Cari Tutti, Buona Pasqua o forse, Lunedì dell'Angelo.
Amareggiano questi toni, ma è indispensabile che essi avvengano, è in fondo questo è lo scandalo del cristianesimo: quando infatti leggiamo belle pagine di Vangelo e degli Atti dove abbiamo una comunità dal primo aspetto unita, felice, comunitaria, in altre pagine vi leggiamo da subito le contraddizioni, le faziosità, le lotte dottrinali.
Non c'è pace per la Chiesa fin dal suo primo giorno di Pentecoste, non vi è serenità perchè sono subito perseguitati, muore Stefano e il futuro san Paolo sta a guardare compiaciuto, lui, persecutore dei cristiani, dopo vengono messi subito in prigione, ma intanto la comunità vive di quel che mettono in comune, sono felici, ma al tempo stesso perseguitati, per che cosa sono perseguitati? Per le loro dottrine, non perchè mettevano tutto in comune.
Per questo, caro Iyvan, personalmente non sono d'accordo con il tuo stato d'animo da una parte tranquillo e sereno con il "tuo Dio", ma dall'altra parte sei in lotta con i tuoi fratelli che sostengono la Chiesa e il Magistero!
Seguire il Maestro di per sè non è affatto difficile, anzi, è tutt'altro che difficile. Se leggiamo i Vangeli, ci sono 72 Discepoli al seguito, ma poi forse anche di più, al Cenacolo sono centoventi, alla Pentecoste si uniscono più di tremila persone, tutt'altro che difficile accogliere il Maestro, la fedeltà la si dimostra proprio nelle dottrine della Chiesa.
I problemi nelle giovani comunità iniziano quando Paolo, imponendo talune dottrine, ne emergono allora le dure prove, la disobbedienza, la vaquità della fede in un Gesù personale, qui emergono i dissidi, qui iniziano le divisioni, sulla impossibilità di mantenersi fedeli alle dottrine che gli Apostoli andavano insegnando.
Coraggio, fate vedere come siete veri cristiani:
date tutto ciò che avete in più ai vostri fratelli che non hanno.
Potreste anche mettere delle brande in casa ed ospitare tutti coloro che non hanno dove dormire
Perchè vi tenete due paia di scarpe quando altri non hanno di che vestirsi?
Cadere nella trappola della provocazione della così detta catechesi della carità, spesso fraintesa sulle cose esclusivamente materiali, ci fa rispondere: "Non posso dirtelo caro Iyvan, perchè il Maestro mi dice -la tua mano destra non sappia cosa fa la sinistra-, per questo io non devo dimostrarti nulla, quel che faccio è a tempo e debito circoscritto nella Provvidenza stessa di Dio. La fede cristiana si manifesta in due modi indivisibili: obbedienza alla Chiesa e le opere prodotte dalla fede.
Se manca l'obbedienza, tu agisci da assistente sociale, come tanti "no-global", indubbiamente meritevoli, ma appunto la dottrina cristiana non si occupa di meriti ma di gratuità che parte e si sviluppa dall'obbedienza alla Chiesa, dalla quale maturano i frutti di quelle opere che hanno caratterizzato la Chiesa stessa lungo il suo pellegrinare, sia in bene quanto, purtroppo, anche in male.
Meno dottrina e più purezza di cuore
La miglior dottrina è mettere in pratica le parole di Cristo
Lo facciamo? Sapremmo abbandonare tutto per seguirlo? Oppure, come quel ricco, facciamo finta di essere tanto bravi a bla, bla bla?
La fede senza la carità è una fede che non produce frutti, perciò definita "sterile", ma esiste una carità che è superiore alla materialità, questa è la carità spirituale che potremmo definire "dottrinale": non di solo pane vive l'uomo!
Occorre trovare un equilibrio!
Abbandonare tutto per seguire il Maestro, dipende anche dalle condizioni sociali che ognuno di noi vive. Spesso il Signore non chiede il materiale, ma vuole "te", vuole la piena volontà per mandare avanti le dottrine, per questo Paolo più che soffermarsi sulle opere di carità, gioca la sua catechesi sulle questioni dottrinali, istruendo attentamente Tito e Timoteo, perchè troppi falsi dottori e maestri recavano disturbo nelle comunità.
E' Paolo infatti a parlare di ruoli: dottori, profeti, vescovi, così come le madri di famiglia devono essere cristianamente madri e moglie, al tempo stesso l'ordine dei ruoli garantisce, dice Paolo, il mantenimento dottrinale indispensabile perchè la comunità non si disintegri.
Fare la volontà del Padre ha un duplice aspetto:
- la Chiesa, che è posta a servizio
- dell'uomo.
Per mantenere la Chiesa occorrono uomini e donne che vi si dedichino a tempo pieno, in questo senso nasce quell'abbandonare "tutto" a vantaggio del gregge da raccogliere.
Questo gregge lo si raccoglie con due modi:
- dandogli da mangiare;
- offrendogli le dottrine.
Fortunatamente non sei stato delegato da Cristo per stabilire chi è con Lui e chi no.
