni e tensioni sociali molto forti, ma l’azione della polizia e delle altre forze dell’ordine è stata sempre equilibrata e intelligente. Se una riserva sento di dover esprimere è stata la decisione di non consentire lo svolgimento delle elezioni politiche e amministrative nella stessa data: resto dell’idea che l’accorpamento avrebbe comportato un importante risparmio di denaro pubblico (solo a Roma 20 milioni di euro), di problemi per i cittadini e di tensioni politiche.
La lotta alla grande criminalità, con Pisanu alla guida del ministero dell’Interno, si è fatta e ha prodotto risultati, nonostante fosse evidente che il governo nel suo complesso non la considerasse esattamente tra le sue priorità. Molti latitanti sono stati arrestati ed è stato catturato il “più latitante” di tutti, il boss Provenzano.
Nel governo che arriva avremo certamente un ottimo ministro. Ma un grazie a Beppe Pisanu, mi pare, lo dobbiamo tutti.


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