Dice Gesù: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi! Gesù non ha scelto queste persone che dovranno loro malgrado stabilire, invece, chi è con Lui e chi non lo è, solo per dare loro da mangiare o per dire "quanto è buono e bello il Signore", ma li ha chiamati perchè difendessero le dottrine cristiane. Cristo ha delegato pertanto, quei Padri della Chiesa, quei vescovi, per stabilire chi, sbagliando dottrinalmente, si poneva contro di Lui, per non ripetere i tanti esempi, ricordiamo la lotta contro le eresie!
Non concepisco un Dio che punisca per l'eternità l'errore di una breve vita, senza dare la possibilità di risalita alla Sua
creatura.
Dovresti invece concepirlo, a meno che tu non non abbia escluso dalla tua vita quel pregare per i Defunti, o dare tutto te stesso perchè il tuo fratello "non muoia eternamente, ma abbia la vita": stai dando la tua vita per questo?
Dal tuo post. n. 151, leggo una contraddizione:
da una perte dici che non condanni la Chiesa anche se la Chiesa ha idee contrarie alle tue (ma tu sei nato dopo che è nata la Chiesa che ti sopravvive da 2000 anni), ma dalla quale tu hai conosciuto il Maestro, dall'altra parte fuggi le sue dottrine, come dire: io viaggio su un piano parallelo alla Chiesa raccogliendo dalle sue briciole solo quello che in me avverto utile!
Puoi anche sopravvivere in questo modo, ma non puoi avere la pienezza, perchè questo atteggiamento è una base solida al sincretismo delle religioni.
Sono infatti molti i cristiani che vivono di briciole, briciole che cadono dalla Mensa dottrinale della Chiesa, raccogliendo solo quando hanno fame, ma sono troppo pigri per sedersi e mangiarne con calma i piatti preparati.
Abbiamo la prova di questo da come vanno le cose nel mondo, se invece di raccogliere le briciole, accettassimo tutto, le società governative avrebbero tutto da guadagnarci.
Leggo che è stato ripetuto che il Gesù Cristiano non è un Dio personale, che vive a seconda della nostra fede, o secondo le nostre emozioni, nulla togliendo al tuo rapporto personale con Dio, ti suggerisco un approfondimento delle lettere paoline quando siamo messi in guardia da queste tentazioni perchè esse sono frutto di una deformazione della fede che tenta di scansare l'obbedienza, una delle principali virtù importanti e vitali per il sostentamento della Chiesa stessa.
Caro Iyvan, il tuo modo di esprime la Chiesa, è una di quelle realtà che sono alla base del settarismo cristiano, sempre in auge nella Chiesa e sempre in lotta con la sua cattolicità.
Concludo con un esempio che possa aiutarci tutti a capire questi pericoli.
Questi atteggiamenti portano alla formazione di gruppi che pian piano si staccano dalla Chiesa Madre, formando delle personali comunità:
- io non penso a questo e non credo a quello, ma ho trovato quel gruppo che fa per me;
- io vivo Gesù in questo modo, grazie a Dio ho trovato la chiesa che fa per me.
E così avanti.
Nella Chiesa, per la verità queste diversità già esistono, i Carismi contraddistinguono i modi diversi di apportarsi a Dio, ma tutti, essendo animati dal medesimo ed unico Spirito Santo che è Dio-Unità, vivono dentro la Chiesa obbedendo al Magistero dottrinale in totos, diversamente si creano scismi, divisioni e contese che non provengono da Dio.
Che possa chiamarsi karma cristianizzato o altro non mi interessa.
Ciò che mi interessa è il mio rapporto con Dio e questo lo vivo senza alcuna conflittualità.
La conflittualità!
Non esiste una fede senza conflitti e questo fino alla fine dei nostri giorni! I conflitti non si esprimo e non emergono in un rapporto personale fra "me e Dio", ma proprio nel vivere comunitariamente l'obbedienza alla Chiesa. Qui nascono le contese condannate da san Paolo, qui si parla di "buona battaglia" combattuta. Un rapporto personale con Dio, escludendo le conflittualità della buona battaglia in difesa della Chiesa e ponendosi contro l'obbedienza ad essa, non è vivere pienamente le promesse battesimali, il cui Sacramento, ci ha resi membra della Chiesa. Dice san Paolo che nessun membro può vivere staccato dal Corpo, la conflittualità determina invece una battaglia, la buona battaglia, per difendere questo Corpo, vivendo in Esso mediante la Chiesa che ne è la parte visibile, governativa e legislativa.
La Chiesa senza le dottrine non potrebbe esistere.
Questo non comporta che si è obbligati ad essere cattolici, tuttavia occorrerà maturare una onestà nel valutare questo rapporto con la Chiesa e decidere da che parte stare:
- posso stare con la Chiesa, ma a questo punto devo starci nell'obbedienza;
- voglio vivere un personale rapporto con Dio senza la Chiesa, ma non le muovo guerra, semplicemente non accolgo quello che mi dice;
- mi basta seguire Gesù, delle dottrine non mi interessa nulla;
- mi prendo dalla Chiesa quello che ritengo utile;
Tutto ci è lecito, ma non tutto giova, dice san Paolo ai suoi di Corinto. Penso che importante sia essere onesti nei nostri confronti di obbedienza o disobbedienza all'insegnamento della Chiesa, partendo da queste considerazioni, potremo veramente maturare nella fede comunitaria.
Sia lodato Gesù Cristo.